giovedì 10 febbraio 2022

Congedi parentali per i neopapà: tavolo di lavoro del coordinamento regionale delle Donne Democratiche lombarde

Con il coordinamento delle donne democratiche lombarde ho organizzato questo tavolo di lavoro, aperto a donne e uomini di tutte le province lombarde. 

Premesse e basi del ragionamento:

A)        Art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

B)       La direttiva Europea

Il 4 aprile 2019 l’assemblea Plenaria del Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva le nuove misure per facilitare la conciliazione tra lavoro e vita di famiglia.

La legge[1] stabilisce i requisiti minimi che tutti gli Stati membri dovranno attuare nel tentativo di aumentare le opportunità delle donne nel mercato del lavoro e rafforzare il ruolo del padre, o di un secondo genitore equivalente, nella famiglia. Beneficeranno di tali norme i bambini e la vita familiare, rispecchiando al contempo più accuratamente i cambiamenti sociali già in atto nell’Unione Europea e promuovendo la parità di genere.

Il padre o il secondo genitore equivalente, se riconosciuto dalla legislazione nazionale, avrà diritto ad almeno 10 giorni lavorativi di congedo di paternità retribuito nei giorni vicini alla nascita. Tale congedo dovrà essere pagato ad un livello non inferiore all'indennità di malattia. In seguito a questa direttiva, la legislazione italiana è stata aggiornata con l’ultima legge di bilancio ed è ora in vigore il congedo di 10 giorni per i neopapà.

Nella direttiva europea è presente anche la richiesta di dare un minimo di due mesi di congedo parentale non trasferibile e retribuito a ciascun genitore. Questo congedo sarà un diritto individuale, in modo da creare le condizioni adeguate per una distribuzione più equilibrata delle responsabilità.

La direttiva, approvata dal Parlamento Europeo con 490 voti a favore, 82 contrari e 48 astensioni, è entrata in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE. Gli Stati membri dovranno conformarsi alle norme entro tre anni, quindi entro luglio 2022, ponendo quindi un minimo di 10 giorni obbligatori retribuiti al 100% e due mesi retribuiti e non cedibili per ciascun genitore.

-         C) I disegni di legge esistenti: a partire dal maggio 2013, sia nella precedente legislatura che nell’attuale sono stati depositati diversi disegni di legge che chiedono l’introduzione, in varie forme, di congedi parentali equamente distribuiti tra i due genitori e di altre norme che favoriscano una piena condivisione dei carichi genitoriali. In questo senso segnalo le proposte ora in corso di discussione di Lia Quartapelle, Tommaso Nannicini e Giuditta Pini. Da segnalare inoltre l’emendamento di Elena Carnevali in legge di bilancio, fortemente sostenuto dal nostro Partito ma poi accantonato in favore di altre scelte giudicate prioritarie dal governo.

 

-             D) La situazione negli altri Paesi Europei: negli altri Paesi Europei ci sono situazioni frammentate e ciascuna caratterizzata da un suo particolarismo, frutto del sostrato culturale su cui la normativa vigente si è inserita. Da segnalare, oltre ai Paesi nordici, la Francia e la Germania, da tempo abituate a favorire la condivisione dei carichi genitoriali, il caso della Spagna: a partire dalla legge di bilancio 2020 è stato introdotto un congedo di 16 settimane per i neopapà, pagate al 100% e non cedibili[2]. E’ un dato positivo che ad oggi in ben 23 Paesi dell’Unione Europea il congedo di paternità è pagato più del 66% del salario abituale.

Contenuti:

Proviamo a chiederci cosa può fare il legislatore per dare attuazione concreta, dopo oltre 70 anni, a quel di fatto, con la consapevolezza che oggi siamo in un contesto europeo e che è più che mai prioritario crescere bambini che si sentano prima di tutto europei e non diventino adulti di un Paese dove la parità di genere ancora non è piena ed autentica, ma possano invece sperimentarla fin da bambini nel contesto famigliare in modo spontaneo e naturale. Permettere ai bambini di considerare in egual modo entrambi i genitori come un punto di riferimento e scardinare la logica patriarcale che vuole la donna dedita alla cura è un punto d’arrivo a cui si può giungere tramite delle modifiche normative? O il cambiamento deve essere prima culturale? Ci sono politiche che si possono mettere in campo per superare quell’abitudine che vuole la donna ferma ad occuparsi della famiglia rinunciando a se stessa e alla propria carriera lavorativa?

Ovviamente un graduale adeguamento delle normative a standard di parità non può prescindere da una piena applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro e da una lotta a tutto campo ai contratti precari, alle partite iva monocommittenti e ad altre tipologie di sfruttamento del lavoro che non permetterebbero di usufruire di nessun tipo di congedo o aspettativa, né alla mamma né al papà. Occorrerebbe inoltre integrare le normative sui congedi facoltativi già esistenti e fornire informazioni adeguate nelle aziende e in tutte le realtà lavorative anche non aziendali, perché attraverso l’informazione e la conoscenza si possono intercettare nuovi bisogni e provare a trovare soluzioni condivise ai problemi prima che emergano, anche coinvolgendo i corpi intermedi in modo più strutturato. 

Obiettivi del tavolo di lavoro:

-         Formare un consenso sulla proposta di passare dalla conciliazione alla condivisione e sulla necessità di congedi parentali obbligatori e retribuiti al 100% anche per tutti i neogenitori, indipendentemente dal genere 

-         Promuovere i disegni di legge già esistenti mettendo i nostri iscritti e militanti a conoscenza delle campagne in corso

-         Organizzare momenti di confronti con esponenti del sindacato ed altri esperti per permettere lo scambio di buone prassi e la conoscenza degli strumenti normativi già vigenti per quanto riguarda i congedi parentali, spesso poco conosciuti dagli stessi lavoratori.

Cosa faremo concretamente:

-    Coinvolgimento degli iscritti PD direttamente interessati al problema, anche se solo in prospettiva futura: donne e uomini che sono genitori o pensano di diventarlo, lavoratrici precarie che hanno subito mobbing o pressioni durante il periodo della gravidanza.

-    Incontri, per il momento online, di confronto per favorire una rete territoriale tematica trasversale.  

-     Organizzazione di dibattiti alle varie feste de l’Unità estive in un’ottica di apertura alle famiglie.

-       Altre iniziative che dovessero emergere dalle partecipanti al tavolo, con particolare riferimento a singole casistiche o realtà territoriali o collaborazioni con altre realtà associative femminili e non che si occupano di questo tema.


I pinguini sono animali che crescono i piccoli insieme: i genitori spesso si scambiano e il papà può stare da solo col piccolo anche un mese.




[2] Report annuali dell’associazione "International Network on Leave Policies & Research"  https://www.leavenetwork.org/annual-review-reports/country-reports/