lunedì 15 aprile 2013

La truffa della solidarietà Telecom

Il paese rischia lo sfascio, abbiamo 2000 miliardi di debito pubblico, la crisi morde, siamo senza governo, le piccole e medie aziende chiudono, e la più grande azienda italiana di telecomunicazioni, con 53000 dipendenti, ha trovato la soluzione all'italiana: sguazzare nella crisi e vedere dove e come si riesce ad approfittarsene, e recuperare soldi. E non perchè sono in crisi anche loro, ma per pagare i dividendi agli azionisti (Generali, Mediobanca, Intesa San Paolo) e i bonus ai manager.  Il 27 marzo è stato approvato un accordo per la solidarietà dopo una lunga trattativa. A volte sarebbe bello vedere queste trattative in streaming, sia mai che prendano il caffè tutti insieme allo scopo di far notte e poi dichiarare che la trattativa è stata difficile. Comnque, l'accordo prevede il 7,8% di ore di solidarietà (in media) per 32000 dipendenti. In pratica, tenendo conto che lo stipendio medio di un dipendente Telecom è di 44000 € all'anno, togliendo il 7,8% delle ore a ciascuno x 32000 persone, si risparmiano 110 milioni di €. Un po' di fondi arriveranno dall'INPS, che ha già una situazione finanziaria pessima dopo aver acquisito tutti i pensionati ex pubblici (baby-pensioni & co.) e un po' arriveranno dallo stato, per la precisione la tranche annuale prevista è di 22 milioni di €. Il fatto oltre a essere a dir poco vergognoso e passato sotto silenzio dai media, stupisce perchè il rappresentante della CGIL che ha firmato l'accordo (sì persino la CGIL) ha dichiarato di non aver avuto alternative perchè altrimenti l'azienda avrebbe licenziato 2500 persone. Non credo proprio. Si prendevano le carte, bilanci alla mano, e si dimostrava che i soldi per i manager c'erano e anche quelli per i dividendi dei grossi azionisti. E settimana scorsa si parlava persino di una scalata all'H3G (con conseguente rialzo in borsa), che poi non si farà perchè a quanto pare saranno i cinesi a comprare Telecom e non viceversa. A volte, ingenuamente, vorrei dire a questi appassionati sindacalisti che fanno del loro mestiere una missione di vita, che l'alternativa c'è. Un'azienda grande come Telecom, se licenzia 2500 persone finisce su tutti i giornali, e il braccio di ferro non finisce lì. E sicuramente i licenziamenti non sarebbero andati a buon fine se il sindacato li avesse portati in tribunale dimostrando che i soldi per pagare gli stipendi c'erano eccome. Meno ingenuamente, a volte mi piacerebbe che facessero davvero le trattative in straming per capire che cosa veramente si sono detti e come hanno fatto a convincere il sindacato che in un momento di crisi come questo si possano pagare gli extra e non i salari. Con che parole hanno spiegato che i soldi guadagnati col lavoro hanno un potere contrattuale inferiore rispetto a quelli della finanza. E soprattutto in che punto della trattativa il potere contrattuale dei lavoratori si è perso. Con la conoscenza si impara. E i prossimi che si dovranno occupare di questa faccenda, conoscendo veramente i fatti e chi c'è dietro, potranno fare meglio.

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