giovedì 29 settembre 2016

La riforma dell'editoria al voto finale

E' tornata oggi in aula alla Camera la riforma dell'editoria, dopo il passaggio in Senato. Il voto è previsto a partire da martedì prossimo. Qui l'intervento dell'on. Roberto Rampi stamattina come relatore del provvedimento:


"Questo testo non nasce solo ed esclusivamente nelle stanze della Camera dei deputati, nasce anche e soprattutto da un ascolto del territorio, fatto in maniera istituzionale sicuramente con le audizioni, ma fatto anche attraverso una concreta misurazione di quello di cui stiamo parlando. Io, come relatore, ho avuto modo di andare a visitare diverse redazioni di giornali, soprattutto di piccoli giornali locali, di frequentare, di conoscere, tanti del mondo della distribuzione, dei famosi edicolanti di cui tante volte ci dimentichiamo, dei distributori che si svegliano al mattino, all'alba, per fare in modo che ci siano i giornali affinché anche chi si sveglia prima di tutti li trovi già in edicola. Ecco questo è un mondo poco conosciuto e su cui credo la Camera dei deputati farebbe bene a concentrarsi. Lo dico perché credo che nelle prossime ore, nei prossimi giorni, noi torneremo e sentiremo ancora parlare di cose che in realtà con questo provvedimento non c'entrano nulla, perché è chiaro che questo provvedimento è pensato soprattutto per quelle realtà, per quel mondo che garantisce a questo Paese una informazione libera, soprattutto un'informazione locale, un'informazione di dettaglio, un lavoro da cronisti che forse non va più di moda, ma che anche nel tempo della rete è un lavoro importante. Quante volte ultimamente leggendo nelle nostre pagine ci interroghiamo «ma è vera questa notizia ?» e poi c’è un link. Ecco io credo che questa consapevolezza nell'interrogarsi se una notizia sia vera sia, da un lato un primo segnale positivo, perché forse ci siamo resi conto che non tutto quello che viene scritto in rete corrisponde alla verità, però è anche una preoccupazione perché qualche anno fa, qualche decennio fa, a nessuno sarebbe venuto il dubbio che quello che trovava sul suo quotidiano, sul suo settimanale in edicola, potesse non essere vero.
Magari poteva essere – certo lo era – un'opinione e qui viene il secondo punto della legge. Noi stiamo cambiando l'approccio a questa materia, fino ad oggi in questo Paese noi abbiamo avuto degli importanti interventi che riguardavano il mondo dell'editoria inteso come settore industriale, e sicuramente di questo noi stiamo parlando. Stiamo parlando di aziende, stiamo parlando di lavoratori, stiamo parlando di lavoratori che possono avere, anzi hanno, delle difficoltà e che in qualche modo vanno aiutati. Però con questa legge noi abbiamo deciso di occuparci del pluralismo dell'informazione e di fare, tra l'altro, un riferimento alla nostra Costituzione quando parla del valore del pluralismo dell'informazione e di dichiarare tutti insieme una convinzione doppia, la convinzione che per la democrazia il pluralismo dell'informazione è un elemento essenziale (se non c’è informazione e se non c’è pluralismo dell'informazione, non c’è democrazia, perché per la democrazia non basta votare, bisogna votare in maniera informata e consapevole) e abbiamo anche detto che il pluralismo è qualche cosa che si ottiene certo con un'attività del mercato, del libero mercato, ma anche con un intervento pubblico dello Stato laddove il mercato non riesce a garantire questo obiettivo. 
