domenica 26 febbraio 2017

K-Flex: la battaglia dei lavoratori continua

L'on. Rampi con il sindaco di Carnate Nava
Oggi è il 33° giorno di presidio per i lavoratori della K-Flex (qui la prima parte della vicenda) che stanno scioperando contro la delocalizzazione prevista nei prossimi mesi che porterebbe in Polonia la produzione dell'azienda di Roncello. Ieri hanno ricevuto la presenza e la solidarietà dei sindaci della zona, dei consiglieri regionali e dei parlamentari, che hanno visitato il presidio e si sono confrontati con i lavoratori.
Il prossimo incontro al ministero dello sviluppo economico è previsto venerdì 3 marzo alle ore 12. Al precedente incontro l'azienda non si era presentata e anzi, aveva inviato 187 lettere di licenziamento proprio il giorno stesso.
La situazione appare complessa a causa della volontà dell'azienda di perseguire nelle sue intenzioni di portare il lavoro in Polonia. E' emerso che la K-Flex ha ricevuto 35 milioni di € di fondi pubblici a sostegno della sua attività, e certamente questo fatto sarà oggetto di verifica da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico.
"Ci sarà il secondo tavolo venerdì" dice l'on. Rampi ai lavoratori "ci auguriamo che qualcosa scatti nella testa di queste persone. Faremo la verifica su quei fondi e chiederemo di rispondere delle loro responsabilità, ma soprattutto noi tutti insieme stiamo facendo sapere alle persone che cosa stanno facendo. Perché in questo caso - a differenza di altri casi che mi sono capitati di aziende in crisi, in cui ci sono situazioni di difficoltà dove non è facile trovare l'uscita - l'uscita è facile da trovare. Queste persone devono decidere se essere ricordati come imprenditori che hanno preso un'azienda a Roncello e l'hanno portata in tutto il mondo, o se essere ricordati come delle persone che hanno deciso di lasciare quasi 200 famiglie a casa".
i sindaci e il parlamentare in ascolto dei rappresentanti sindacali 
Un lavoratore che dialoga con l'on. Rampi 
I sindaci del territorio con l'on. Rampi e il consigliere regionale Brambilla di fronte ai cancelli dell'azienda 
Un lavoratore di origine marocchina offre il tè tipico 
La raccolta fondi per i lavoratori 
 

venerdì 24 febbraio 2017

Dei voucher e del loro abuso: aggiornamenti

Aggiornamento dati INPS sull'utilizzo dei voucher nel corso dell'anno 2016: fra i primi 15 utilizzatori troviamo catene di negozi, grandi società che organizzano eventi, una nota società calcistica, multinazionali del settore ristorazione, gioco d'azzardo e un centro commerciale, oltre a due agenzie interinali: Manpower e Adecco. 
Tutte aziende che prima erano tenute a pagare il lavoro con regolari contratti: contratto del commercio, contratto a chiamata o, nel caso delle agenzie interinali, il CCNL in vigore nell'azienda utilizzatrice. 
Il lavoro occasionale esiste ma non è questo, e non sono queste le realtà che potrebbero fare nero al posto di assumere: queste sono aziende che, se non assumono in regola, devono ricevere una verifica da parte degli organi preposti e una conseguente multa. 
Con il voucher evitano la multa ma il lavoratore non ha comunque garanzie. Occorre certamente un aggiornamento della normativa in vigore.

