"Camilla Canepa, a soli 18 anni, è morta per un vaccino testato sugli uomini.
Già nel 2011, a Bruxelles, ci fu il primo Summit europeo della medicina “di genere”, dove si denunciava il fatto che i farmaci venissero testati sugli uomini, rendendoli potenzialmente pericolosi per le donne. Infatti, le donne nella fascia di età 35-44 anni sviluppano quasi il doppio delle reazioni avverse rispetto ai coetanei maschi.
E questo non solo per i vaccini, ma per tutti i farmaci. Addirittura per i dispositivi di sicurezza, come per esempio le cinture delle automobili, per cui le donne hanno il 73% di possibilità in più di subire lesioni gravi negli scontri frontali.
E lo stesso vale per lo studio dei sintomi, come ad esempio per l'infarto, ma anche per l'autismo, conosciuti per l'uomo ma meno riconosciuti per le donne, con tutte le conseguenze che possono derivare da una diagnosi tardiva.
La ricerca scientifica si basa sui modelli maschili perché considerare anche le donne costerebbe troppo: si dovrebbero aumentare di almeno 5/6 volte i gruppi sperimentali, dovendo rappresentare le donne nelle varie fasi della vita riproduttiva (ciclo mestruale, gravidanza, allattamento e menopausa) con un aumento delle spese e dei tempi.
Al di là delle responsabilità per la morte di questa ragazza (si era detto e stradetto di evitare quel determinato vaccino per le giovani donne e di usarne altri), rimane il grave problema della “salute di genere”.
Le donne devono pretendere che le ricerche vengano effettuate in modo paritario, effettuando test su campioni suddivisi in base al sesso."
da I Have a voice
Concordo con quanto detto ieri da Andrea Crisanti "i giovani non rischiano col Covid, la loro vaccinazione è un servizio alla collettività: si diano i vaccini a mRNA". I settantenni che rischiano di finire in terapia intensiva se si ammalano hanno rifiutato i vaccini Astrazeneca e quindi per smaltire le dosi alcune regioni hanno scelto di fare degli Open Day a cui hanno partecipato ragazzi che non avrebbero rischiato nulla se avessero preso il Covid. Come al solito si ignorano i giovani e non si differenzia uomini-donne perché la medicina di genere non esiste, non c'è un approccio che tenga conto per esempio di chi prende anticoncezionali, considerati alla stregua di una caramella ma che già di per sé hanno una serie di effetti collaterali. Si pretende che i ragazzi anche giovanissimi si vaccinino tutti per permettere all'economia di ripartire in fretta, ma quando si chiedeva a chi non doveva fatturare di non uscire per evitare di prorogare oltre modo delle chiusure fatali per le imprese, i pensionati non ci sentivano e c'è stato bisogno di fare mesi di chiusura generalizzata - ma nonostante ciò gli stessi anziani appena possibile erano al supermercato, in piazza con la mascherina mezza giù etc. in barba al senso civico. Una sola ragazza morta a 18 anni, con un'intera vita che aveva davanti da vivere, non rende etico somministrare quel vaccino a quella fascia d'età. Se gli anziani rifiutano le dosi pazienza, andranno perse, ma non si può non essere sconvolti dalla leggerezza con cui si è scelto di fare gli Open Day per smaltire le dosi. Ho letto alcune ricostruzioni giornalistiche in cui è stato scritto che la ragazza aveva una patologia ovarica e che non era stata indicata nell'anamnesi: una ragazza di 18 anni può avere tutte le patologie e cronicità possibili, ma non per questo deve essere trascurata e si deve dare per scontato che se muore non è colpa di nessuno. Purtroppo la necessità di dare il Green Pass per viaggiare e nello stesso tempo l'impossibilità di far capire agli anziani che cambiando le propri abitudini potevano evitare il tracollo dell'economia sono un cocktail pericolosissimo per l'approccio che c'è stato alle vaccinazioni: un approccio superficiale, non olistico alla persona ma procedurale come se fossimo tutti uguali e tutte con le stesse reazioni, senza domande aggiuntive, insomma un approccio frettoloso. Si è chiesto ai giovani di vaccinarsi senza ulteriori approfondimenti, senza tener che tanti giovani non fanno mai controlli medici perché pensano di essere sani per cui tanti ragazzi probabilmente se hanno patologie non lo sanno neppure, ma non si è stati in grado di chiedere agli anziani di non assembrarsi al supermercato facendo la spesa in tre, di cambiare un minimo le proprie abitudini e per esempio farsi bonificare la pensione invece che andare tutti in fila in posta a ritirare i contanti. Non si è stati in grado di fare nulla per modificare le abitudini di pensionati garantiti in un'ottica di maggiore prevenzione, perché la classe dirigente di questo Paese empatizza con gli anziani in quanto è per lo più over 60, ma si è chiesto ai giovani prima di chiudersi in casa in DAD, poi di smettere di frequentare gli amici non definibili giuridicamente come congiunti per cui è ok che un anziano a rischio veda i congiunti che gli portano il virus perché poverino se rimane a casa da sol* si deprime, ma non c'è nessuna empatia verso adolescenti e giovani privati della loro scuola, della loro università, delle loro relazioni, dei loro amori, etc. Poi si è chiesto ai giovani di vaccinarsi per avere il Green Pass, perché devono proteggere gli altri (solo loro, i vecchi appiccicosi al supermercato o che se gli si ricorda le regole comunque non le rispettano no, loro non devono proteggere nessuno se non se stessi) ma non si è fatta una campagna informativa ad hoc e non si è somministrato il vaccino migliore ma gli scarti rifiutati dagli stessi anziani che dovevano pensare a proteggersi.
Io ogni giorno rimango più basita da come questo Paese non si prende cura delle nuove generazioni, e di quanto si sia pensato che un generale fosse la persona più adatta a prendere decisioni che vadano incontro alle vite delle persone e non meramente gerarchiche.