Ci siamo chiesti se l'informazione sia semplicemente un prodotto come tutti gli altri oppure no e ci siamo risposti di no. Ci siamo risposti che si tratta di qualche cosa di più essenziale: se chiude una testata, una piccola testata locale, se in un intero territorio c’è una sola voce o addirittura non ce n’è nessuna, questo non è un problema indifferente a cui la comunità nel suo complesso, i cittadini innanzitutto che poi si organizzano nello Stato, nello Stato che prova a dare delle risposte, possono essere indifferenti. È quindi importante che ci siano lettori, è importante che ci siano inserzionisti, ma è importante che ci sia comunque in ogni caso garantita una pluralità. Per questo la legge dice che c’è una relazione tra questi tre elementi, perché noi non proponiamo di finanziare nessuno tout-court a priori, però proponiamo che una volta che una testata è in grado di dimostrare di avere un certo numero di lettori e di avere un certo tipo di sostegno, e quindi un bilancio solido, capace di resistere nel tempo, e un progetto editoriale che ha senso di esistere, è possibile secondo tutta una serie di norme che sono molto ben dettagliate nella legge, quindi a determinate condizioni, ricevere un supporto pubblico per continuare a portare avanti questo tipo di lavoro, questo tipo di servizio, che è essenziale. 
Le novità della legge sono tante, tra le più importanti c’è sicuramente il fatto che si apra a nuove tipologie editoriali, che si dia spazio ai giovani che vogliono entrare in questo mondo, in questo mercato, che si accompagni una progressiva e definitiva trasformazione della natura industriale di queste testate, anche rispetto al mondo del digitale che ormai è una realtà, non è neanche più la novità, è qualche cosa di consolidato, pensando di lavorare su un doppio binario che sia quello dell'informazione tradizionale e quello dell'informazione multimediale e digitale. Anche su questo ci sono alcuni importanti novità che ha voluto introdurre il Senato. Ma il testo di legge, per questo mi rifaccio alla relazione, tocca anche molti altri aspetti che riguardano l'ordine dei giornalisti, che riguardano i prepensionamenti, che riguardano le ristrutturazioni aziendali. Il Senato ha voluto introdurre anche novità importanti per quanto riguarda le piccole emittenti locali, il servizio pubblico di Stato; davvero tutta la filiera dell'informazione viene toccata. Con quale approccio e con quale risultato ? Lo dirò veramente in poche parole: questo è un provvedimento che, in qualche misura, il Parlamento ha tentato di trattare in diversi modi, diverse volte, negli ultimi sei anni, non arrivando mai allo stadio in cui si arriva oggi, cioè in prossimità di un voto definitivo in cui il Parlamento può in maniera finale esprimersi con un contributo che è durato davvero un tempo adeguato, con tanti contributi diversi. Risolverà tutti i problemi del mondo dell'informazione ? Sicuramente no. Ci sono altri elementi su cui intervenire ? Assolutamente ce ne sono, però rivede in maniera definitiva e significativa una modalità di intervento dello Stato che aveva lasciato anche diverse falle, diversi buchi, diverse perplessità, e lo fa tenendo conto realmente della concretezza delle realtà su cui si vuole intervenire. Ed io credo che per questo sia un contributo importante, sia anche un buon esempio di lavoro parlamentare: perché in questo caso il Parlamento ha voluto avanzare delle proposte, sono venute da diversi gruppi, ha voluto fare un lavoro di Commissione, ha voluto fare un lavoro di confronti, di audizione, ed è arrivato un testo definitivo, passato in tutte e due le Camere. 
Io sono sinceramente, Presidente, orgoglioso di consegnare questo lavoro a questa Camera. Ringrazio tutti i colleghi di tutti i gruppi che hanno voluto crederci, che hanno voluto impegnarsi in questo. Ringrazio il Governo per il suo contributo, che è stato oggettivamente importante, e credo che nelle prossime ore noi potremo consegnare un risultato al Paese; poi valuteremo gli effetti, e avremo modo anche, se necessario, di intervenire successivamente." 

