"Questo testo non nasce solo ed esclusivamente nelle stanze della Camera dei deputati, nasce anche e soprattutto da un ascolto del territorio, fatto in maniera istituzionale sicuramente con le audizioni, ma fatto anche attraverso una concreta misurazione di quello di cui stiamo parlando. Io, come relatore, ho avuto modo di andare a visitare diverse redazioni di giornali, soprattutto di piccoli giornali locali, di frequentare, di conoscere, tanti del mondo della distribuzione, dei famosi edicolanti di cui tante volte ci dimentichiamo, dei distributori che si svegliano al mattino, all'alba, per fare in modo che ci siano i giornali affinché anche chi si sveglia prima di tutti li trovi già in edicola. Ecco questo è un mondo poco conosciuto e su cui credo la Camera dei deputati farebbe bene a concentrarsi. Lo dico perché credo che nelle prossime ore, nei prossimi giorni, noi torneremo e sentiremo ancora parlare di cose che in realtà con questo provvedimento non c'entrano nulla, perché è chiaro che questo provvedimento è pensato soprattutto per quelle realtà, per quel mondo che garantisce a questo Paese una informazione libera, soprattutto un'informazione locale, un'informazione di dettaglio, un lavoro da cronisti che forse non va più di moda, ma che anche nel tempo della rete è un lavoro importante. Quante volte ultimamente leggendo nelle nostre pagine ci interroghiamo «ma è vera questa notizia ?» e poi c’è un link. Ecco io credo che questa consapevolezza nell'interrogarsi se una notizia sia vera sia, da un lato un primo segnale positivo, perché forse ci siamo resi conto che non tutto quello che viene scritto in rete corrisponde alla verità, però è anche una preoccupazione perché qualche anno fa, qualche decennio fa, a nessuno sarebbe venuto il dubbio che quello che trovava sul suo quotidiano, sul suo settimanale in edicola, potesse non essere vero.
Magari poteva essere – certo lo era –
un'opinione e qui viene il secondo punto della legge. Noi stiamo cambiando
l'approccio a questa materia, fino ad oggi in questo Paese noi abbiamo avuto
degli importanti interventi che riguardavano il mondo dell'editoria inteso come
settore industriale, e sicuramente di questo noi stiamo parlando. Stiamo
parlando di aziende, stiamo parlando di lavoratori, stiamo parlando di
lavoratori che possono avere, anzi hanno, delle difficoltà e che in qualche
modo vanno aiutati. Però con questa legge noi abbiamo deciso di occuparci del
pluralismo dell'informazione e di fare, tra l'altro, un riferimento alla nostra
Costituzione quando parla del valore del pluralismo dell'informazione e di
dichiarare tutti insieme una convinzione doppia, la convinzione che per la
democrazia il pluralismo dell'informazione è un elemento essenziale (se non c’è
informazione e se non c’è pluralismo dell'informazione, non c’è democrazia,
perché per la democrazia non basta votare, bisogna votare in maniera informata
e consapevole) e abbiamo anche detto che il pluralismo è qualche cosa che si
ottiene certo con un'attività del mercato, del libero mercato, ma anche con un
intervento pubblico dello Stato laddove il mercato non riesce a garantire
questo obiettivo.
Ci siamo chiesti se l'informazione sia
semplicemente un prodotto come tutti gli altri oppure no e ci siamo risposti di
no. Ci siamo risposti che si tratta di qualche cosa di più essenziale: se
chiude una testata, una piccola testata locale, se in un intero territorio c’è
una sola voce o addirittura non ce n’è nessuna, questo non è un problema
indifferente a cui la comunità nel suo complesso, i cittadini innanzitutto che
poi si organizzano nello Stato, nello Stato che prova a dare delle risposte,
possono essere indifferenti. È quindi importante che ci siano lettori, è
importante che ci siano inserzionisti, ma è importante che ci sia comunque in
ogni caso garantita una pluralità. Per questo la legge dice che c’è una
relazione tra questi tre elementi, perché noi non proponiamo di finanziare
nessuno tout-court a priori, però proponiamo che una volta che
una testata è in grado di dimostrare di avere un certo numero di lettori e di
avere un certo tipo di sostegno, e quindi un bilancio solido, capace di
resistere nel tempo, e un progetto editoriale che ha senso di esistere,
è possibile secondo tutta una serie di norme che sono molto ben dettagliate
nella legge, quindi a determinate condizioni, ricevere un supporto pubblico per
continuare a portare avanti questo tipo di lavoro, questo tipo di servizio, che
è essenziale.
Le novità della legge sono tante, tra le
più importanti c’è sicuramente il fatto che si apra a nuove tipologie
editoriali, che si dia spazio ai giovani che vogliono entrare in questo mondo,
in questo mercato, che si accompagni una progressiva e definitiva
trasformazione della natura industriale di queste testate, anche rispetto al
mondo del digitale che ormai è una realtà, non è neanche più la novità, è
qualche cosa di consolidato, pensando di lavorare su un doppio binario che sia
quello dell'informazione tradizionale e quello dell'informazione multimediale e
digitale. Anche su questo ci sono alcuni importanti novità che ha voluto
introdurre il Senato. Ma il testo di legge, per questo mi rifaccio alla
relazione, tocca anche molti altri aspetti che riguardano l'ordine dei
giornalisti, che riguardano i prepensionamenti, che riguardano le
ristrutturazioni aziendali. Il Senato ha voluto introdurre anche novità
importanti per quanto riguarda le piccole emittenti locali, il servizio
pubblico di Stato; davvero tutta la filiera dell'informazione viene toccata.
Con quale approccio e con quale risultato ? Lo dirò veramente in poche parole:
questo è un provvedimento che, in qualche misura, il Parlamento ha tentato di
trattare in diversi modi, diverse volte, negli ultimi sei anni, non arrivando
mai allo stadio in cui si arriva oggi, cioè in prossimità di un voto definitivo
in cui il Parlamento può in maniera finale esprimersi con un contributo che è
durato davvero un tempo adeguato, con tanti contributi diversi. Risolverà tutti
i problemi del mondo dell'informazione ? Sicuramente no. Ci sono altri elementi
su cui intervenire ? Assolutamente ce ne sono, però rivede in maniera
definitiva e significativa una modalità di intervento dello Stato che aveva
lasciato anche diverse falle, diversi buchi, diverse perplessità, e lo fa
tenendo conto realmente della concretezza delle realtà su cui si vuole
intervenire. Ed io credo che per questo sia un contributo importante, sia anche
un buon esempio di lavoro parlamentare: perché in questo caso il Parlamento ha
voluto avanzare delle proposte, sono venute da diversi gruppi, ha voluto
fare un lavoro di Commissione, ha voluto fare un lavoro di confronti, di
audizione, ed è arrivato un testo definitivo, passato in tutte e due le Camere.
Io sono sinceramente,
Presidente, orgoglioso di consegnare questo lavoro a questa Camera. Ringrazio
tutti i colleghi di tutti i gruppi che hanno voluto crederci, che hanno voluto
impegnarsi in questo. Ringrazio il Governo per il suo contributo, che è stato
oggettivamente importante, e credo che nelle prossime ore noi potremo
consegnare un risultato al Paese; poi valuteremo gli effetti, e avremo modo
anche, se necessario, di intervenire successivamente."