mercoledì 30 agosto 2017

Le donne democratiche di Monza e Brianza contro la violenza

Il terribile duplice stupro di gruppo  di Rimini avvenuto pochi giorni fa ha suscitato in alcune persone  come triste risultato - invece che una denuncia dura e ferma di crimini di questo tipo nei confronti delle donne -  una gara selvaggia su chi le sparava più grosse. 
In particolare sono saliti alla ribalta due commenti odiosi nei contenuti e nei modi in cui sono stati ampiamente divulgati: uno del segretario cittadino di San Giovanni Rotondo di Noi con Salvini  con un post pubblico su FB, l’altro di un mediatore culturale sotto un articolo di un noto giornale.
Nel primo post,  un tal Saverio Siorini, scriviamo il nome a chiare lettere perché non vogliamo essere politically correct in questo caso, si chiedeva come e quando la presidente Boldrini e le donne del PD verranno stuprate anche loro. Come punizione divina, sembrerebbe.
Il povero uomo, perché di povero uomo si tratta, ha poi persino cercato di giustificare il suo post ‘ironico’ dicendosi arrabbiato con la Boldrini e le femministe (quindi donne del PD) che non avevano detto nulla sullo stupro di Rimini.
Era offeso il poveraccio.
Secondo post: in questo caso il felice autore è Abid Jee, che ‘lavorava’ per una cooperativa  come mediatore culturale.
Una figura che normalmente dovrebbe avere una sensibilità ed una cultura di alto livello.
Invece scrive cosi: “Lo stupro è peggio all’inizio, poi la donna si calma e diventa un rapporto normale” … Un rapporto normale? Una violenza sessuale un rapporto normale?
Da leggere con orrore anche i commenti che sono stati scritti sotto la bacheca del grande uomo conoscitore del piacere femminile … una fiorire di  minacce di stupro, una serie di violenze  ai danni delle povere sorelle, madri figlie del malcapitato. Capito? Stupro chiama stupro ...
Perché scriviamo tutto questo? Perché abbiamo deciso di denunciare, come donne del Partito Democratico di Monza e Brianza, ma soprattutto come donne, questo continuo stillicidio di violenza verbale contro il genere femminile spesso presente sui social, sui giornali, sulla carta stampata.
Una violenza che purtroppo troppo spesso ormai si trasforma in violenza reale. Questo sdoganamento della violenza, questo ‘liberi tutti’ in cui il corpo femminile, la nostra stessa identità femminile viene derisa, messa alla berlina, usata come scoop giornalistico o come momento di celebrità virtuale di qualche ipodotato.
Ricordiamo gli insulti quotidiani alla Presidente della Camera Laura Boldrini, come a tante di noi che subiscono giorno dopo giorno sottili allusioni sessuali, alcune volte vere e proprie minacce o abusi.
Dobbiamo dire BASTA a voce alta, a testa alta. Perché non è possibile stare zitte davanti a un sindaco che indica come ragazzata lo stupro di gruppo di 12 tredicenni ai danni di una loro coetanea, né si può leggere un settimanale  che riprende una ministra che mangia il gelato con allusioni sessuali neanche tanto velate, o un altro quotidiano che racconta il bikini o le cosce di una ministra.
Ricordate il deputato pentastellato che accusò le donne del Pd  “capaci solo di fare pompini” o ci siamo dimenticate anche quello? Ci siamo abituate a tutto questo?
Ci stiamo abituando a tutto. Alle allusioni sessuali sul lavoro, sul web, in politica?
Ci stiamo abituando a tal punto che oggi uno stupro diventa un rapporto sessuale normale e consenziente dopo qualche minuto di agitazione?
Ci stiamo abituando che un cretino  qualsiasi possa augurarci di essere stuprate?
Ci stiamo abituando a dover pubblicamente esecrare uno stupro? Uno stupro capite, come se non fosse  già di per sé un crimine. Dobbiamo forse esecrare un omicidio per non farci accusare di negligenza femminista?
Possiamo realmente abituarci a tutto questo?
Noi abbiamo detto di no: e siamo pronte a denunciare chiunque da oggi in poi usi parole, modi ed espressioni che possano in qualche modo offendere la nostra dignità femminile .
Noi diciamo NO.
Unite. Solidali. Femministe. Femminili. Donne.


