La polemica sul padre di Matteo Renzi è assolutamente sterile, oltre che assurda. "E' la storia della sua famiglia" ho appena sentito dire dagli accusatori.
Chi di voi sarebbe, onestamente, disposto a rendere conto personalmente in termini professionali o semplicemente di credibilità, di meriti e colpe dei propri famigliari più o meno vicini?
Io personalmente ho avuto la fortuna (seriamente nel mio caso, una fortuna) di interrompere qualsiasi rapporto con mio padre da quasi 10 anni ormai, e non vorrei mai essere chiamata a rispondere di qualsiasi suo atto lecito o illecito. E anche nelle famiglie più unite, c'è sempre un combina guai che diventa la pecora nera ma viene comunque "sopportato".
Purtroppo i famigliari non si scelgono, ma soprattutto in età adulta si prendono spesso strade, percorsi, carriere diverse. Per motivi di interesse, di principi, di valori diversi. Ma semplicemente nell'idea, di fondo, dell'uno vale uno, a nessuno di noi piacerebbe pagare le conseguenze di azioni compiute (o che altri presumono siano state compiute) da persone con cui condividiamo un legame biologico.
Tra l'altro per provare a smentire questa presunta superiorità dei "duri e puri" vi invito, seriamente, ad osservare anche superficialmente e senza approfondire, tra i vostri parenti, amici, conoscenti, colleghi e pensare un attimo: davvero nessuno di voi conosce persone che hanno commesso un qualche reato?
Nessuno che ha evaso il fisco, lavorato in nero, esportato capitali, guidato in stato di ebbrezza anche molto oltre il limite, nessuno che ha fatto uso di droghe? Tutti gli idraulici, elettricisti, medici e carrozzieri con cui avete avuto a che fare hanno fatto fattura, e voi l'avete richiesta? Tutte le volte che andate al bar vi fanno lo scontrino? Tutti gli amici che avete che hanno costruito una veranda in giardino siete andati al catasto a verificare che avessero adeguata autorizzazione, magari dopo aver fatto una foto da un elicottero mandato appositamente per fare la foto? Vi siete chiesti come mai alcune delle frontiere verso la Svizzera sono completamente sguarnite di controlli, per esempio il Passo Spluga dove c'è un gabbiottino sempre perennemente chiuso e senza personale?
Quanti di voi se nel posto di lavoro sospettano che il management stia compiendo degli illeciti hanno gli strumenti o la voglia di approfondire e poi, effettivamente, lo fanno?
Certo è un problema della cultura italiana, sarebbe bellissimo vivere in un Paese dove c'è un senso civico così sentito che si ricevono scontrini e fatture senza richiederli (e senza assurde maggiorazioni) ma anche in un Paese immaginario e potenzialmente senza grosse ruberie sono convinta che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli.
L'accanimento contro chiunque abbia un ruolo pubblico perché a priori presumibilmente può essere disonesto è già di per sé un pregiudizio che andrebbe superato, ma lo scavare nelle vite famigliari delle persone controllando le fedine penali altrui è ancor peggio.
C'è una presunzione di colpevolezza in qualsiasi atteggiamento, ricerca, indagine a carico di chi amministra la cosa pubblica che non parte dalla responsabilità del ruolo assolto ma piuttosto da un pregiudizio di chi guarda.
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