Ci è voluto un po' di tempo, ma alla fine è arrivato il momento anche per noi: c'è un bimbo che cresce nella mia pancia giorno dopo giorno. Molti di voi se ne erano accorti da quando mi avete vista rifiutare cene di Natale, alcolici, sushi, avere attacchi di nausea improvvisi, fare analisi comparate degli asili nido di tutta la città (ancora in dubbio su quale scegliere, scrivete pure per esperienze e referenze) e degli ospedali di mezza Lombardia (per fortuna grazie all'età ho ascoltato innumerevoli racconti di parti altrui negli anni e ho trovato il posto giusto, con epidurale gratis e cesareo programmato per scelta materna), postare foto di donne visibili col pancione o bimbi piccoli, per precisare che gli stereotipi su cosa devono essere o non essere le mamme no, non me li dovete piazzare perché non troveranno posto nelle nostre teste. Facebook lo ha saputo subito, perché mi pubblicizza solo giocattoli e passeggini fin dal primo test di gravidanza: pare che Mark Zuckerberg abbia più info del medico!
Dopo 4 anni di tentativi, giorni calcolati con appositi test, controlli di ogni genere, alla fine dopo l'estate scorsa abbiamo smesso di calcolare ormai convinti che non sarebbe comunque arrivato più, e invece proprio a novembre, probabilmente il giorno del nostro anniversario, pare ci fosse un ovulo funzionante in circolo. Così per caso, tra l'altro accolto da alcol e sushi giusto per essere sana fin da subito.
Ora che il periodo a rischio è superato dunque, è tempo di annunciare che io e Stefano diventeremo mamma e papà, anzi genitore 1 e genitore 2 (dove 1 però è lui perché sarà il primo che le educatrici dell'asilo dovranno disturbare in ordine di priorità). Saremo pronti? Non credo proprio, sicuramente non siano pronti finanziariamente a mantenere una terza persona per 30 anni, ma se non lo siamo ora non lo saremmo stati comunque mai. Termine previsto il 17 di agosto, un periodo bellissimo perché ho sempre pensato che con i vestiti estivi il pancione sia più gestibile e portabile. Il nome per ora non si rivela (anche se l'abbiamo scelto da 4 anni), certamente avrà doppio cognome: de Benedittis Maranesi.
Certamente siamo riusciti fin da subito a gestire le relazioni esterne in un'ottica di evitare trasmissione di stereotipi e richieste di adeguamento ad uno standard, e sto provando a rivolgermi solo a professionisti che abbiano un approccio olistico alla mamma e mettano al centro la mia soggettività. Il mio tavolo di lavoro sui congedi parentali per i neopapà non era casuale, ma per fortuna Stefano lavora in una grande azienda dove non ci sono problemi a dare i congedi facoltativi e dove anzi c'è un'integrazione salariale per i congedi parentali.
Ma se sono così alla 17° settimana come sarò alla 38°/40°? |