domenica 13 gennaio 2013

Perchè la sentenza della cassazione sull'affidamento di un bambino alla madre lesbica fa tanto scalpore?

Un paio di giorni fa la Corte di Cassazione si è pronunciata in favore dell'affidamento alla madre di un bambino conteso dai genitori. La notizia che potrebbe passare sotto silenzio ha invece destato scalpore e lo sdegno dei vertici della Chiesa in quanto la madre convive con un'altra donna, un'educatrice. Inoltre la Cassazione ha tenuto conto del fatto che il padre, musulmano, si è rifiutato di seguire un corso di educazione alla genitorialità come richiesto dagli assistenti sociali nonostante il bambino avesse assistito a episodi di violenza, il che dimostra che non aveva alcuna intenzione di crescere il figlio con un affidamento congiunto sano e basato su un rapporto di rispetto reciproco tra i due genitori naturali del bambino e che non aveva alcuna intenzione di riconoscere che un bambino non può e non deve mai assistere ad episodi di violenza per nessun motivo.
L'avvocato Raffaella Richini, che ha assistito la madre nel processo, ha dichiarato: "La mia assistita si è battuta per dimostrare di essere una buona madre". Ora, onestamente, a quante madri viene richiesto di dimostrare in 3 gradi di giudizio di essere una buona madre per poter mantenere la custodia del proprio figlio?
Leggendo vari commenti sul web ho più che altro l'impressione che si cerchi di portare avanti una battaglia ideologica più che per il bene stesso del piccolo, infatti i giudici hanno dichiarato che "si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino". Anche qui, rimane il fatto che in molti altri casi in cui i genitori sono violenti o tossicodipendenti o alcolizzati o che entrano ed escono dal carcere non viene tolto l'affidamento ma piuttosto si chiede al genitore di consentire la presenza di educatori e assistenti sociali che affianchino il processo di crescita sano ed equilibrato del bambino.
Quindi se nel momento in cui al padre viene chiesto di seguire un corso di genitorialità e di permettere l'affiancamento di un esperto nel costruire il rapporto con suo figlio egli si rifiuta, che cosa dobbiamo dedurre?
E altra domanda: siamo sicuri che in altri casi in cui non viene chiamata in causa l'omosessualità la Chiesa sarebbe così sollecita nel preoccuparsi dello sviluppo psicologico del bambino? Quante donne ci sono ancora in Italia che pur subendo violenza fisica o psicologica di fronte ai loro figli non possono porre fine facilmente al loro matrimonio o allontanare in qualche modo il padre dei loro figli dai bambini perchè le persone che frequentano la parrocchia locale non vedono di buon occhio le separazioni o a causa del perbenismo bigotto di alcuni piccoli paesi?
Durante un matrimonio in chiesa a cui ho assistito recentemente ho sentito dire dal prete durante l'omelia che il divorzio non è previsto per il sacramento che si compie davanti a Dio, e che l'impegno preso davanti a Dio è per sempre e che dal momento che la coppia diviene una cosa sola è poi indivisibile, in pratica ha spaventato gli sposi facendogli capire che sarebbero stati incastrati a vita. In quel caso dal momento che la sposa era cattolica praticante sul momento non si è spaventata, probabilmente si aspettava un'omelia di quel tipo.
Ok, ad un primo sguardo parrebbe molto romantico come pensiero, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia etc etc. Ma all'atto pratico, qualora il comportamento di uno dei due coniugi dovesse non rivelarsi sano per lo sviluppo del bambino per esempio se uno dei due commette violenza, o si rifiuta di curarsi se malato psichico magari perchè alcolizzato o spacciatore (quindi sicuramente non educativo per il figlio) o se sperperasse tutti i suoi soldi nel gioco d'azzardo invece che utilizzarli per mantenere i figli in una sana crescita e negli studi, come mai la chiesa non interviene con altrettanta sollecitudine per promuovere un intervento che stabilisca qual è il male minore per il bambino? Diciamo la verità, la differenza di genere per la Chiesa è ancora un tabù, così come lo è il superamento di una società basata sul patriarcato.
Dal mio modesto punto di vista, se un bambino ha di fronte uno o 2 genitori felici, soddisfatti della propria vita ed entusiasti, è sempre la soluzione migliore anche se non tutti i bambini hanno l'opportunità di crescere con modelli di persone adulte felici, forti e piene di vita. Un genitore che ama la vita e conserva lo stupore per le cose anche in età matura, un genitore che svolge il suo lavoro con passione e sa ridere e sorridere con sincerità e non per finta è il miglior modello in assoluto qualunque siano il suo credo, il suo conto in banca e le sue preferenze sessuali.

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