Quello che sta avvenendo da qualche ora o meglio da qualche giorno al Senato è quanto meno imbarazzante, non solo per le forze di maggioranza che hanno messo in atto questa sceneggiata, ma anche per il Paese intero. La democrazia parlamentare funziona se il Parlamento, che è composto dai nostri rappresentanti che abbiamo scelto, è messo nelle condizioni di confrontarsi, deliberare, ipotizzare, cambiare idea, trovare il punto di caduta tra due o più opzioni prendendole in considerazione nella loro complessità e dedicando del tempo ad ognuna di queste attività e ponderando le scelte. I nostri rappresentanti sono quelli che abbiamo delegato a prendersi cura della cosa pubblica al posto nostro, e oggi non sono messi nelle condizioni di farlo perché la legge di bilancio, quella che di fatto determina tutto il prossimo anno, non hanno potuto leggerla per tempo. I contenuti sono ignoti, il maxiemendamento fantasma è arrivato in commissione bilancio oggi, sabato 22 dicembre, nel primo pomeriggio ed è stato di nuovo emendato, e in tutto ciò l'unica cosa chiaramente comprensibile è che il contenuto della manovra è stato stravolto rispetto alla prima votazione in aula della Camera settimana scorsa. Votazione sulla quale era stata posta la fiducia. Un Parlamento esautorato e privato delle sue funzioni nel momento più importante di tutto l'anno per quanto riguarda la pianificazione e la programmazione che non può più quindi assolvere al suo compito. Un disegno preciso, pensato per lasciare le scelte nelle mani di pochi, un modo di intendere il Governo del Paese e la responsabilità politica degli eletti che non è tuttavia frutto degli ultimi giorni o degli ultimi mesi, ma di un decadimento che ha radici più profonde. Chi disprezza le istituzioni, vìola le regole, calpesta il diverso, non può che finire a comportarsi in questo modo quando si tratta di trovare un equilibrio, un punto di incontro, fare delle scelte assumendosene la responsabilità. Movimento 5 Stelle e Lega sono responsabili di questa situazione vergognosa in cui si trova il Parlamento, ma la società tutta è responsabile della fragilità della democrazia e tutti noi possiamo e dobbiamo fare qualcosa per invertire la rotta.
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