Ricordo a tutte le persone che criticano Silvia per le dichiarazioni
sulle sue scelte religiose dopo 18 mesi in mano ai jihadisti, da sola,
in un Paese in via di sviluppo senza medici e non sappiamo in che
condizioni di cibo e sanitarie, senza un telefono, senza nessuno che
parlasse la sua lingua, che esistono innumerevoli donne italiane che
dopo qualche anno di matrimonio diventano maschiliste, soprattutto se
rimangono chiuse in casa, e odiano la libertà delle altre. E che ci sono innumerevoli persone apparentemente normali che hanno bisogno dello psicologo dopo due mesi al sicuro in casa
propria a causa della quarantena. Ci sono diverse forme della sindrome di Stoccolma e diverse
conseguenze della privazione della libertà, che noi NON abbiamo gli
strumenti necessari per analizzare approfonditamente. E soprattutto non
avrebbero dovuto permettere ai giornalisti di fare domande ad una
ragazza di 24 anni appena rientrata da un sequestro prima di farle
incontrare uno medico o uno psicologo esperto in superamento di questi traumi. Ha praticamente rivisto la famiglia in
diretta TV, con una ventina di fotografi assembrati (tra l'altro,
possono assembrarsi?).
Silvia Romano foto da Facebook |