venerdì 16 gennaio 2015

Perché Greta e Vanessa erano in Siria: la risposta alla domanda di tutti voi

La risposta alla domanda di tutti i banali superficiali che vedono nell'entusiasmo giovanile una difetto da correggere ... magari tutto il mondo fosse così.
Cosa erano andate a fare Greta e Vanessa in Siria?

Ecco il resoconto dopo la prima missione, scritto dalla ragazze nell’aprile del 2014 e pubblicato su Facebook:

Missione di sopralluogo : il progetto nasce dopo un sopralluogo effettuato nel mese di marzo da Roberto Andervill, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo attiviste per la Siria. Atterrati in Turchia, siamo stati accompagnati da una guida siriana nella sua terra, di preciso nelle zone rurali di Idlib, a sud ovest rispetto ad Aleppo. Durante questa prima visita si è cercato di instaurare un primo rapporto con la popolazione locale , al fine di capire le vere necessità e visitare i luoghi coinvolti nel progetto. In particolar modo sono stati visitati i due centri di primo soccorso di B. e H., dove c’è stata la possibilità di rilevare le principali problematiche nell’ambito dell’assistenza medica: carenza di personale adatto e di materiale essenziale per condurre assistenza sanitaria di base e di emergenza. Durante questa missione siamo stati sempre accompagnati e scortati da personale locale, con un alto grado di sicurezza.
In collaborazione con il personale medico presente sul posto si è deciso di attivarsi al fine di perseguire due specifici obiettivi:
1. Attivare un corso base di primo soccorso e rifornire alcune aree di kit di emergenza di primo soccorso corredati di tutto il materiale occorrente.
2. Garantire ai pazienti malati di patologie croniche di accedere alle giuste terapie rispettando i tempi, dosi e qualità dei farmaci.

Il nostro Progetto si compone così di due parti distinte che verranno portate avanti sia in maniera separata e sia in parallelo, a seconda delle esigenze contingenti in loco. 
La ragione del Primo Obiettivo nasce dall’aver riscontrato nelle zone in questione che chi si occupa dell’assistenza medica lo fa spesso senza il materiale adatto a specifiche modalità di intervento, anche se ricevono materiale sanitario da parecchie organizzazioni. Tuttavia, essendo aree in cui sono migrate moltissime persone provenienti dalla città, gli aiuti non bastano. Il nostro obiettivo è diffondere le nozioni di base del primo soccorso per permettere a coloro che si impegnano volontariamente nel soccorso dei feriti di aiutare nel migliore dei modi, oltre a fornire il materiale necessario. Insegnando loro le tecniche principali, otterremo delle persone più competenti, ci saranno minori errori nel soccorso, ci sarà maggior risparmio di materiale e la qualità dell’assistenza aumenterà. Il nostro principale obiettivo è rendere queste aree autonome laddove è possibile.
Per quanto riguarda il Secondo Obiettivo, abbiamo considerato le condizioni delle aree interessate, le quali non ricevono un rifornimento di medicinali costante e di conseguenza le persone che soffrono di patologie croniche non hanno la possibilità di accedere a terapie, a causa della mancanza di medicinali appropriati. Durante la missione abbiamo avuto la possibilità di vedere persone con casi clinici molto rari, alla cui base ci sono malattie mortali, per cui è necessario un intervento tempestivo e costante. Inoltre, a causa della mancanza di strumenti di diagnosi, si è impossibilitati a riconoscere le patologie basandosi su dati scientifici. Questo comporta una qualità di assistenza molto bassa.
In accordo con il personale del posto abbiamo deciso di disporre la zona di un medico italiano che lavorerà, a breve termine, in collaborazione con il personale locale al fine di inserire i pazienti in un programma. Quest’ultimo permetterà di avere una lista delle persone che necessitano di precise terapie e garantire loro la possibilità di curarsi nel migliore dei modi.
Dopo aver avviato il servizio il personale medico locale garantirà la continuità dell’assistenza mirata.
E per chi dice che erano delle sprovvedute, un breve riepilogo del loro percorso (che mai ne renderà tutta la complessità è chiaro che sono consapevole che è riduttivo):

Vanessa Marzullo, 21 anni, di Bergamo. Studentessa di Mediazione Linguistica e Culturale, curriculum Attivita' Internazionali e Multiculturali - lingue: Arabo e Inglese. Volontaria presso Organizzazione Internazionale di Soccorso. Dal 2012 si dedica alla Siria, dalla diffusione di notizie tramite blog e social networks all'organizzazione di manifestazioni ed eventi in sostegno del popolo siriano in rivolta. Questo culmina nell’organizzazione e nella nascita del Progetto “Assistenza Sanitaria in Siria”.

Greta Ramelli, 20 anni, di Varese, studentessa di Scienze Infermieristiche. Diplomata al liceo linguistico Rosetum dove ha studiato inglese, spagnolo e tedesco. Volontaria presso Organizzazione Internazionale di Soccorso, operatrice pronto soccorso trasporto infermi e nel settore emergenza (livello operativo). Nel maggio 2011 trascorre 4 mesi in Zambia nelle zone di Chipata e Chikowa lavorando come volontaria presso 3 centri nutrizionali per malati di AIDS, incluso alcune settimane presso le missioni dei padri comboniani. Nel dicembre 2012 ha trascorso tre settimane a Calcutta, India, dove ha svolto volontariato presso la struttura Kalighat delle suore missionarie della carità e ha visitato progetti di assistenza alla popolazione indiana presente negli slums. Attualmente si occupa principalmente di Siria, sia per quanto riguarda l'accoglienza profughi insieme ad altri volontari, sia per attivismo e per aiuti umanitari. Al momento collabora con il Comitato S.O.S. Siria di Varese, l’Associazione delle Comunità Arabe Siriane e IPSIA Varese nel progetto “Assistenza Sanitaria in Siria”.

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