mercoledì 12 febbraio 2014

Il passaggio di consegne a Renzi? più voluto dagli italiani di tante scelte precedenti

Tutti qui si chiedono chi ci guadagna a non andare alle urne passando direttamente il testimone a Matteo Renzi, ecco, a me sembra conti alla mano che ci guadagnino gli italiani. Le elezioni del febbraio 2013 sono costate 389 milioni di euro di fondi provenienti in parte dal ministero dell’Interno, 315 milioni, di cui 223 per coprire le spese dei seggi, 73 per garantire l’ordine pubblico, poco meno di 10 per le facilitazioni di viaggio riservate agli elettori che tornano nei Comuni di residenza, e poi il sistema informatico, il personale e via dicendo. Per non parlare del fatto che potremmo passare mesi in una fase di transizione, incertezza e campagna elettorale selvaggia che non serve al Paese.
Probabilmente Renzi rischierebbe qualcosa in termini di reputazione per un brevissimo periodo di transizione, per il fatto di non essere passato dalle urne, ma è un anno e mezzo che è conosciuto attraverso i media e è comunque passato dalle primarie del PD che ha deciso di affrontare due volte proprio per chiedere la legittimazione della base del PD.  E comunque, Monti nessuno sapeva chi era prima che si presentasse, a parte gli studenti della Bocconi. Letta nessuno lo conosceva se non come nipote dell'altro (il che già era preludio di larghe intese) e parlamentare da 3 mandati, nessuno si è posto il problema che forse gli italiani non lo avrebbero MAI scelto, men che meno gli elettori più a sinistra visto che è un ex-democristiano. Renzi è conosciuto e popolare, apprezzato da molti anche al di fuori del PD e probabilmente se ci fosse stato lui al posto di Bersani le elezioni del 2013 le avremmo vinte con almeno il 5-6% di scarto invece che con mezzo punto percentuale. Quindi davvero non capisco perché ora tutti si pongano il problema della "staffetta" come amano chiamarla i giornali, il passaggio di consegne è regolarmente previsto dalle nostre normative e i due premier precedenti non erano comunque legittimati dalle urne. No, nessun colpo di stato e nessuno scandalo a cui gridare per sfogare la propria indignazione contro il sistema. Avere un governo forte e popolare è il primo step per poter lavorare in pace, senza sballottamenti continui e provare a migliorare questo Paese in modo credibile, perché almeno Renzi è credibile. Quindi onestamente non continuerei a sperare che il Governo cada per il gusto disfattista che va di moda in questo periodo. Anzi. Spero che Renzi abbia l'occasione di prendere in mano la situazione e dimostrare che si può lavorare bene e migliorare il paese, perché l'Italia che immagina fra 20 anni il sindaco di Firenze è sicuramente un'Italia più bella, più realistica e più moderna, per tutti noi, di quella che avevano immaginato i precedenti governi, e gli italiani lo sanno perché lo hanno ascoltato parlare in questi mesi. Mentre Monti e Letta non avevano mai affrontato un dibattito pubblico vero e non avevano mai messo alla prova la propria popolarità prima di essere calati dall'alto. Ci sono tutte le premesse perché questa storia abbia un finale diverso dalle due precedenti, cioè che si trasformi nell'inizio di un rinnovamento della politica.

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