sabato 10 marzo 2018

I migliori errori di questi 5 anni

Ho aspettato qualche giorno, per riprendermi. Dalla sconfitta di Gori principalmente, che non mi aspettavo, meno che meno in una dimensione così eccessiva. 20 punti di distacco dal fantasma Fontana, e un dubbio che sorge spontaneo: la prossima volta non facciamo niente che tanto peggio di così non può andare? E poi dalle dimissioni di Renzi, che lasciano il nostro partito temporaneamente senza una guida. Per me, che ho creduto fermamente in un rinnovamento della politica che partisse dall'interno del nostro partito, una profonda delusione. Poi ho provato a mettere in fila qualche pensiero sulle cause di questa sconfitta, anche se non sono esaustive e non rispondono a tutte le mie domande.

1) Rappresentare chi: un'Italia divisa in tre, quella che ci restituisce il voto: la maggior parte delle regioni del Nord che scelgono la flat tax e il no ai migranti, Emilia Romagna e Toscana che resistono appena appena, quelle del sud in massa a seguire chi ha promesso il reddito di cittadinanza. Pare evidente che non siamo stati in grado di intercettare un disagio sociale diffuso, che chi si trovava in condizioni di incertezza e/o di paura ha preferito dare la propria fiducia a risposte chiare e semplici seppur false. Dunque dovremmo cedere ad un bisogno di semplificazione del messaggio per un elettorato meno abituato al linguaggio della politica, o possiamo ritornare a pensare ad una politica che abbia anche una sua funzione pedagogica? Possiamo rappresentare cittadini che corrono dietro a promesse irrealizzabili, senza rinunciare alla nostra identità di centrosinistra e ai nostri valori? Una domanda a cui non ho ancora trovato risposta.
http://www.demos.it/a01485.php


2) Mancanza di presa in carico delle paure delle persone: va detto, di fronte alla paura della povertà, del diverso, di uno Stato che ti sobbarca di tasse, spesso abbiamo lasciato soli i cittadini. Invece di avvicinarci a quelle paure, provare a capirle e a farcene carico, abbiamo opposto la nostra visione del mondo: un mondo idilliaco in cui tutti devono pagare le tasse, in cui il problema della sicurezza non esiste, in cui se non hai soldi è un problema tuo e basta che non li spendi, salvo accorgerci che usciamo da 30 anni in cui si è investito sull'individualismo e si sono considerate le persone prima come consumatori e poi come cittadini.

3) I circoli PD: oggi tutti parlano di ripartire dalla base, ma mi chiedo innanzitutto se la base sia sufficientemente motivata, consapevole ed informata sul lavoro svolto dai nostri rappresentanti sul livello nazionale. Perché chi ha avuto tempo, voglia e strumenti, ha ben lavorato durante tutta la campagna elettorale e anche prima, ma spesso senza ruoli adeguati alle competenze, senza materiali a disposizione per tempo, senza comunicazioni dirette sul lavoro da svolgere, chiare e coordinate, mentre chi ha avuto l'onere di mandare avanti i circoli talvolta erano persone a cui era dovuta una posizione, ma di fatto non seriamente intenzionati a supportare il progetto così come pensato da Matteo Renzi. Ovviamente con le dovute eccezioni in alcune aree però già avvantaggiate come base socioculturale di partenza. In tutto ciò dispiace che l'iniziativa, secondo me ottima, messa in campo a dicembre con la richiesta di volontari per i territori da parte del pd nazionale non sia stata presa in carico dai livelli locali, o meglio si sia dispersa in molti circoli che osteggiavano il cambiamento e sostenevano che i rappresentanti di lista potevano essere nominati come sempre 3 giorni prima: il "si è sempre fatto così" va spesso ad ostacolare il cambiamento ma in questo caso specifico credo che riuscire ad avere delle forze nuove e più presenti, coordinate tutte insieme da un unico livello, sarebbe stato utile, e che i circoli avrebbero dovuto collaborare con la mobilitazione richiesta. A meno che non si trattasse di mancanza di volontà di seguire le indicazioni con il preciso proposito di affossare Matteo Renzi, ma non credo si tratti di questo, piuttosto di generale pigrizia e malavoglia.

4) Informazione e comunicazione: in questi 5 anni di Governo, molti dei provvedimenti a cui abbiamo lavorato sono passati poco ai cittadini interessati da quei cambiamenti, e non sono quindi arrivati alle persone in target. Un problema di comunicazione ma non solo nostro: i media hanno spesso preferito dare spazio ad altri tipi di informazione, più scandalistici, e mancano i corpi intermedi o sono delegittimati. Per esempio: tutte le p.iva sono state informate dei cambiamenti della legge Gribaudo? Tutto coloro che hanno un famigliare disabile sono a conoscenza della legge sul "Dopo di noi"? Chi va al lavoro in bici sa che dall'approvazione del DL Collegato Ambientale del dicembre 2015, la mezz'ora prima e dopo l'orario lavorativo è assicurata dall' INAIL così come avviene per chi va al lavoro con l'auto o con i mezzi pubblici? E chi è potenzialmente interessato al Reddito di Inclusione sa della sua esistenza, ne conosce le regole, e sa che è merito del Partito Democratico? Ascoltando le persone per strada in queste settimane di campagna elettorale, pare di no. Certo è difficile andare in target con questo tipo di informazione ma in questi senso dobbiamo chiederci se non sia dovuto alla mancanza di una riforma interna dei sindacati, e se non andasse meglio utilizzata la comunicazione istituzionale man mano che il Parlamento ed il Governo approvavano nuove leggi, per farle arrivare ai diretti interessati pur in una società parcellizzata come la nostra.

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