lunedì 27 aprile 2015

#casomicron lavoratori in sciopero

Il giorno 24 aprile presso Confindustria Monza e Brianza si è tenuto, tra la Direzione aziendale Micron, il Coordinamento nazionale delle RSU Micron, le segreterie territoriali e nazionali di Fim, Fiom e Uilm, l'incontro nazionale di verifica trimestrale sull'accordo di CIGS dell'azienda Micron.
La Direzione aziendale ha fatto il punto sul numero degli esuberi rimanenti, che ad oggi risultano essere ancora 17, di cui 14 a Vimercate, 2 ad Arzano e 1 a Catania.
La Direzione di Micron ha comunicato l'uscita volontaria di un esubero a Vimercate e la ricollocazione di una persona da Arzano a Vimercate. Inoltre la D.A. ha annunciato la possibilità di un ulteriore recupero interno, senza specificare la localizzazione.
Inoltre, l'azienda ha illustrato le azioni finalizzate alla ricollocazione esterna degli esuberi rimanenti, mettendo in luce  la mancata adesione all'outplacement da parte di molte lavoratrici e lavoratori. Il giudizio espresso dalle Organizzazioni sindacali sulle azioni di ricollocazione è stato assolutamente negativo, e anche l'utilizzo strumentale della mancata adesione all'outpalcement è stato ampiamente motivato.
È stata espressa la necessità di prolungare, fino al totale azzeramento degli esuberi, l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, in modo da consentire un percorso di ricollocazione interna ed esterna per tutti.
La direzione aziendale, nonostante la disponibilità data, ha annunciato che la settimana prossima aprirà la procedura di licenziamento collettivo per le 17 posizioni ancora in esubero. Le Organizzazioni Sindacali e le RSU hanno espresso la loro netta contrarietà verso la decisione aziendale, e hanno chiesto all'azienda un ripensamento.
Al termine dell'incontro l'azienda ha però confermato che la prossima settimana, secondo il mandato del Board della multinazionale americana, procederà all'apertura della procedura di licenziamento collettivo.  In risposta alla decisione unilaterale dell'azienda, le Organizzazioni Sindacali hanno deciso di dare avvio ad un percorso di mobilitazione contro la scelta aziendale. 
Le Organizzazioni Sindacali Nazionali e il coordinamento delle RSU Micron chiedono l'immediata convocazione delle parti presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Per dare corso agli impegni presi di soluzione positiva della vertenza è necessario che intervengano immediatamente sia il Ministero dello Sviluppo Economico sia la Presidenza del Consiglio.
Per queste ragioni, in tutti i siti Micron, viene proclamato lo sciopero nazionale di 8 ore per la giornata di giovedì 30 aprile, dalle ore 8.00 alle ore 17.00.

(Comunicato stampa)

mercoledì 22 aprile 2015

Monza e Brianza: contenere i tagli previsti per il 2015

Monza e Brianza



Missione del Presidente Ponti a Roma per contenere il taglio di 19 milioni sul bilancio 2015




Dopo l’incontro con il Sottosegretario Pierapaolo Baretta dello
scorso venerdì nella sede provinciale di Monza, si è svolta nella
giornata di ieri la missione della Provincia a Roma per scongiurare il
taglio di oltre 19 milioni sul bilancio 2015.

Un taglio ingiusto – aveva spiegato il Presidente Gigi Ponti – che
supera il 30% della nostra spesa e non tiene conto del fatto che MB è
una Provincia giovane, costituita solo nel 2009: pertanto, rispetto ad
altre, deve far fronte ai mutui ereditati dallo scorporo, provvedere
alla propria dotazione infrastrutturale tra cui la costruzione della
sede, con evidenti ripercussioni sul patto di stabilità interno
”.

