martedì 19 gennaio 2016

I 500 euro per Francesco, per Carmela, per Raul #500euro ai diciottenni

Francesco ha 17 anni, va per i diciotto quest'anno. Vive a Rozzano, alla periferia di Milano, e ha lasciato la scuola dopo la terza media. Non aveva voglia di studiare, in più lo avevano bocciato, gli amici più grandi passavano le giornate al parchetto e quella scuola era diventata un peso. I suoi genitori non leggono le bollette quando le ricevono e portano gli esami del sangue dal medico in busta chiusa perché glieli spieghi. Non leggono i sottotitoli della tv, la mamma è un po' presbite ma passa la giornata a cucinare e non ha voglia di prendere gli occhiali. In casa non girano blocchi di appunti o agende, neanche accanto al telefono, né libri se non i testi scolastici delle sorelline, che frequentano ancora la scuola dell'obbligo ma per Francesco sono più che altro un fastidio infatti sta fuori casa il più possibile. Fa l'idraulico a tempo perso, un po' con contratto a chiamata, un po' in modo irregolare, e di norma non legge nulla. Domani, con 500 euro da spendere solo in cultura, porterà una ragazza al cinema, visto che al parchetto con gli amici la tipa si annoia. Comprerà un libro di favole per il compleanno della sorellina, del resto è un po' come se fosse gratis, i soldi li deve spendere in libri e il regalo deve farlo un po' per forza. Cos'è la cultura per Francesco? Non esiste in realtà, non ne ha mai sentito parlare se non come quell'argomento palloso della seconda serata in tv o su quel canale di sky che il padre non ha messo nel pacchetto calcio perché tanto non lo avrebbe guardato nessuno, ma tutti i suoi coetanei hanno il bonus e sente che andare al museo è diventato una moda. Ormai insomma è trendy per i nati nel 1998. Non gli interessa, pensa che sia noioso, ma ci va comunque in compagnia e ne esce dopo aver scoperto qualcosa di più sulla fotografia in bianco e nero o sui Navigli di 80 anni fa. Gli serve a fare meglio l'idraulico? Forse non nell'immediato, ma sicuramente in futuro avrà più possibilità di leggersi le bollette da solo e di guardare gli esami del sangue e capirli - almeno fintanto che non ci saranno problemi - e di dare un occhio ai sottotitoli della tv.

Carmela ha 18 anni, fa la cameriera in un bar. Non le è mai piaciuto studiare, era una di quelle cose per secchione sfigate, mentre lei voleva solo uscire con i ragazzi ed è cresciuta in un paesino sul lungomare in Calabria dove per essere notate sembrava obbligatorio avere un bel fisico, bere tanto alcol e avere un sacco di borsette e sandali firmati. Inutile spiegarle che gli uomini non guardano la marca della borsetta e che se anche non hai i tacchi ma hai il cervello potrai almeno sostenere una conversazione, i ragazzini che ha sempre frequentato Carmela non sono così. Lavorano in modo un po' precario, se ne girano col motorino senza casco e le ragazze che parlano troppo gli fanno un po' paura.
Ora sa che potrà spendere 500 in musei e attività culturali, in realtà non ci sono musei interessanti in zona i pochi di cui sa l'esistenza sono quelli in cui l'avevano già portata in gita a scuola, ma li aveva trovati noiosi. Però siccome ha i soldi da spendere comprerà dei libri. Non di alto livello, solo romanzetti o best seller e alcuni li lascia a metà o li regala perché non le piacciono molto, però legge. Legge, ogni giorno, ogni settimana. Questo non la toglie dalla sua realtà. Fra qualche anno, Carmela rimarrà incinta e la spingeranno a metter su famiglia ma lei non è d'accordo. Vorrebbe stare a casa con la famiglia d'origine, ma le rompono le scatole e la pressano per vivere inquadrata in un sistema che prevede che lei si sposi e cresca il bimbo con un pazzo ubriaco a cui non importa nulla del bambino, per di più possessivo. Ha letto storie di donne indipendenti, e pensa di riprendere a lavorare. Anche con un bimbo piccolo, decide di mettere un annuncio sui social network "cerco lavoro". Sono sicura che Carmela, avendo letto tanto negli ultimi mesi e anni perché i romanzi d'amore le piacciono, riuscirà a scrivere un annuncio migliore di quello che ho trovato ieri su Facebook:




Raul ha 18 anni, è sempre andato a scuola e ora sta facendo l'IPSIA ma è un po' indietro con gli studi, lo hanno bocciato un paio di volte. E' svogliato, non gli piace studiare, ma si tira avanti perché gli hanno detto che col diploma avrà un lavoro migliore. In realtà gliel'hanno detto dei tizi al bar, i suoi genitori non glielo dicono, con i suoi amici la cosa non è neppure argomento di conversazione. La mamma è venezuelana, il papà italiano ma è sempre fuori casa per lavoro. E' bilingue perché in casa con la mamma parla spagnolo, ma è nato in Italia ed è cresciuto qui. Frequenta principalmente la comunità sudamericana del suo quartiere. Una realtà  particolare, dove ci sono tante persone integrate e qualche bullo che tiene le fila del gruppo in malo modo. Possiamo ritenere che se Raul non studiasse sarebbe pienamente integrato in quella compa e farebbe parte appieno di un quartiere a maggioranza sudamericana? Ma Raul non è perfettamente integrato né a scuola né nella compa, perché è metà italiano e metà sudamericano e in fase di crescita sta scegliendo che strada prendere. Non sa di star scegliendo, non sa neppure quali siano le opzioni, ma è curioso e vuole scoprire il mondo. Domani, con il bonus da 500 euro in mano, andrà con dei compagni di classe a vedere un museo. Non era mai stato in un museo, ma questo sembra interessante, gli permette di scoprire un'altra storia della città dove è cresciuto e di cui aveva visto solo il punto di vista dei bulli e quello della scuola. Dopodomani incontra una ragazzina dolce e simpatica, lei fa l'istituto d'arte, e gli parla di cose che conosce poco. Vuole conquistarla e decide di andare a visitare un po' di musei in città. A nulla serve, lei ama l'arte e li ha già visitati tutti ma la settimana dopo vanno insieme al museo del fumetto. Scoprono insieme una nuova passione comune e costruiscono un progetto artistico: lui inventa storie basate sulle sue vacanze estive in Venezuela, un mix di ricordi, fantasia e idealizzazione di un mondo che in realtà non ha mai conosciuto a fondo ma che si porta dentro attraverso la madre, che è un mondo del tutto lontano e immaginario per la ragazzina che li traduce in disegni e inventa una storia a fumetti portando l'immaginazione nella sua arte.





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