martedì 25 febbraio 2020

Corona virus: regione Lombardia fa le ordinanze a metà?

Sono indecisa al momento, se tra le conseguenze del coronavirus sarà più grave:

1) La crisi economica dovuta alle restrizioni per gli esercizi commerciali in particolare per i bar dopo le 18, oltre al fatto di aver chiuso le scuole senza aver pensato alle conseguenze sulla vita lavorativa dei genitori. Non può esserci uno scollamento tra i servizi pubblici e la vita lavorativa, non sue due rette parallele che non si intersecano mai, la vita delle famiglie è intersecata in modo complesso eanche lo smart working (soluzione certamente ottima quando possibile) va organizzato in anticipo. Per non parlare dei danni alle partite iva, ai lavoratori con contratto a chiamata o ritenuta d'acconto, ai lavoratori dello spettacolo dal vivo. 

2) Le pozioni magiche di "mio cugino" su facebook, che invitano a fare il piccolo chimico con la candeggina per farsi l'amuchina in casa. Fino a ieri la maggior parte delle persone non si lavava le mani dopo essere stati in bagno o prima di mangiare, ora sembrate tutti disinfettante-dipendenti. 

3) L'impossibilità a chiamare il 112 in caso di vera emergenza, visto che è intasato dalle richieste di informazioni. Il coronavirus non annulla incidenti stradali gravi, infarti, ictus, parti, per cui per favore il 112 lasciatelo libero per le reali emergenze, l'ipocondria non è un'emergenza. C'è un numero apposito di Regione Lombardia per la richiesta di informazioni 800994545 e il numero attivo a livello nazionale 1500.  
 







Soluzioni simpatiche da Milano per fare comunque l'aperitivo.

L'ironia di alcuni bar sull'ordinanaza a fasce orarie
Il sindaco di Messina, alle prese con le conseguenze prevedibili delle chiusure delle università lombarde
Una mamma del Paese reale: perché avete chiuso le scuole, ma non avete pensato all'organizzazione famigliare

sabato 22 febbraio 2020

Coronavirus: la psicologia del malato riguarda tutto il sistema di informazione?

Dunque oggi si scopre che il presunto "paziente 0" non ha mai avuto il coronavirus. Per cui dopo aver accusato la globalizzazione, il capitalismo, aver linciato il trasfertista ... non si sa dove il paziente 1 abbia preso questo virus. Ho un'idea poco medica e tanto psicologica: i medici rispettino il segreto professionale e non spiattellino qualunque cosa ai giornali soprattutto quando c'è di mezzo un uomo con una moglie incinta al 7° mese, mettetevi tutti nei panni di lui o di lei o dei famigliari. La verità non la dobbiamo conoscere tutti, a noi cittadini non frega niente e neanche all'informazione, laddove non diventa erroneamente spettacolo, serve solo ai medici. Finitela di intervistare i genitori, la moglie e una serie di persone intorno confrontando le dichiarazioni pubblicamente, o temo che la verità non verrà mai fuori. (Per altro non ho capito in quale fase storica sia stato sospeso il segreto professionale dei medici e di tutte le persone che hanno un incarico professionale correlato e non per questo fanno un comunicato stampa).

lunedì 17 febbraio 2020

194, non toccarla!

Gli uomini che giudicano le scelte relative al corpo femminile non meriterebbero neanche un commento. Trovo però estremamente pericoloso che un parlamentare ex ministro utilizzi il suo ruolo politico per veicolare un'immagine della donna, delle fasi di fragilità della vita femminile, della situazione precaria in cui una donna può trovarsi come negativa e addirittura "incivile". Compito di un politico, se rileva un uso improprio del servizio sanitario pubblico è aprire immediatamente un tavolo con gli operatori del settore - che dovrebbero essere competenti dal punto di vista medico e non giudicare moralmente - ed iniziare a tracciare un quadro del problema, per esempio: 1) i contraccettivi sono accessibili in modo rapido e gratuito per tutte le fasce d'età e di reddito e anche alle donne che parlano con difficoltà l'italiano? Esiste un percorso formativo che aiuti soprattutto le giovani adolescenti o le mamme che hanno già avuto tre o quattro figli e non hanno soldi a capire qual è il contraccettivo giusto per loro? 2) esistono degli uomini che pur non intendendo prendersi la responsabilità di un figlio non usano sistematicamente il preservativo, fanno pressioni per non utilizzarlo o impongono alle donne di rinunciare al figlio? 3) esiste un problema lavorativo per determinate categorie professionali qualora si rimanga incinte nel periodo sbagliato? La politica può intervenire in merito? 4) siamo sicuri che le informazioni numeriche veicolate relative alle donne che si recano al pronto soccorso non siano piuttosto relative alla pillola del giorno dopo e non all'interruzione di gravidanza? La pillola del giorno dopo è disponibile effettivamente in farmacia in ogni orario del giorno e della notte e è possibile averla senza passare da un ospedale? Se un servizio sanitario funziona non c'è bisogno di rivolgersi mai al pronto soccorso per nessun tipo di servizio, laddove la burocrazia è eccessiva, complessa e il tempo a disposizione è poco è più facile rivolgersi ad un servizio emergenziale che va a supplire le carenze di tutto il sistema. La politica intervenga sul sistema, non si metta a giudicare i sintomi del suo malfunzionamento dal punto di vista etico o morale.