Non è tempo di nomi ancora per il candidato o la candidata che affronterà nei prossimi mesi il lungo percorso per provare a strappare al centrodestra la guida della nostra regione.
Non è tempo di nomi ma di contenuti e soprattutto di metodo per l'individuazione del profilo migliore. Quali caratteristiche deve avere il candidato che rende potenzialmente contendibile la nostra regione?
1. Metodo nella scelta: il candidato deve essere scelto dalla base del Partito Democratico ma anche dai simpatizzanti, dal popolo del centrosinistra, da tutti coloro che si riconoscono nei nostri valori. Per cui, è indispensabile indire delle primarie, come per altro già ci invita a fare il nostro statuto per tutte le cariche apicali.
2. La coalizione: l'unione fa la forza, per cui se vogliamo governare regione Lombardia dobbiamo farlo con altri, e non da soli. Si sta già facendo un percorso in questo senso ormai da mesi, ma è indispensabile che le vicende nazionali non influenzino eventuali alleanze locali e liberarci dai veti reciproci: Italia Viva, Azione, Movimento 5 Stelle e sinistra sono tutti interlocutori ugualmente validi ed interessanti, non si può lasciare fuori nessuno.
3. Il profilo del candidato: prima ancora dei nomi, secondo me indispensabile un candidato che sa come prendere i voti perché abbia già avuto una cospicua esperienza in questo senso, che conosca i meccanismi di regione Lombardia, che abbia tempo da dedicare alla campagna elettorale e che sia disponibile a restare come capogruppo di opposizione in caso di sconfitta. Possibilmente non di Milano, perchè il PD a Milano funziona benissimo ma già prende i voti, è dalle province che dobbiamo ripartire, dalla vicinanza alle aree remote, dai paesi e dalle piccole città che hanno peculiarità proprie. Per cui o un consigliere regionale uscente o un sindaco a fine mandato o a mandato già terminato, in modo che siano in grado di fare tutto quanto necessario. Nessun supertecnico, nessun sindaco che ha ancora anni di mandato davanti, che poi in caso di vittoria deve rimandare al voto una città (con conseguenze su giunta, consiglio e staff) e in caso di sconfitta tornerebbe a fare il suo lavoro. No persone non radicate sul territorio che hanno vissuto piuù fuori che dentro la Lombardia.
Auspico una presa di posizione chiara del Partito Democratico per le primarie, partecipate, aperte a tutti e che si tengano in tempi ragionevoli per poi avere il tempo di costruire una campagna elettorale che coinvolga iscritti e militanti e dia la carica a tutti coloro che vogliono impegnarsi. Va progettata tutta un'altra Lombardia e va progettata credendoci davvero con le persone giuste.