mercoledì 28 settembre 2016

Accordo Governo-sindacati sulla previdenza: una giornata storica

A seguito del confronto avviato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in data 24 maggio 2016, Governo, CGIL, CISL e UIL con il presente verbale sintetizzano gli elementi di fondo emersi nel corso di una discussione approfondita e circostanziata sulle problematiche aperte in campo previdenziale, una discussione che ha fatto emergere un giudizio articolato da parte dei soggetti del confronto e che per le OO.SS. non esaurisce gli elementi della loro piattaforma.

In particolare, al fine di favorire l’equità sociale, di aumentare la flessibilità delle scelte individuali, di eliminare gli ostacoli alla mobilità lavorativa e di sostenere i redditi da pensione più bassi, il Governo e le OO.SS. concordano sull’obiettivo di adottare alcune delle misure elencate di seguito già a partire dalla prossima legge di bilancio (“fase I”) e di tenere aperto un confronto costruttivo e di merito su ulteriori interventi di riforma previdenziale nel corso del 2017 (“fase II”).
FASE I Il Governo e le OO.SS. concordano sull’obiettivo di sostenere i redditi medio-bassi da pensione (punti 1 e 2).
1. Riduzione delle imposte sulle persone fisiche per i redditi da pensione
Completando il percorso avviato con la scorsa Legge di Stabilità partendo dai pensionati con più di 74 anni, si prevede l’aumento della detrazione d’imposta (riconosciuta fino a 55.000 euro) per tutti i pensionati al fine di uniformare la loro no tax area a quella dei lavoratori dipendenti (8.125 euro).
2. Aumento dei trattamenti pensionistici di importo basso
Si prevede un intervento sulla somma aggiuntiva (la cosiddetta “quattordicesima mensilità”) teso sia ad aumentare gli importi corrisposti, sia ad estendere la platea dei beneficiari di circa 1,2 milioni di pensionati. Ciò sarà realizzato sia attraverso un aumento dell’importo per gli attuali beneficiari (circa 2,1 milioni di pensionati con redditi fino a 1,5 volte il trattamento minimo annuo INPS), sia attraverso l’erogazione della quattordicesima anche ai pensionati con redditi fino a 2 volte il trattamento annuo minimo INPS (circa 1.000 euro mensili nel 2016) nella misura prevista oggi.
Il Governo e le OO.SS. concordano sull’obiettivo di adottare interventi di equità sociale e di sostegno alla flessibilità in uscita dal mercato del lavoro per i lavoratori con periodi contributivi in gestioni diverse, per i lavoratori precoci e per i lavori usuranti (punti 3, 4 e 5).
3. Cumulo gratuito dei periodi contributivi
Si conviene sull’obiettivo di consentire la possibilità di cumulare tutti i contributi previdenziali non coincidenti maturati in gestioni pensionistiche diverse, ivi inclusi i periodi di riscatto della laurea, ai fini sia delle pensioni di vecchiaia sia di quelle anticipate. Tale possibilità potrà essere esercitata senza oneri da tutti gli iscritti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria dei lavoratori dipendenti, autonomi e degli iscritti alla gestione separata e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, in modo che possano conseguire un’unica pensione, anche nelle ipotesi in cui sia stato già maturato un autonomo diritto alla pensione presso una singola gestione. L’assegno pensionistico sarà calcolato pro-rata con le regole di ciascuna gestione.
4. Lavoratori precoci
Si concorda sull’obiettivo di favorire le carriere lavorative lunghe e iniziate in età molto giovane dai cosiddetti lavoratori precoci (cioè, per tutti quelli con 12 mesi di contributi legati a lavoro effettivo anche non continuativo prima del compimento del diciannovesimo anno d’età). In particolare, si prevede un intervento diretto a:
- eliminare le penalizzazioni sul trattamento pensionistico previste dall’articolo 24, comma 10, del D.L. 201/2011 in caso di accesso al pensionamento anticipato prima di 62 anni d’età;
- per i lavoratori precoci (così come definiti sopra), consentire l’accesso alla pensione con 41
anni di contributi per disoccupati senza ammortizzatori sociali, persone in condizioni di salute che determinano una disabilità e lavoratori occupati in alcune attività particolarmente gravose.
Le categorie di lavoro gravoso di cui al precedente punto saranno individuate dopo un confronto tra governo e OO.SS. utilizzando tre criteri di massima: (i) l’attuale normativa che individua le attività usuranti e in particolare il decreto legislativo 67 del 2011; (ii) l’analisi delle mansioni per le quali, sulla base della normativa italiana e delle analisi scientifiche internazionali, si sono rivelati più alti i rischi di “stress lavoro correlato” (istituto previsto a livello europeo e recepito in Italia nel 2008); (iii) nei limiti della disponibilità dei dati, una verifica degli indici infortunistici e di malattie professionali in funzione del crescere dell’età anagrafica. La convergenza tra Governo e OO.SS. su questo punto resta ovviamente condizionata all’esito positivo di questo confronto.
5. Lavori usuranti
Si conviene sull’obiettivo di introdurre nuove e migliori condizioni di accesso al pensionamento per le lavoratrici e i lavoratori occupati in mansioni usuranti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67. In particolare, si concorda di: - consentire l’anticipo del pensionamento di 12 o 18 mesi anche rispetto all’attuale normativa agevolata, attraverso l’eliminazione delle finestre di accesso previste dall’art. 24, comma 17bis del D.L. 201/2011;
