Bonisoli, commenta la deputata dem Anna Ascani, “ha esordito con una mezza verità, ovvero la contentezza di non avere più il turismo, cosa smentita dai fatti perché più di metà del suo intervento è stato incentrato sulla promozione del patrimonio culturale italiano ovviamente legata al turismo. Sarà quindi molto complicato gestire tutto questo con una delega ad un altro ministero e ad un altro ministro. Secondo dato negativo è che manca il foglio del ‘come’: ci sono tante dichiarazioni di intenti, alcune apprezzabili altre difficili da capire, ma manca comunque la sostanza. Positiva è la volontà di aumentare le risorse, e noi quando sentiamo di più risorse per la cultura ovviamente siamo felicissimi. Non vediamo l’ora di capire come saranno spese. Stesso discorso per le assunzioni, ovviamente c’è bisogno di personale”. Tra i temi non toccati anche i decreti attuativi sullo spettacolo e la Convenzione di Faro e qui, spiega la Ascani, “ci dovrà spiegare come convincerà la Farnesina a metterla tra le sue priorità”.
Rispetto al contratti di governo, ha aggiunto Flavia Piccoli Nardelli, “abbiamo avuto elementi su come intende muoversi. Ci sono alcuni temi che non ha trattato e che sono stati particolarmente felici nella passata legislatura, come l’art bonus e quei provvedimenti che vanno a toccare il turismo culturale, quindi l’Anno dei borghi, i cammini, le capitali italiane della cultura. Questo è stato completamente cancellato”.
Una mano tesa arriva dal senatore Pd Roberto Rampi che tuttavia non può fare a meno di notare nella relazione del ministro “una discontinuità rispetto all’opposizione nella passata legislatura e una continuità con il ministero Franceschini. Noi – ha aggiunto – saremo disposti a dare una mano nella battaglia che, immagino, non sarà semplice sulla legge di Bilancio. se si vogliono mantenere le risorse che noi abbiamo aumentato ed aumentarle ancora bisognerà combattere. E noi per la cultura combattiamo volentieri”.
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