martedì 23 febbraio 2021

Italia "zona rosa" grazie al Giusto Mezzo

388 località raggiunte in 19 Regioni, centinaia di attiviste e fiocchi rosa, 55.869 firme all’appello. Questo fine settimana l’Italia è stata di un solo colore: il rosa del Giusto Mezzo.

«Il recovery non ci copre». Da Trieste a Palermo, passando per Cagliari, è questo l’appello che le attiviste del Giusto Mezzo hanno attaccato a lampioni, pali, alberi, panchine, balaustre, semafori, ringhiere, davanti a scuole, bancomat, musei, palazzi pubblici, monumenti, spiagge, fiumi. Con una piccola incursione a Bruxelles, di fronte al Parlamento europeo. Cartoline, appese con dei nastri rosa, con un QR code che rimanda alla petizione sul sito ilgiustomezzo.it rivolta al Governo, il primo atto del movimento nato su ispirazione di Half of it. 

La petizione chiede al presidente del Consiglio dei Ministri, prima Giuseppe Conte e ora Mario Draghi, di utilizzare metà dei soldi messi a disposizione dall’Unione Europea attraverso il Recovery Fund per politiche integrate e investimenti moltiplicatori sulla parità di genere e l’occupazione femminile: asili, servizi di cura, congedo di paternità obbligatorio, superamento del gap salariale. 

Dopo la call to action di lunedì scorso, sono centinaia le attiviste (e gli attivisti!) del Giusto Mezzo che venerdì, sabato e domenica hanno appeso i fiocchi rosa dal nord al sud Italia, raggiungendo quasi 390 tra grandi città e piccoli comuni e 56mila firme raccolte in totale. 

L’operazione continua anche nei prossimi giorni. Fiocchi e card verranno rimosse nel fine settimana, nel totale rispetto dell’ambiente, ma la battaglia del Giusto Mezzo non si ferma. E si prepara a invadere l’Italia con la sua onda rosa.

IL MOVIMENTO “IL GIUSTO MEZZO” 

Il Giusto Mezzo (www.ilgiustomezzo.it) prende il testimone dell’iniziativa Half Of it promossa dall’europarlamentare tedesca Alexandra Geese - che già prima dell’estate ha inaugurato la stagione delle richieste per il Recovery Fund - e lo rielabora per affrontare le reali urgenze del Paese. I firmatari e le firmatarie dell’appello chiedono un cambio di paradigma con una lettera inviata al presidente del Consiglio, ovvero interventi programmatici e strategici in 3 ambiti chiave per il futuro: servizi di cura della persona, occupazione femminile e disparità di genere. 

Attraverso questo appello, che ha raggiunto oltre 55mila firme, ribadiscono che il loro interesse non è la questione femminile ma l’efficienza del sistema, degli investimenti che farà il nostro Paese, sia con le risorse straordinarie europee e del Recovery Fund, sia con quelle ordinarie, e il loro reale impatto sulle generazioni future. 


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