giovedì 28 ottobre 2021

DDL Zan: prima le persone o prima i partiti?

Quindi in sintesi nessuno voleva quella legge, nessuno la voleva scritta così, ne abbiamo fatto inutilmente una bandierina di partito, perché il consenso lo dobbiamo misurare su quanto siamo fedeli alla linea e come al solito c'è una specie di gara a dimostrarsi dalla parte giusta, senza aver mai tentato un ragionamento o un compromesso - dove "compromesso" non è una parolaccia - ma mettere a un tavolo le istanze di tutti e capire qual è il punto di caduta. Un po' come "senza di me", "avanti con Conte" e altre dichiarazioni smentite nel giro di poche settimane, in questo caso c'è voluto qualche mese. Per altro, quando finisci 154 a 131 forse è il caso di chiedersi se non era meglio un'altra strada, per esempio intestarci noi la mediazione e trovare un punto di incontro prima di andare in aula a sbattere, quanto meno per raggiungere l'obiettivo di averla una legge contro l'omotransfobia. Invece ora siamo al livello di senatori che fotografano il voto segreto e che accusano di tradimento i partiti che hanno tentato la mediazione con largo anticipo. Cambiare idea sulla base delle circostanze e del contesto in cui ci si trova - oltre che ovviamente dei numeri - dovrebbe essere una ricchezza per la politica, non un tradimento! Cambiare idea, fare delle modifiche, emendare sono tutti strumenti che permettono di raggiungere gli obiettivi in tempi ragionevoli e tenendo conto della realtà.

Notare poi come in ogni contesto complesso e ogni volta che c'è da analizzare una sconfitta o un risultato che non era uguale alle aspettative, nei vari post e comunicati pubblici spostiamo sempre l'asse dalle persone al partito: il fine dell'azione politica sono sempre le persone, il bene delle persone, la rappresentnza delle persone. Il partito è uno strumento dell'agire politico, non il suo fine. Le persone sono il fine dell'agire politico e non lo strumento. A volte si tende a spingere in direzione contraria, cioè intendere il partito - e la sua sicurezza e stabilità - come fine dell'agire politico e le persone come strumento per la realizzazione di questo fine: così non si va da nessuna parte perché si impedisce il dibattito, l'arricchimento degli uni verso gli altri attraverso il punto di vista altrui, il confronto franco e sereno nel merito di qualunque provvedimento o scelta, preferendo sempre una questione di metodo. Per cui sì, il DDL Zan doveva essere emendato nel merito e discusso nei suoi contenuti, senza tabù e senza preconcetti, ma dal momento che non è stato possibile farlo si è posta una questione di metodo ed è finito affossato nel voto segreto. Speriamo che la prossima volta avremo compreso che i nostri parlamentari non sono lì a pigiare un tasto, ma sono lì per rappresentare le istanze dei cittadini, discutere, mediare e trovare insieme le soluzioni più adatte al contesto. Possibilmente senza accusarsi a vicenda di essere omofobi, transfobici, troppo cattolici, troppo a destra, troppo chiusi di mente, troppo femministe o troppo poco femministe a seconda dei punti di vista, troppo qualunque cosa se ci si pone dei problemi concreti sulla definizione di identità di genere dal punto di vista giuridico, e tutti gli sforzi del partito vengono concentrati sul definire chi sta da una parte chi sta dall'altra prima ancora di aver compreso bene l'oggetto del contendere e di aver ascoltato tutti i punti di vista, e soprattutto lasciando poco posto al pensiero. E per usare un concetto tanto caro anche alla comunità LGBTQ+ e in cui mi riconosco appieno: la vita è molto più ricca delle definizioni in cui la vorremmo costringere.