- prevedere che l’accesso al beneficio possa avvenire, a partire dal 2017, avendo svolto una o più attività lavorative usuranti, sia per un periodo di tempo ameno pari a sette anni negli ultimi dieci di attività lavorativa, senza il vincolo di impiego in attività usurante nell’anno di raggiungimento del requisito, sia avendo effettuato l’attività particolarmente usurante per un numero di anni almeno pari alla metà dell’intera vita lavorativa; - eliminare l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita a decorrere dal 2019;
- valutare la fattibilità amministrativa di semplificazioni relative alla documentazione
necessaria per la certificazione del diritto di accesso al beneficio.
Il Governo, a fronte dei vincoli di finanza pubblica che ostacolano soluzioni più ampie, intende comunque introdurre un meccanismo finanziario di mercato che introduca elementi di flessibilità nelle scelte individuali (punti 6 e 7).
6. Nuova forma di sostegno all’uscita flessibile dal mercato del lavoro - APE
Negli ultimi anni l’incremento dell’aspettativa di vita e le crescenti difficoltà occupazionali indotte dalla crisi economica hanno determinato condizioni nuove che si riflettono negativamente sul sistema previdenziale, facendo emergere una molteplicità di problemi che richiedono soluzioni diversificate. Il Governo intende prevedere strumenti diversificati di intervento che offrano una maggiore flessibilità per gestire l’uscita dal mercato del lavoro. Attualmente la flessibilità di uscita
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per le generazioni ora prossime al pensionamento (sistema retributivo e misto della riforma Dini) è prevista solo per le carriere lunghe con il canale del pensionamento anticipato. Canale che trova negli interventi indicati una sua maggiore efficacia ed equità (precoci, usuranti e cumulo). Ma a ciò si contrappone una sostanziale rigidità nell’uscita dal mercato del lavoro per coloro che, non avendo maturato carriere molto lunghe, possono accedere al solo pensionamento di vecchiaia.
Per questi motivi, le lavoratrici e i lavoratori con età anagrafica pari o superiore ai 63 anni e che maturano entro 3 anni e 7 mesi il diritto a una pensione di vecchiaia d’importo (certificato dall’INPS) non inferiore a un certo limite potranno accedere su base volontaria a un nuovo strumento finanziario, denominato Anticipo Pensionistico (APE). L’APE rappresenta un “flusso finanziario ponte” di ammontare commisurato alla pensione di vecchiaia attesa al raggiungimento dei requisiti anagrafici e certificata dall’INPS; flusso erogato fino alla maturazione degli ordinari requisiti pensionistici di età per la pensione di vecchiaia. Per l’APE è previsto un periodo di sperimentazione della durata di due anni.
APE volontaria
L’APE è richiesta presso l’INPS ed è finanziata da un prestito corrisposto da un istituto di credito. Contestualmente al prestito, il richiedente accende un’assicurazione contro il rischio di premorienza con una compagnia assicuratrice. L’APE è esente da imposte ed è erogata mensilmente per 12 mensilità. La restituzione del prestito (comprensiva degli interessi bancari e degli oneri relativi alla polizza assicurativa) avviene a partire della data di pensionamento con rate di ammortamento constanti per una durata di 20 anni. In caso di decesso del soggetto che ha avuto accesso all’APE, il capitale residuo sarà rimborsato dall’assicurazione con la quale è stata stipulata la polizza contro il rischio premorienza, e quindi non si rifletterà sulla eventuale pensione di reversibilità o sugli eredi. Il lavoratore o la lavoratrice interessati scelgono l’istituto di credito e la società assicuratrice fra quelli aderenti a un’apposita convenzione stipulata con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nella quale saranno definite le condizioni standard di miglior favore. APE agevolata
Ferma restando la non piena condivisione da parte delle OO.SS. sul meccanismo dell’APE, Governo e OO.SS. convengono sull’obiettivo, socialmente qualificato, di prevedere un’APE agevolata per alcune categorie, tramite la definizione di bonus fiscali aggiuntivi o di trasferimenti monetari diretti, volti a garantire un “reddito ponte” interamente a carico dello Stato per un ammontare prefissato (ferma restando la facoltà dell’individuo di richiedere una somma maggiore). Tale intervento agevolativo riguarderà alcune categorie di lavoratrici e lavoratori ritenuti in condizioni di maggior bisogno, sulla base di requisiti quali (a) lo stato di disoccupazione (e assenza di reddito), (b) la gravosità del lavoro (pesante o rischioso) per la quale la permanenza al lavoro in età più elevata aumenta il rischio di infortunio o di malattia professionale, (c) le condizioni di salute, (d) i carichi di lavoro di cura legato alla presenza di parenti di primo grado conviventi con disabilità grave.
Le categorie di cui alla lettera (b) e alla lettera (c), nonché l’ammontare prefissato del reddito ponte agevolato saranno individuate dopo un confronto tra governo e OO.SS., tra le altre cose utilizzando i criteri richiamati al punto 4 del presente verbale. La convergenza tra Governo e OO.SS. in merito all’APE agevolata sociale resta ovviamente condizionata all’esito positivo di questo confronto.