Le donne del Pd di Monza e Brianza:  Francesca Pontani, Cristina Maranesi,  Melina Martello, Vanessa Scalfarotto, Wally Monguzzi, Cleo Chiodaroli , Maria Chiara Villa, Elena Pepe, Maria Tosti, Maria Rita Gozzi, Elisa De Lucia,  Mariella Baldussi,  Antonia Maderna, Graziella Benzo, Maria Magni.

sabato 26 agosto 2017

Sui fatti di Roma: rifugiati, case, ascolto dell'altro

Certamente occorre attendere le dovute verifiche sulle responsabilità di quanto avvenuto negli sgomberi dei rifugiati a Roma, e sono da condannare tutte le derive violente delle forze dell'ordine. Capire se gli alloggi fossero effettivamente gratuiti o in una sorta di subaffitto estorsivo, capire di chi è la responsabilità dell'ordine di sgombero e quindi della modalità violenta in cui è avvenuto è assolutamente necessario per evitare il ripetersi di questi episodi. Ma un dato è certo: nessuno, italiano o straniero, bianco o nero, donna o uomo che sia ha diritto ad un appartamento gratuito in centro a Roma per 4 anni - con il beneficio del dubbio che i colpevoli fossero in realtà coloro che riscuotevano in nero l'affitto. 
I movimenti per la casa hanno una responsabilità in tutto questo nell'investimento sulla paura e sulla rabbia di poveri disperati a cui va comunque offerta una possibilità di riscatto sociale, ma non così. L'abusivismo non può essere una risposta ad una mancanza di collocazione nella società. Compito della politica è di includere ed integrare queste persone, per non permettere che altri investano sulla loro rabbia e riconoscerne la fragilità ma anche il potenziale lavorativo. Il punto è che la violenza è sempre da condannare in qualunque forma, quindi anche da parte delle forze dell'ordine, ma bisogna prendere atto del fatto che la violenza stessa esiste nell'essere umano in quanto tale anche in assenza di guerre sul nostro territorio da decenni. 
Prevenire il conflitto, ascoltare le istanze di chi ha un problema, dare rappresentanza ai gruppi in modo tutelato e serio e nello stesso tempo garantire che ci siano sempre delle opzioni alternative diverse, è funzione della politica e delle istituzioni ma più in generale dovrebbe essere ambizione della società tutta. Una funzione anche pedagogica per portare chi è "perso" a trovare una sua collocazione, abitativa e non solo, provando strade diverse, soluzioni ad hoc. Se si innesca un meccanismo muro contro muro, se si prende l'esasperazione e la si incanala "contro" qualcosa o qualcuno, si va solo in direzione di ulteriore violenza ed è un'escalation da evitare.

mercoledì 2 agosto 2017

Metro a Vimercate: al via lo studio di fattibilità


Settimana scorsa insieme a Regione Lombardia, Comune di Milano e Comuni coinvolti (Brugherio, Agrate, Carugate, Concorezzo e Vimercate) è stato suddiviso il costo dello studio di fattibilità, preparando un accordo che dovrà essere approvato dalle amministrazione coinvolte entro settembre, in modo che lo studio, che sarà preparato da Metropolitana Milanese, sia disponibile entro i successivi otto / dieci mesi. A quel punto avremo la scelta definitiva del percorso per arrivare al collegamento, e partirà la fase successiva di progettazione definitiva e finanziamento dell'opera.
I cinque scenari possibili sono: 
1) rivisitazione del precedente progetto definitivo della metropolitana 
2) attivazione di un servizio solo su gomma 
3) istituzione di un bus rapid transit con corsie preferenziali dedicate 4) realizzazione di una metrotranvia 
5) prolungamento della metropolitana con un diverso tracciato rispetto a quello precedentemente ipotizzato.
Aggiungo link ad articolo de Il Cittadino: 
 http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/rampi-pd-la-linea-2-della-metropolitana-in-brianza-il-progetto-riparte_1245013_11/ e per chi vuole, sul Giornale di Vimercate uscito ieri martedì 1 agosto c'è uno speciale sul tema con le interviste ai sindaci del nostro territorio. 
Vi ricordo che è gradito ogni vostro contributo sui social media con hashtag #metroavime volto a raccontare i disagi dei pendolari e come migliorerebbe la vostra routine quotidiana grazie ad un trasporto più rapido ed efficiente da o verso Milano.
Continuate comunque a firmare la petizione sia online:
 https://www.change.org/p/regione-lombardia-portate-la-metropolitana-a-vimercate-metroavime che negli esercizi commerciali di Vimercate e Brianza che aderiscono:

• bar Vittorio, via Cremagnani 1, Vimercate; 
• cartoleria Nuova Orefra, via Ronchi 11/D, Vimercate; 
• parrucchiera Miriam, via De Gasperi 24 Oreno ; 
• bar Teatro, via Garibaldi 30, Vimercate; 
• la Bottega delle S, via P. Colombo 5, Vimercate; 
• Arci Banfi sopra il bar Locomotiva, piazza Marconi 7, Vimercate;
• bar Paren, via Matteotti, Agrate Brianza;
• abbigliamento Le fantasie di Livilla, via Concordia 9, Mezzago;
• bar Lullaby, piazza Castello, Sulbiate;
• bar Toti, piazza Toti 10, Burago; 
• bar Un pensiero, via santa Maria Molgora 4, Burago;
• Solo natura, via Alessandro Manzoni 19, Concorezzo;
• Pit Stop gommista, via Guido Rossa, Concorezzo.