Così questa mattina, la delegazione della Provincia composta dal Presidente, dal Vicepresidente Roberto Invernizzi e dal Direttore Generale Erminia Zoppè
è stata ricevuta dai vertici e dai tecnici del SOSE, la società creata
dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e dalla Banca d'Italia
specializzata in studi di settore: durante l’incontro sono stati
approfondite le voci del bilancio MB “incomprimibili” che rappresentano
servizi per i cittadini, tra cui le manutenzioni degli edifici
scolastici, mentre altri capitoli sono stati meglio analizzati e
ricollocati nelle schede tecniche elaborate dalla Società.
“E’ stato un incontro proficuo – ha detto Ponti – che
ci ha consentito di illustrare la realtà della Brianza con tutti i suoi
primati di efficienza: grazie alla disponibilità dei tecnici potremo
ripresentare le schede che riguardano la nostra Provincia, con un
maggiore dettaglio sulle manutenzioni programmate, sugli interessi e
sulla realtà economica del territorio. Parametri questi che, se rivisti,
potrebbero far rientrare nelle casse dell’Ente risorse pari ad almeno
5-7 milioni di Euro
”.
Ponti ha ricordato la difficoltà di
raggiungere equilibri di bilancio sostenibili per le Province anche
durante il successivo incontro in agenda con l’On. Paola De Micheli, Sottosegretario all’Economia, illustrando quanto la “spending review” sia sempre più asfissiante per gli Enti Locali.
Agli incontri odierni ha partecipato anche l’On. Roberto Rampi che si è impegnato a seguire l’evolversi della situazione.

Non si tratta di difendere rendite di posizione - ha ribadito il Presidente – questi
tagli ormai mettono a serio rischio i servizi ai cittadini: strade,
scuole, trasporto pubblico che sono funzioni assegnate proprio alle
Province dalla Legge!
”.

giovedì 16 aprile 2015

#menogiornalimenoliberi una campagna per un'informazione plurale

Una campagna per la libertà di informazione e il pluralismo delle idee #menogiornalimenoliberi.
Un messaggio chiaro: l'informazione non è un prodotto qualsiasi e non può essere in balia del mercato. Una petizione su Change (qui) che ha raccolto già più di 4000 firme e il sostegno di giornalisti e scrittori che ci hanno messo la faccia, sostenendo con convinzione che la costruzione della democrazia passi anche attraverso la vera possibilità di esprimersi, per tutti, anche per le voci fuori dal coro.
Ecco la richiesta a difesa dei giornali e delle riviste no profit: 
"Circa 200 testate di giornali, gestite da cooperative e associazioni, tutte no profit, rischiano oggi, se non interverranno il Governo e il Parlamento con misure urgenti e adeguate, la definitiva chiusura.
Una chiusura che sarebbe di straordinaria gravità per un Paese democratico.
  • Senza questi giornali l'informazione italiana sarebbe in mano a pochi grandi gruppi editoriali e in molte Regioni e Comuni rimarrebbe un unico soggetto, monopolista di fatto, dell'informazione locale e regionale;
  • Senza questi giornali, impegnati da sempre a narrare e confrontare con voce indipendente esperienze, testimonianze, inchieste connesse a specifiche aree di aggregazione sociale e culturale e ad affrontare con coraggio tematiche di particolare rilevanza a livello nazionale, l'informazione italiana perderebbe una parte indispensabile delle proprie esperienze plurali.
Le conseguenze sociali ed economiche di queste chiusure?
  • Perdita di più di 200 voci libere dell’informazione, in tutta Italia;
  • perdita di 3.000 posti di lavoro tra giornalisti e poligrafici, con una forte ricaduta negativa per l’indotto (tipografi, giornalai, distributori, trasportatori) e per  le economie locali nel loro complesso;
  • 300 milioni in meno di copie di giornali distribuite ogni anno in Italia;
  • 500 mila pagine di informazione in meno ogni anno;
  • milioni di articoli, post, blog... in meno, ogni anno.
Inoltre, per lo Stato:
  • aumento dei costi per gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti;
  • minori entrate fiscali. 
Si può dimostrare che, in caso di chiusura di tante testate, i costi per lo Stato sarebbero largamente superiori  al valore delle somme necessarie per adeguare il Fondo per il contributo diretto all’Editoria al fabbisogno effettivo, individuabile per il 2015 in circa 90 milioni di euro.
La Carta fondamentale dei Diritti dell’Unione Europea impegna ogni Paese a promuovere e garantire la libertà di espressione e di informazione:
Lo Stato Italiano risulta oggi, però, agli ultimi posti in Europa per l’investimento pro capite a sostegno del pluralismo dell’informazione. L’investimento attuale è, infatti, pari ad una percentuale irrisoria  del Bilancio dello Stato."

