Con il coordinamento delle donne democratiche lombarde ho organizzato questo tavolo di lavoro, aperto a donne e uomini di tutte le province lombarde.
Premesse e basi del ragionamento:
A) Art. 3
della Costituzione della Repubblica Italiana:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali
e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere
gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà
e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.”
B) La direttiva Europea
Il 4 aprile 2019 l’assemblea
Plenaria del Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva le nuove misure
per facilitare la conciliazione tra lavoro e vita di famiglia.
La legge[1]
stabilisce i requisiti minimi che tutti gli Stati membri dovranno
attuare nel tentativo di aumentare le opportunità delle donne nel mercato del
lavoro e rafforzare il ruolo del padre, o di un secondo genitore equivalente,
nella famiglia. Beneficeranno di tali norme i bambini e la vita familiare,
rispecchiando al contempo più accuratamente i cambiamenti sociali già in atto
nell’Unione Europea e promuovendo la parità di genere.
Il padre o il secondo genitore
equivalente, se riconosciuto dalla legislazione nazionale, avrà diritto ad
almeno 10 giorni lavorativi di congedo di paternità retribuito nei
giorni vicini alla nascita. Tale congedo dovrà essere pagato ad un livello non
inferiore all'indennità di malattia. In seguito a questa direttiva, la
legislazione italiana è stata aggiornata con l’ultima legge di bilancio ed è
ora in vigore il congedo di 10 giorni per i neopapà.
Nella direttiva europea è presente
anche la richiesta di dare un minimo di due mesi di congedo parentale non
trasferibile e retribuito a ciascun genitore. Questo congedo sarà un
diritto individuale, in modo da creare le condizioni adeguate per una
distribuzione più equilibrata delle responsabilità.
La direttiva, approvata
dal Parlamento Europeo con 490 voti a favore, 82 contrari e 48 astensioni, è
entrata in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella
Gazzetta ufficiale dell'UE. Gli Stati membri dovranno conformarsi alle norme
entro tre anni, quindi entro luglio 2022, ponendo quindi un minimo di 10
giorni obbligatori retribuiti al 100% e due mesi retribuiti e non cedibili per
ciascun genitore.
- C) I disegni di legge esistenti:
a partire dal maggio 2013, sia nella precedente legislatura che nell’attuale
sono stati depositati diversi disegni di legge che chiedono l’introduzione, in
varie forme, di congedi parentali equamente distribuiti tra i due genitori e di
altre norme che favoriscano una piena condivisione dei carichi genitoriali. In
questo senso segnalo le proposte ora in corso di discussione di Lia
Quartapelle, Tommaso Nannicini e Giuditta Pini. Da segnalare inoltre
l’emendamento di Elena Carnevali in legge di bilancio, fortemente
sostenuto dal nostro Partito ma poi accantonato in favore di altre scelte
giudicate prioritarie dal governo.
- D) La situazione negli altri Paesi
Europei: negli altri Paesi Europei ci sono situazioni
frammentate e ciascuna caratterizzata da un suo particolarismo, frutto del
sostrato culturale su cui la normativa vigente si è inserita. Da segnalare,
oltre ai Paesi nordici, la Francia e la Germania, da tempo abituate a favorire
la condivisione dei carichi genitoriali, il caso della Spagna: a partire
dalla legge di bilancio 2020 è stato introdotto un congedo di 16 settimane per
i neopapà, pagate al 100% e non cedibili[2]. E’ un dato positivo che
ad oggi in ben 23 Paesi dell’Unione Europea il congedo di paternità è pagato
più del 66% del salario abituale.
Contenuti:
Proviamo a chiederci cosa può fare il legislatore per dare
attuazione concreta, dopo oltre 70 anni, a quel di fatto, con la
consapevolezza che oggi siamo in un contesto europeo e che è più che mai
prioritario crescere bambini che si sentano prima di tutto europei e non
diventino adulti di un Paese dove la parità di genere ancora non è piena ed
autentica, ma possano invece sperimentarla fin da bambini nel contesto
famigliare in modo spontaneo e naturale. Permettere ai bambini di considerare
in egual modo entrambi i genitori come un punto di riferimento e scardinare la
logica patriarcale che vuole la donna dedita alla cura è un punto d’arrivo a
cui si può giungere tramite delle modifiche normative? O il cambiamento deve
essere prima culturale? Ci sono politiche che si possono mettere in campo per
superare quell’abitudine che vuole la donna ferma ad occuparsi della famiglia
rinunciando a se stessa e alla propria carriera lavorativa?
Ovviamente un graduale adeguamento delle normative a standard
di parità non può prescindere da una piena applicazione dei Contratti Collettivi
Nazionali del Lavoro e da una lotta a tutto campo ai contratti precari, alle
partite iva monocommittenti e ad altre tipologie di sfruttamento del lavoro che
non permetterebbero di usufruire di nessun tipo di congedo o aspettativa, né
alla mamma né al papà. Occorrerebbe inoltre integrare le normative sui congedi facoltativi
già esistenti e fornire informazioni adeguate nelle aziende e in tutte le
realtà lavorative anche non aziendali, perché attraverso l’informazione e
la conoscenza si possono intercettare nuovi bisogni e provare a trovare
soluzioni condivise ai problemi prima che emergano, anche coinvolgendo i corpi
intermedi in modo più strutturato.
Obiettivi del tavolo di lavoro:
-
Formare
un consenso sulla proposta di passare dalla conciliazione alla condivisione e
sulla necessità di congedi parentali obbligatori e retribuiti al 100% anche per
tutti i neogenitori, indipendentemente dal genere
-
Promuovere
i disegni di legge già esistenti mettendo i nostri iscritti e militanti a
conoscenza delle campagne in corso
-
Organizzare
momenti di confronti con esponenti del sindacato ed altri esperti per
permettere lo scambio di buone prassi e la conoscenza degli strumenti normativi
già vigenti per quanto riguarda i congedi parentali, spesso poco conosciuti
dagli stessi lavoratori.
Cosa faremo concretamente:
- Coinvolgimento
degli iscritti PD direttamente interessati al problema, anche se solo in
prospettiva futura: donne e uomini che sono genitori o pensano di diventarlo,
lavoratrici precarie che hanno subito mobbing o pressioni durante il periodo
della gravidanza.
- Incontri,
per il momento online, di confronto per favorire una rete territoriale tematica
trasversale.
- Organizzazione
di dibattiti alle varie feste de l’Unità estive in un’ottica di apertura alle
famiglie.
- Altre
iniziative che dovessero emergere dalle partecipanti al tavolo, con particolare
riferimento a singole casistiche o realtà territoriali o collaborazioni con
altre realtà associative femminili e non che si occupano di questo tema.
I pinguini sono animali che crescono i piccoli insieme: i genitori spesso si scambiano e il papà può stare da solo col piccolo anche un mese. |
[1] Il testo della
direttiva europea http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=AMD&format=WORD&reference=A8-0270/2018&secondRef=102-102&language=IT
[2]
Report
annuali dell’associazione "International Network on Leave Policies &
Research" https://www.leavenetwork.org/annual-review-reports/country-reports/
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