martedì 18 dicembre 2018

Incontro con Liliana Segre

Ho avuto l'onore stamattina di ascoltare la testimonianza della senatrice a vita Liliana Segre a Monza. Una testimonianza profonda e toccante, un dono come è stata giustamente definita da chi ha introdotto l'evento. Il dono della memoria, di chi ha conosciuto il dolore e il male dell'uomo nel suo lato peggiore e ha ora la consapevolezza di dire che quel male non è "disumano": no è proprio umano, perché solo l'uomo arriva a tali aberrazioni irripetibili. "Dove non c'è assunzione di responsabilità c'è indifferenza" e nel silenzio più totale di oltre 700 studenti adolescenti che la ascoltavano, Liliana ha chiesto alle nuove generazioni di farsi testimoni, nel loro quotidiano, nelle loro scelte, nel loro modo di guardare il mondo, della sua memoria che è memoria collettiva di un'umanità tutta. "La marcia della morte si trasforma in marcia della vita, una gamba davanti all'altra" ci racconta i suoi 700 km a piedi in inverno da giovane 15enne da Auschwitz al campo di prigionia del Nord della Germania dove poi sarebbe stata liberata, con un realismo e una dignità che ho avuto freddo per lei immaginando quella distanza e quella neve.

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