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mercoledì 15 aprile 2015

Paulo Coelho - Il Diavolo e la Signorina Prym



Un romanzo di Paulo Coelho che ci racconta un eterno conflitto dell'umanità ma prima ancora dell’anima di ciascuno.
“L’uomo ha bisogno di quello che ha in sé di peggiore, per raggiungere ciò che di migliore esiste in lui”
Un incontro scontro, teso e surreale fin dal primo contatto, quello tra Chantal Prym, cameriera in un albergo di Viscos, un paesino di montagna dimenticato dall’evolversi frenetico della civiltà, e uno straniero alla ricerca di risposte introvabili e pronto a usare la piccola comunità per un suo esperimento sociologico e filosofico al tempo stesso.
Un piccolo mondo pieno di volti tipici e volutamente monotoni, stereotipati nei loro ruoli, desiderosi di routine e certezze, che viene sconvolto dall’arrivo di un uomo particolare, che ha fatto della sua sofferenza di vita una sfida col mondo e che sa subito stare simpatico a tutti. Loquace, racconta storie di mondi lontani e sconosciuti agli anziani del paesino e coinvolge la giovane Chantal in un piano più grande di lei e di lui stesso, che rischia di sfuggire di mano più volte.  La richiesta di infrangere dei comandamenti radicati nella collettività, di mettere alla prova i suoi concittadini in una sfida estrema tra il bene e il male.
Sfida che diventa a tratti scommessa con se stessi e che si compie nella mente di Chantal prima – eccessivamente fiduciosa e convinta della bontà delle uniche persone in mezzo a cui era cresciuta, spaventata dallo straniero ma sua complice e tramite - e nel comportamento di un’intera comunità divisa tra il desiderio di non fare nulla e di non essere disturbati nella propria quiete dalla sfida posta da quell'estraneo tramite la giovane donna e il bisogno di cambiare, di cogliere le occasioni, di migliorare ma pur sempre eseguendo gli ordini del sindaco o del prete. Una comunità che Chantal aveva riconosciuto come propria e che improvvisamente si disvela pronta a sacrificare un capro espiatorio al dio denaro.
Una storia sulla forza incredibile che ciascun essere umano ha dentro di sé, la possibilità di scegliere tra ciò che è bene e ciò che è male, il conflitto continuo tra l’angelo e il demone. Un conflitto che viene portato fino all’estremo e si fa risposta per entrambi, per lo straniero che finalmente quieta i suoi dubbi e spegne il lato demoniaco che lo guida da tempo e per Chantal che trova attraverso la propria esperienza diretta il significato profondo della responsabilità e della trasformazione.

giovedì 9 aprile 2015

Che cosa mi piace della politica?

Sicuramente scrivo qualcosa in controtendenza, visto che l'antipolitica va di moda. Ma credo sia invece fondamentale proprio perché l'antipolitica va di moda riuscire a ragionare sulle motivazioni e provare invece a credere nella speranza. E' facile dare spazio alla rabbia in tempo di crisi. Facile pensare sempre che gli altri siano i disonesti, e far leva sulle debolezze. Che è quello che sta facendo una certa parte - anche troppo ampia - della politica italiana e non solo. Una specie di ritorno al primitivo, una rinuncia al ragionamento perché troppo complesso, e una maggioranza che segue la via facile proposta da chi sembra avere tutte le risposte: l'immigrato cattivo, il lavoratore onesto, il pensionato ingiustamente povero, l'imprenditore evasore, e il cittadino per bene che se si sente descritto come tale si sente rappresentato. Ma quale cittadino per bene, quello che ha diritto a tutto anche a non ragionare prima di scegliere semplicemente ... perché è nato italiano?
Ma quale politico può definirsi un buon amministratore e rappresentante del popolo se pensa di avere la verità in tasca? 
Premesso che io sento di avere un'identità più europea che italiana, ma non ci sto. Non credo che "rappresentare" la rabbia sia una risposta convincente, non credo che possa portare a qualcosa di costruttivo né per il nostro Paese né più in generale per l'evoluzione della nostra civiltà europea.
La concretezza della speranza, questo è quello che deve saper portare avanti la politica. La buona politica. La concretezza delle scelte quotidiane, delle piccole battaglie su apparentemente piccoli temi che però per alcuni sono grandi temi. I risultati ottenuti con il lavoro costante, con il dialogo con i sindacati, con i lavoratori, uno ad uno. La scelta di provare a capire sempre l'altro, e prima ancora la scelta di ascoltare l'altro per poterlo capire. Qualcosa da cui un buon politico non può prescindere mai, questa è la politica che mi piace. La fiducia reciproca che fa sì che solo insieme si possa sempre trovare una strada da percorrere, non necessariamente un nemico da sconfiggere. Purtroppo l'umore che va per la maggiore di questi tempi non prevede strade da percorrere ma presunti nemici da sconfiggere perché diversi, e questo mi preoccupa assai.