venerdì 14 agosto 2015

Expo per la cultura e la cultura per Expo

Ancora più di un anno fa, ci si chiedeva se Expo potesse essere un'occasione per parlare non solo di alimentazione ma anche di cultura. Perché il pianeta lo si nutre con il cibo, ma non solo, bisogna nutrire anche la mente. La speranza che l'incontro tra diversi Paesi fosse anche occasione di scambio culturale non è stata vana. Non ultimo, Expo è stata solo due settimane fa occasione di incontro tra i ministri della Cultura di tutto il mondo in un meeting di due giorni sulla Cultura come strumento di dialogo tra i popoli.


Ma ogni giorno in realtà Expo sta diventando un'occasione di conoscenza e approfondimento. Gli appuntamenti culturali organizzati da Intesa San Paolo (qui Chiara Isotton dell'Accademia della Scala di Milano che interpreta la Tosca), i dibattiti di Casa Corriere e le mostre fotografiche di spazio Kip, ma anche gli incontri di Cascina Triulza. La Cascina, unico edificio di Expo già esistente prima della costruzione del sito espositivo, è stata restaurata per questo evento e ora ospita ogni giorno conferenze, laboratori, e realtà associative che trovano in Expo uno spazio per mostrare il loro lavoro quotidiano sia in ambito alimentare che sociale. Un appuntamento da non perdere per gli amanti dell'arte anche la mostra curata da Vittorio Sgarbi all'interno di Eataly, con 250 quadri italiani di ogni epoca suddivisi per regione.
E un outsider invece all'interno del Padiglione Italia, la Vucciria di Guttusu.
In occasione della settimana delle donne poi è stata creata una bellissima iniziativa, una collana di storie di donne da tutto il mondo disponibili gratuitamente (ma ormai esaurite) in Expo. Storie che raccontano la femminilità da 104 Paesi diversi, ciascuna scrittrice dal proprio punto di vista. Un interessante viaggio nella nostra metà del pianeta, perché raccontarsi è il primo modo per farsi conoscere e conoscersi è il primo passo per rispettarsi. Interessante che nella collana sono presenti anche storie provenienti da Paesi che non partecipano ad Expo, come il Perù e la Mongolia.
Non mancano poi i concerti organizzati dai vari padiglioni, per esempio il bravissimo pianista Tomasz Pawlowski con il suo concerto di Chopin più volte ospite al padiglione polonia anche in questi giorni.
Anche le giornate nazionali sono state occasione per la promozione culturale per diversi Paesi, qui un pezzo dell'orchestra Virtuosi Moskvi in occasione del National Day della Russia e una piccola parte dello splendido concerto del National Day dell'Azerbaijan.

Al padiglione del Vietnam è possibile assistere quotidianamente a spettacoli con strumenti vietnamiti tradizionali.
Tra balli folkloristici (spesso in occasione dei National Days ma non solo) opere d'arte e musica classica, Expo non è mai stato solo cibo ma per chi ama la Cultura c'è solo la difficoltà di destreggiarsi quotidianamente tra decine di conferenze e laboratori diversi.

Perché la cultura non è un abbellimento o un di più, ma la base stessa per poter uscire dalla crisi. Acquisire nuove conoscenze, ascoltare nuovi punti di vista, ammirare un'opera d'arte o scoprire la ricchezza culturale di Paesi lontani da noi è la chiave perché di Expo rimanga qualcosa di estremamente positivo nel futuro dei giovani - italiani ma non solo - che ogni giorno affollano l'esposizione e tornano a casa con un bagaglio culturale arricchito.
Perché ogni stimolo nuovo proveniente dal diverso - anche il diverso più lontano e dissimile da noi - è un seme che può germogliare nella mente curiosa e aperta di un bambino e di un ragazzo e da quel seme può nascerne un futuro di ricerca, di tolleranza, di comprensione e di dialogo.

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