APE e imprese
Nel caso di accordo tra le parti, al fine di agevolare la scelta del lavoratore, il datore di lavoro può sostenere i costi dell’APE attraverso un versamento all’INPS di una contribuzione correlata alla retribuzione percepita prima della cessazione del rapporto di lavoro, in presenza di accordi collettivi anche attraverso appositi fondi bilaterali in essere o appositamente creati, in modo da produrre un aumento della pensione tale da compensare gli oneri relativi alla concessione dell’APE. Allo stesso fine, il Governo si impegna a definire interventi di agevolazione fiscale per favorire quote di contribuzione aggiuntiva non ordinaria da parte del datore di lavoro alla previdenza complementare, al fine di potenziare la rendita temporanea erogata dalla previdenza complementare o la pensione integrativa per compensare gli oneri dell’APE. Tali soluzioni permetteranno di rafforzare la strumentazione per governare i processi di turnover aziendali anche attraverso l’individuazione di opportune forme di bilateralità.
7. Uscite anticipate e flessibilità della previdenza complementare – RITA
Contestualmente, il Governo si impegna a realizzare un cambiamento normativo e fiscale della previdenza complementare per accrescere la flessibilità di utilizzo di tale strumento, al fine di adeguare le prestazioni della previdenza complementare anche alle necessità della gestione flessibile dell’uscita dal mercato del lavoro. In particolare, si definirà una modalità che consenta al lavoratore che ha maturato un montante in un fondo integrativo di attingere prima dell’età di pensionamento a tale montante, volontariamente e nella misura scelta, per poter usufruire di una rendita temporanea per il periodo che manca alla maturazione del diritto alla pensione (età del pensionamento di vecchiaia). Tale nuova opportunità (denominata “Rendita Integrativa Temporanea Anticipata”, RITA) sarà agevolata fiscalmente con una tassazione inferiore a quella attualmente prevista per le anticipazioni, e pari a quella prevista sulla pensione complementare erogata in rendita. Il Governo si impegna altresì a definire strumenti di incentivazione fiscale finalizzati ad agevolare l’utilizzo volontario del TFR accantonato presso l’impresa o di contributi aggiuntivi per accedere alle prestazione anticipate di previdenza complementare.
FASE II
Il Governo e le OO.SS. si impegnano a proseguire il confronto per la definizione di ulteriori misure di riforma del sistema di calcolo contributivo, per renderlo più equo e flessibile, per affrontare il tema dell’adeguatezza delle pensioni dei giovani lavoratori con redditi bassi e discontinui, per favorire lo sviluppo del risparmio nella previdenza integrativa, mantenendo la sostenibilità finanziaria e il corretto rapporto tra generazioni insiti nel metodo contributivo (punti 8 e 9).
8. Interventi di riforma all’interno del sistema contributivo
In particolare, il confronto si svilupperà sui seguenti temi: - in vista di un possibile intervento di riduzione strutturale del cuneo contributivo sul lavoro
stabile al termine della fase attuale di esoneri temporanei, valutare l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia, legata agli anni di contributi e all’età di uscita, al fine di garantire l’adeguatezza delle pensioni medio-basse;
- interventi sulla previdenza complementare, volti a rilanciarne le adesioni, a favorire gli investimenti dei fondi pensione nell’economia reale e a parificare la tassazione sulle
 prestazioni di previdenza complementare dei dipendenti pubblici al livello di quella dei
privati; - favorire una maggiore flessibilità in uscita all’interno del sistema contributivo, anche con
una revisione del requisito del livello minimo di importo (2,8 volte l’assegno sociale) per
l’accesso alla pensione anticipata; - valorizzare e tutelare il lavoro di cura a fini previdenziali;
- nell’ambito del necessario rapporto tra demografia e previdenza e mantenendo
l’adeguamento alla speranza di vita, valutare la possibilità di differenziare o superare le attuali forme di adeguamento per alcune categorie di lavoratrici e lavoratori in modo da tenere conto delle diversità nelle speranze di vita (si vedano le raccomandazioni del rapporto OCSE, Fragmentation of retirement markets due to differences in life expectancy, 2016);
- approfondire lo studio della separazione fra previdenza e assistenza a fini statistici e per la corretta comparazione della spesa previdenziale a livello internazionale.
9. Perequazione dei trattamenti pensionistici
Il Governo si impegna sin d’ora, dopo il termine previsto dell’attuale meccanismo di rivalutazione dei trattamenti pensionistici per “fasce di importo”, a introdurre un sistema di perequazione basato sugli “scaglioni di importo”, confermando a partire dal 2019 il ritorno al meccanismo già previsto dalla legge 388/2000. Si impegna inoltre a valutare la possibilità di utilizzare un diverso indice per la rivalutazione delle pensioni, maggiormente rappresentativo della struttura dei consumi dei pensionati, e a valutare la possibilità di recuperare parte della mancata indicizzazione ai fini della rivalutazione una tantum del montante nel 2019.
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sabato 24 settembre 2016

