La risposta alla domanda di tutti i banali superficiali che vedono nell'entusiasmo giovanile una difetto da correggere ... magari tutto il mondo fosse così.
Cosa erano andate a fare Greta e Vanessa in Siria?
Ecco il resoconto dopo la prima missione, scritto dalla ragazze nell’aprile del 2014 e pubblicato su Facebook:
Missione
di sopralluogo : il progetto nasce dopo un sopralluogo effettuato nel
mese di marzo da Roberto Andervill, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo
attiviste per la Siria. Atterrati in Turchia, siamo stati accompagnati
da una guida siriana nella sua terra, di preciso nelle zone rurali di
Idlib, a sud ovest rispetto ad Aleppo. Durante questa prima visita si è
cercato di instaurare un primo rapporto con la popolazione locale , al
fine di capire le vere necessità e visitare i luoghi coinvolti nel
progetto. In particolar modo sono stati visitati i due centri di primo
soccorso di B. e H., dove c’è stata la possibilità di rilevare le
principali problematiche nell’ambito dell’assistenza medica: carenza di
personale adatto e di materiale essenziale per condurre assistenza
sanitaria di base e di emergenza. Durante questa missione siamo stati
sempre accompagnati e scortati da personale locale, con un alto grado di
sicurezza.
In
collaborazione con il personale medico presente sul posto si è deciso
di attivarsi al fine di perseguire due specifici obiettivi:
1.
Attivare un corso base di primo soccorso e rifornire alcune aree di kit
di emergenza di primo soccorso corredati di tutto il materiale
occorrente.
2.
Garantire ai pazienti malati di patologie croniche di accedere alle
giuste terapie rispettando i tempi, dosi e qualità dei farmaci.
Il nostro Progetto si compone così di due parti distinte che verranno
portate avanti sia in maniera separata e sia in parallelo, a seconda
delle esigenze contingenti in loco.
La ragione del Primo Obiettivo nasce dall’aver riscontrato nelle
zone in questione che chi si occupa dell’assistenza medica lo fa spesso
senza il materiale adatto a specifiche modalità di intervento, anche se
ricevono materiale sanitario da parecchie organizzazioni. Tuttavia,
essendo aree in cui sono migrate moltissime persone provenienti dalla
città, gli aiuti non bastano. Il nostro obiettivo è diffondere le
nozioni di base del primo soccorso per permettere a coloro che si
impegnano volontariamente nel soccorso dei feriti di aiutare nel
migliore dei modi, oltre a fornire il materiale necessario. Insegnando
loro le tecniche principali, otterremo delle persone più competenti, ci
saranno minori errori nel soccorso, ci sarà maggior risparmio di
materiale e la qualità dell’assistenza aumenterà. Il nostro principale
obiettivo è rendere queste aree autonome laddove è possibile.
Per quanto riguarda il Secondo Obiettivo, abbiamo considerato le
condizioni delle aree interessate, le quali non ricevono un rifornimento
di medicinali costante e di conseguenza le persone che soffrono di
patologie croniche non hanno la possibilità di accedere a terapie, a
causa della mancanza di medicinali appropriati. Durante la missione
abbiamo avuto la possibilità di vedere persone con casi clinici molto
rari, alla cui base ci sono malattie mortali, per cui è necessario un
intervento tempestivo e costante. Inoltre, a causa della mancanza di
strumenti di diagnosi, si è impossibilitati a riconoscere le patologie
basandosi su dati scientifici. Questo comporta una qualità di assistenza
molto bassa.
In accordo con il personale del posto abbiamo deciso
di disporre la zona di un medico italiano che lavorerà, a breve termine,
in collaborazione con il personale locale al fine di inserire i
pazienti in un programma. Quest’ultimo permetterà di avere una lista
delle persone che necessitano di precise terapie e garantire loro la
possibilità di curarsi nel migliore dei modi.
Dopo aver avviato il servizio il personale medico locale garantirà la continuità dell’assistenza mirata.
E per chi dice che erano delle sprovvedute, un breve riepilogo del loro percorso (che mai ne renderà tutta la complessità è chiaro che sono consapevole che è riduttivo):
Vanessa Marzullo, 21 anni, di Bergamo. Studentessa di Mediazione
Linguistica e Culturale, curriculum Attivita' Internazionali e
Multiculturali - lingue: Arabo e Inglese. Volontaria presso
Organizzazione Internazionale di Soccorso. Dal 2012 si dedica alla
Siria, dalla diffusione di notizie tramite blog e social networks
all'organizzazione di manifestazioni ed eventi in sostegno del popolo
siriano in rivolta. Questo culmina nell’organizzazione e nella nascita
del Progetto “Assistenza Sanitaria in Siria”.
Greta Ramelli, 20
anni, di Varese, studentessa di Scienze Infermieristiche. Diplomata al
liceo linguistico Rosetum dove ha studiato inglese, spagnolo e tedesco.
Volontaria presso Organizzazione Internazionale di Soccorso, operatrice
pronto soccorso trasporto infermi e nel settore emergenza (livello
operativo). Nel maggio 2011 trascorre 4 mesi in Zambia nelle zone di
Chipata e Chikowa lavorando come volontaria presso 3 centri nutrizionali
per malati di AIDS, incluso alcune settimane presso le missioni dei
padri comboniani. Nel dicembre 2012 ha trascorso tre settimane a
Calcutta, India, dove ha svolto volontariato presso la struttura
Kalighat delle suore missionarie della carità e ha visitato progetti di
assistenza alla popolazione indiana presente negli slums. Attualmente si
occupa principalmente di Siria, sia per quanto riguarda l'accoglienza
profughi insieme ad altri volontari, sia per attivismo e per aiuti
umanitari. Al momento collabora con il Comitato S.O.S. Siria di Varese,
l’Associazione delle Comunità Arabe Siriane e IPSIA Varese nel progetto
“Assistenza Sanitaria in Siria”.
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