sabato 30 gennaio 2021

Il liceo è per un futuro migliore, non peggiore

Dall'articolo a pagina 23 del Corriere della Sera di oggi: scegliere il liceo significa procrastinare le decisioni sul proprio futuro. Procrastinare. Perché ovviamente chi non ha ancora vissuto l'adolescenza, magari non ha mai fatto un viaggio, non si è mai appassionato a qualcosa, non entra in contatto con adulti che non siano le figure educative di riferimento, deve prendere decisioni sul lavoro da svolgere per la vita. La cosa imbarazzante è che la frase non arriva da una parrucchiera o da un idraulico, ma dal presidente di invalsi. 


Trovo sconfortante che un insegnante e chi ha il difficile compito di valutare i ragazzi in fase di crescita incentivi la formazione professionale. E vorrei proprio vedere quanti di noi sapevano a 14 anni, ma anche a 19, cosa avrebbero fatto nella vita. E quanti di noi hanno cambiato idea a 30 anni, per non parlare di quanti hanno scelto di cambiare più e più volte nella vita. Nessuno vieta a chi ha una laurea o un master di andare a vendere patatine alle Hawaii, ma perché far credere a dei ragazzini di 14 anni che va benissimo fare un percorso meno impegnativo o formarsi per una singola professione? Una parrucchiera, un'estetista, un idraulico hanno molta più difficoltà a "cambiare strada", così come una persona che ha un diploma professionale ha molte più difficoltà a passare i test di ingresso ad alcune facoltà, come è possibile che vi sia un incentivo a indirizzarsi già così piccoli?

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