1) La crisi economica dovuta alle restrizioni per gli esercizi commerciali in particolare per i bar dopo le 18, oltre al fatto di aver chiuso le scuole senza aver pensato alle conseguenze sulla vita lavorativa dei genitori. Non può esserci uno scollamento tra i servizi pubblici e la vita lavorativa, non sue due rette parallele che non si intersecano mai, la vita delle famiglie è intersecata in modo complesso eanche lo smart working (soluzione certamente ottima quando possibile) va organizzato in anticipo. Per non parlare dei danni alle partite iva, ai lavoratori con contratto a chiamata o ritenuta d'acconto, ai lavoratori dello spettacolo dal vivo.
2) Le pozioni magiche di "mio cugino" su facebook, che invitano a fare il piccolo chimico con la candeggina per farsi l'amuchina in casa. Fino a ieri la maggior parte delle persone non si lavava le mani dopo essere stati in bagno o prima di mangiare, ora sembrate tutti disinfettante-dipendenti.
3) L'impossibilità a chiamare il 112 in caso di vera emergenza, visto che è intasato dalle richieste di informazioni. Il coronavirus non annulla incidenti stradali gravi, infarti, ictus, parti, per cui per favore il 112 lasciatelo libero per le reali emergenze, l'ipocondria non è un'emergenza. C'è un numero apposito di Regione Lombardia per la richiesta di informazioni 800994545 e il numero attivo a livello nazionale 1500.
3) L'impossibilità a chiamare il 112 in caso di vera emergenza, visto che è intasato dalle richieste di informazioni. Il coronavirus non annulla incidenti stradali gravi, infarti, ictus, parti, per cui per favore il 112 lasciatelo libero per le reali emergenze, l'ipocondria non è un'emergenza. C'è un numero apposito di Regione Lombardia per la richiesta di informazioni 800994545 e il numero attivo a livello nazionale 1500.
L'ironia di alcuni bar sull'ordinanaza a fasce orarie |
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