Assemblea nazionale di Sinistra per il sì il 2 ottobre a Milano

I cittadini italiani, in autunno, saranno chiamati a decidere se approvare definitivamente le riforme adottate dal Parlamento alla seconda parte della Costituzione.
Si tratta di un momento importante per la nostra democrazia. Solenne. In cui il popolo si fa costituente.
Per noi si tratta di attuare sempre meglio i valori e i principi contenuti nella prima parte della Costituzione secondo quanto previsto dagli stessi padri costituenti, tenendo conto dei tanti cambiamenti intervenuti in questi settant'anni che ci separano dall'adozione della Costituzione.
Irrobustire la democrazia, dare più forza al Parlamento, qualificare l'azione del Governo, definire meglio il ruolo delle Regioni, valorizzare i Comuni, migliorare tempi e processi decisionali superando innanzitutto il bicameralismo paritario, dare più voce ai cittadini con le leggi d'iniziativa popolare e i referendum.
Tante volte nel passato si è tentato questo cammino senza mai riuscire in un esito positivo. Anche per questo la nostra democrazia soffre. Ora siamo arrivati a un passo dal risultato, con un testo che nel suo percorso parlamentare e con il contributo di tanti si è arricchito di novità e miglioramenti.
Ora è il tempo di scegliere. Il tempo della responsabilità.
Vogliamo contribuire a un dibattito largo, partecipato. Vogliamo offrire le buone ragioni del SI stando ai contenuti della riforma ed evitando qualsiasi lettura autoreferenziale e politicista, distante anni luce dalle necessità dei cittadini.

In questo sforzo riconosciamo grande parte delle riflessioni che storicamente hanno animato le proposte di cambiamento e di innovazione istituzionale della sinistra riformista italiana.
Nelle prossime giornate percorreremo tutto il Paese con iniziative, dibattiti e incontri per spiegare la riforma, confrontarci con tutti e dare vita a comitati locali che radichino sempre meglio nel territorio il sostegno al si.
Promuoviamo anche per questo un percorso nazionale di iniziative con i primi appuntamenti salienti già previsti a Rimini il 24 settembre, Torino, Palermo e Napoli.
Invitiamo inoltre tutti, esperienze politiche e forze sociali, all'Assemblea nazionale aperta che terremo Domenica 2 Ottobre a Milano.
Noi, donne e uomini della Sinistra, sosteniamo le ragioni del Si avendo a cuore prima di tutto democrazia, lavoro, welfare, solidarietà, equità, partecipazione.
Per una democrazia inclusiva e decidente. Per una Politica capace di migliorare se stessa e le istituzioni, in cui i cittadini tornino a riconoscersi, per dare voce e protagonismo a chi non ne ha.
Prime adesioni:
Luigi Berlinguer, Franco Cassano, Vannino Chiti, Cesare Damiano, Paola De Micheli, Piero Fassino, Anna Finocchiaro, Roberto Gualtieri, Alessandra Kustermann, Catiuscia Marini, Maurizio Martina, Matteo Mauri, Matteo Orfini, Andrea Orlando, Gianni Pittella, Luciano Pizzetti, Edo Ronchi, Sergio Staino, Mario Tronti, Salvatore Veca, Francesco Verducci, Sergio Zavoli, Nicola Zingaretti.
Per partecipare e aderire scrivere a contatti@sinistraperilsi.it

venerdì 16 settembre 2016

18app il sito per i diciottenni #bonuscultura

E' partito il 15 settembre 18app, il bonus di 500 euro da spendere in cultura destinato a tutti i diciottenni residenti nel nostro Paese.
Tutti gli esercenti della cultura, accreditarsi nel sistema attraverso il sito www.18app.it. I diciottenni avranno la possibilità di generare i buoni di spesa dai primi giorni di ottobre nel mentre dovranno iscriversi a SPID, condizione necessaria per accedere a 18app.
Nato dall’idea che per ogni euro investito in sicurezza un euro vada investito in cultura, 18app è il benvenuto nella comunità adulta e, al contempo, è una responsabilità: quella di essere coeredi del più grande patrimonio culturale del mondo.
Chi diventa maggiorenne potrà così, per oltre un anno, spendere 500 euro per visitare un museo, un area archeologica, per vedere un film, una mostra o uno spettacolo teatrale, per ascoltare un concerto, per comprare un libro.
18 app sarà un incentivo per i ragazzi che entrano nell'età adulta a “consumare” beni culturali e costituirà un formidabile e mai sperimentato viatico per accelerare il processo di digitalizzazione del nostro Paese.
- Come funziona
Per accedere al bonus occorre andare su www.18app.it (owww.diciottapp.it) e registrarsi. La webapp sarà collegata a un plafond che si attiverà a partire dal compimento della maggiore età.
I 500 euro potranno essere utilizzati per acquistare le seguenti categorie di prodotti stabilita dal Dpcm di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale:
- Biglietti o abbonamenti per cinema e teatro
- Biglietti per concerti e altri spettacoli dal vivo
- Libri
- Biglietti per accesso a musei, mostre, aree archeologiche, monumenti, gallerie, fiere culturali, parchi naturali


