È innegabile che in questi anni di lavoro del Governo Renzi e del Parlamento vi sia stata un’inversione di rotta in ambito culturale. Dopo anni bui, in cui la cultura era considerata la cenerentola degli investimenti – quando non un costo vero e proprio – finalmente si è tornati ad investire: Art Bonus, bonus 18app, il cinema del mercoledì a 2 €, i musei statali gratuiti la prima domenica del mese, le assunzioni al Mibact. Tutti provvedimenti che tracciano un percorso di medio-lungo periodo che guarda alla cultura come motore del Paese, come base della democrazia.
Mozione Renzi-Martina: la cultura al centro
Nella mozione congressuale a sostegno di Matteo Renzi ho ritrovato l’intenzione chiara e viva di continuare su questa strada: una strada che guarda al futuro dell’Italia come un futuro in cui i beni, ma anche le attività culturali, sono al centro dello sviluppo sociale ed economico. Un futuro aperto al turismo e all’incontro con l’altro, all’identità che è prima di tutto cambiamento, mettersi in gioco. Ho ritrovato un’idea di cultura come strumento di crescita personale, come mezzo per trovare nuove soluzioni ai problemi, perché sempre più cittadini sviluppino la capacità di pensare in modo nuovo e sappiano essere interpreti attivi del cambiamento.
Contro la povertà educativa
In cammino per la cultura dunque, in un’ottica che certamente deve essere europea: è necessario togliere gli investimenti in cultura e ricerca dalle regole di bilancio, in sinergia con l’Europa, ed è indispensabile che si combatta la povertà educativa di alcune aree d’Italia in particolare attraverso un lavoro comune europeo, volto a far sì che le nuove generazioni crescano sempre più in un’ottica di cittadinanza europea e abbiano nuove opportunità di allargare i propri orizzonti.
Investire in cultura per non lasciare indietro nessuno
Perché – a differenza di quanto sostenuto da tanti che criticano l’operato del Partito Democratico di questi anni – sono convinta che per non lasciare indietro nessuno, in questa delicata fase storica, la strada da percorrere sia proprio questa: investire in cultura, credere nell’Europa, e combattere insieme il populismo. Dare a quanti più cittadini possibile, indipendentemente dalla classe sociale a cui appartengono, gli strumenti culturali per interpretare la complessità, dare loro gli stimoli per sviluppare curiosità e la capacità di cambiare punto di vista, affinché possano compiere scelte più consapevoli e mettere sempre in discussione ciò che altre forze politiche, in modo poco democratico, cercando di trasmettere come verità assolute.