Oggi, 25 novembre, è la giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Un problema che riguarda l'intero pianeta e che in alcuni paesi anche europei come l'Italia non riceve abbastanza attenzione e non viene spesso considerato un fenomeno di cui la società tutta si deve occupare. C'è un grande problema culturale nel nostro Paese, che va risolto partendo dal sistema educativo. con la consapevolezza che la "famiglia tradizionale" è ancora oggi osannata dalla chiesa come una scelta, una sorta di merito, e che siamo davvero indietro rispetto agli altri paesi europei. Sicuramente la scuola può tanto in questo senso e portare avanti una seria e motivata educazione alla parità di genere è fondamentale per avere un'inversione di tendenza nel medio-lungo periodo. Partendo dalle bambine, dalle ragazzine, dal coltivare i loro sogni e insegnare loro che possono essere ambiziose ed indipendenti come i ragazzi, ma partendo anche e soprattutto dagli bambini, ragazzi, futuri uomini: è lì che si gioca la partita decisiva. Nel crescerli senza stereotipi di genere, nell'aiutarli ad essere indipendenti e a imparare a gestire la propria casa, il proprio abbigliamento e a procurarsi del cibo con la consapevolezza che l'eventuale rete sociale a supporto per farlo non è dovuta ma che le cose semplici della vita possono essere gestite in autonomia. Nel non spingerli a essere "il più forte" o "il più bullo" ma a coltivare la propria intelligenza. E nell'insegnare loro, a partire dal linguaggio, che non esistono "cose da femmina" e "cose da maschio" né nei giochi né nei potenziali lavori futuri ma neanche negli hobby e passatempi. La parità di genere è ancora lontana per il nostro Paese, ma è l'unica strada per superare la violenza e per prevenire il femminicidio perché dalla consapevolezza che l'altro/a è in tutto e per tutto come noi e in possesso degli stessi diritti e delle stesse libertà nasce la capacità di rispettare la donna e quindi non arrivare a commettere violenza.
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