Sia i ragazzi che gli esercenti dovranno registrarsi on line alla piattaforma. I primi dovranno iscriversi a Spid inserendo dati anagrafici, di residenza e un recapito valido (indirizzo email o cellulare), i secondi registrandosi suwww.18app.it tramite le credenziali in loro possesso fornite dall'Agenzia delle Entrate. Nella procedura di registrazione dovranno quindi inserire Partita Iva, denominazione e ambito, bene o servizio offerto, luogo, codice Ateco.​
Per acquistare i beni saranno generati dei buoni che potranno essere spesi, in più occasioni, dai giovani nati nel 1998. Il bonus sarà spendibile fino al 31 dicembre 2017 in modo da non penalizzare chi è nato negli ultimi mesi dell’anno. Gli esercenti potranno registrarsi dal 15 settembre fino al 30 giugno 2017.
La webapp sarà strutturata in modo di operare la scelta per ambito/esercente/bene. Una volta fatta il beneficiario indicherà data e importo totale del buono. Il sistema genererà un buono (legato all'identità del diciottenne) che sarà univoco e potrà essere salvato in formato pdf o in visualizzazione Qr Code o Barcode, anche direttamente dal telefono. A sua volta l’esercente dovrà inserire la propria partita Iva, il codice del buono e un captcha. Una volta eseguita questa operazione il codice del buono verrà verificato dal sistema che allo stesso tempo controllerà se il buono si riferisce all’esercente corrispondente alla partita Iva indicata. Una volta conclusa l’operazione ci sarà la convalida con l’importo scalato dal borsellino del beneficiario.
La fattura verrà inviata, tramite Pec, a una specifica casella del Mibact tramite la piattaforma Sdi. La verifica delle fatture elettroniche degli esercenti sarà compito della Consap in concerto con il Mibact stesso.

lunedì 12 settembre 2016

Per una democrazia decidente: una splendida lezione di bella politica con Luciano Violante a Monza

Un incontro intenso e molto partecipato, sala strapiena di persone che hanno ritrovato la capacità di emozionarsi per la bella politica, di interessarsi a capire, ascoltare, chiedere, di portare avanti un percorso insieme. Ieri a Monza una grande lezione di buona politica, quella vera, e di democrazia con Luciano Violante e Roberto Rampi. Di quanto la nostra democrazia sia fragile e di quanto sia necessario conoscere il faticoso percorso storico che abbiamo fatto per arrivare qui per scegliere con consapevolezza di guardare al futuro, con fiducia. La necessità di avere radici profonde e di non disconoscerle, riconoscendo certo gli errori del passato ma con la consapevolezza che senza radici non si cresce. E la necessità in un ordinamento democratico di avere fiducia nei nostri rappresentanti in parlamento e in questa riforma che renderà l'impianto legislativo più efficiente e al passo con i tempi. Non è mancato il dibattito nella parte finale e una lunga risposta di Luciano Violante alle innumerevoli domande dei cittadini:




Cosa dovrebbe essere davvero la politica? E il confronto dei cittadini con i propri rappresentanti? "La politica è pedagogia permanente" ci ricorda l'ex presidente della Camera, e ascoltando insieme due grandi uomini della politica passata, presente e futura vien da crederci. 
Non capita spesso di ascoltare grandi menti che hanno fatto la storia della politica italiana, e anche ieri le innumerevoli persone che sono state all'incontro all'Urban Center di Monza sono tornate a casa con qualcosa in più: conoscenze, dubbi, domande, risposte e una rinnovata passione politica, e l'impegno a far sì che da oggi al referendum i cittadini abbiano tutte le informazioni per un sì consapevole, convinto e non da tifosi.
Per dire sì al futuro, a un'Italia più europea, al cambiamento che è crescita sulle proprie radici e non disconoscimento del passato, a mettersi in gioco in prima persona perché il nostro Paese possa essere consapevole del valore della democrazia conquistata e della necessità che la democrazia possa decidere e dirigere, oltre che rappresentare. 

Ecco la parte iniziale dell'incontro: 



venerdì 9 settembre 2016

Conosci la riforma costituzionale e cosa prevede.

Costituendum, l'app per smartphone e tablet sulla riforma costituzionale.
Un istruttivo gioco gratuito che mette alla prova la tua conoscenza su come cambierà la Costituzione Italiana con la vittoria del Sì al referendum costituzionale.
Giocando, l'app ti fornisce dettagli e informazioni sulle modifiche che saranno oggetto del referendum.
È possibile giocare da soli o in modalità multiplayer ed invitare i tuoi amici di Facebook.

Scaricala qui:

- Per Apple:
https://appsto.re/it/G_LDeb.i

- Per android: (Samsung, LG, Sony, Huawei, HTC e altri)
https://play.google.com/store/apps/details?id=it.partitodemocratico.costituendum

martedì 6 settembre 2016

Incontro in Regione Lombardia su #metroavime e traporto pubblico locale

Questa mattina presso la sede del Consiglio Regionale della Lombardia, l'assessore alle infrastrutture e mobilità Alessandro Sorte ha ricevuto il Gruppo Inquinamento e Mobilità del Vimercatese.
Obiettivo dell'incontro era quello di verificare la disponibilità da parte di Regione Lombardia nel proseguire l'impegno per la realizzazione del prolungamento della M2 da Cologno Nord a Vimercate.
Nei prossimi giorni sarà inviato al gruppo un calendario dei lavori inerenti al progetto M2 e dei prossimi step da portare avanti.
Ulteriore impegno preso da parte di Regione Lombardia è quello di convocare un tavolo di lavoro, in cui si riuniranno, oltre la stessa Regione, i sindaci dei comuni interessati, del Governo e di ATM. 
Abbiamo provveduto inoltre a consegnare le firme della petizione per la #metroavime https://www.change.org/p/regione-lombardia-portate-la-metropolitana-a-vimercate-metroavime aggiornate ad oggi. Le stesse firme erano state consegnato l'11 aprile al ministro Graziano Delrio. 


giovedì 1 settembre 2016

L'imbarazzante campagna del #fertilityday


Cara Lorenzin, per crescere un bambino non bastano un ovulo e uno spermatozoo ma serve una comunità che lo accolga e se ne prenda cura. Serve che i genitori che lo hanno messo al mondo siano felici e vogliano dare a quel bambino tutto ciò di cui ha bisogno, e possano farlo senza trasmettere frustrazione e rabbia verso il sistema in cui sono inseriti. E' necessario che il bimbo sia inserito in una comunità che garantisca tutto questo: la possibilità al bimbo, futuro cittadino, di crescere, andare a scuola, socializzare con gli altri, sviluppare curiosità e strumenti per affrontare la vita. Tutto ciò non è possibile se e quando la genitorialità (maternità o paternità che sia) non è consapevole, scelta, matura. E non è possibile se non ci sono asili nido, nursery aziendali, garanzie per la donna che rimane incinta di continuare a ricevere un bonifico costante fino a quando non potrà cercarsi un nuovo lavoro secondo i canoni della società in cui è inserita.
La società italiana non consente alla donna di mantenere intatto il proprio lavoro tra il momento in cui rimane incinta e il termine dell'allattamento, la aziende italiane non danno i permessi di paternità facoltativi, chi fa i colloqui chiede alle donne tra i 25 e i 40 anni "lei è fidanzata?". I nonni italiani spesso non sono ancora in pensione o non hanno una pensione adeguata ad aiutare i nipoti, né sono tenuti a farlo dopo aver investito migliaia di euro nel pagare l'università e i progetti all'estero dei propri figli senza vederne i frutti.
I contratti di lavoro durano meno di una gravidanza e l'ISEE dell'anno prima, sulla base del quale sarà stabilità la retta del nido, non tiene conto del fatto che i soldi dell'anno prima a settembre dell'anno dopo li hai già finiti. Nel nostro sistema sanitario, non è possibile per una donna prenotare delle ecografie gratuite durante tutta la gravidanza in tutti gli ospedali indipendentemente dal reddito a differenza di quanto avviene, per esempio, in Gran Bretagna, e questo è un problema che il suo ministero può risolvere.
La fertilità non è un bene comune, la mia fertilità sono fatti miei, il bene comune sono i bambini e quello che può fare un ministero come il suo - e non solo - sono delle politiche per accogliere il bambino nella comunità. Per far sì che non vi sia un giudizio morale sulla madre che sceglie di lavorare con un bimbo piccolo, per far sì che gli orari dei nidi siano compatibili con gli orari lavorativi dei genitori e che le educatrici dei nidi non accusino le madri di essere usate come "parcheggio" se una mamma non finisce di lavorare alle 18. Perché i centri commerciali chiudono alle 22, i call center lavorano spesso fino a mezzanotte, le hostess lavorano H24 e tantissime donne e uomini giovani vogliono lavorare in un centro commerciale, in un call center, in un aeroporto o magari è l'unico lavoro che hanno trovato nonostante gli studi in tutt'altro settore.