giovedì 23 febbraio 2017

Uber, Flixbus e tutte le opportunità gestite all'italiana maniera

Premessa l'esistenza di un cambiamento culturale e sociale in atto che è comunque una grande opportunità per tutti, la Politica come si sta ponendo? Come un antico e conservatore esattore delle tasse o come forza che vuole governare il cambiamento e far sì che i cittadini tutti possano lavorare tutelandone diritti lavorativi, dignità personale, parità di genere e sì, anche la sicurezza? 
La risposta appare scontata ma non lo è. 
Il web, l'affermarsi della sharing economy, l'aumento di persone con un livello di istruzione mediamente più alto rispetto al passato ma con meno potere d'acquisto, sono un cocktail esplosivo se l'impianto normativo non è pronto. L'ultimo caso di Flixbus, con l'emendamento passato in Senato e poi il dietrofront del nostro Partito che promette di intervenire in seguito. A presentare l'emendamento in oggetto al Senato sono stati quattro senatori del gruppo Conservatori e riformisti: Lucio Tarquinio, Francesco Bruni, Luigi D'Ambrosio Lettieri e Luigi Perrone, ex parlamentari di Forza Italia usciti al seguito del pugliese Raffaele Fitto. E' pugliese anche Giuseppe Vinella, presidente di ANAV, l'associazione nazionale autotrasporto viaggiatori. La Viaggi & Turismo Marozzi s.r.l., azienda dello stesso Vinella, opera sulla tratta tra Bari e Roma, la stessa su cui Flixbus è entrata qualche mese fa con i suoi prezzi competitivi. 
Ho personalmente utilizzato Flixbus e mi sono trovata bene, l'acquisto online è tranquillo, rapido e sicuro, su tratte lunghe c'è sempre il doppio autista, autobus puliti e con i servizi. 
Credo che la priorità della politica - o almeno di una politica di sinistra - di fronte a servizi low cost debba essere quella di verificare che siano rispettati i diritti dei lavoratori, cosa che spesso non avviene quando non si regolamenta il settore delle spedizioni low cost per esempio, in cui gli autisti delle consegne assunti tramite cooperativa vengono pagati un tot a consegna e non hanno quindi un'applicazione del CCNL trasporti e logistica. 
L'evoluzione in corso non è reversibile né qualcuno auspica che lo sia, nessuno di noi vorrebbe tornare a non avere i servizi che abbiamo e a dover passare da un intermediario per qualunque acquisto, ma si può entrarci in modo serio e competente, in tempi certi e adatti ai tempi di vita delle persone. Guardando prima alla persona, lavoratore o consumatore, e dopo al mantenimento degli status quo di chi c'era prima. Provando a vedere il cittadino prima come lavoratore, consumatore da tutelare, utente consapevole e solo dopo come contribuente mancato o come eventuale membro di un gruppo costituito (associazione riconosciuta dal Governo o sindacato) 
Prima c'è stato Uber, fenomeno non capito e aggredito superficialmente fin da subito, in corso ci sono AirBnb, tutto il comparto della sharing economy e tante altre realtà nate dal web che si basano sull'autogestione del cliente. Contano sul fatto che il cliente sappia destreggiarsi, abbia competenze informatiche, e dia la priorità al risparmio. Vedono il possibile cliente come una persona libera da vincoli e da paure che affronta la vita di petto e sceglie personalmente le esperienze costruendole da sé. Vivono di recensioni online. Qualche anno fa accadde qualcosa di simile con le agenzie di viaggi: ormai obsolete a meno che non sappiano inventarsi servizi nuovi, sono state pian piano soppiantate da booking e altri siti che aiutano l'utente ad organizzarsi il viaggio. Personalmente non ho mai utilizzato un'agenzia di viaggi dal 2008 ad oggi, ho usato Flixbus e AirBnb ma mai Uber, ammetto tuttavia che ho preso solo due taxi in vita mia (molti anni fa, prima di Uber) ma che, per non saper né leggere né scrivere, vedendo stasera un calmo tassista romano urlare in prima serata su La7 improperi irripetibili rivolti a chi ha avuto l'onere e l'onore di governare questo Paese, ho pensato che da uno così un passaggio non lo accetto neanche gratis. 
Nell'era del 3.0, o la Politica governa il fenomeno, lo indirizza e sceglie sempre di guardare prima al bene del cittadino e ai bisogni diffusi e poi alla conservazione, o perdiamo una grandissima occasione: quella di avere un Paese più moderno e una politica più forte nel suo potere contrattuale con l'economia imperante. Il mercato libero va certamente regolamentato, ma per regolamentarlo occorre uno studio approfondito, l'ascolto delle diverse categorie, non emendamenti passati nella notte e inseriti in un decreto legge che poi viene mandato blindato alla Camera con la fiducia. 
Serve piuttosto uno studio delle regolamentazioni che hanno funzionato all'estero, uno sguardo a quali possono essere i risvolti positivi se le persone si spostano di più usando un servizio acquistato online, e serve una nuova consapevolezza di chi sta offrendo servizi ormai vecchi: rinnovarsi per offrire qualcosa in più e garantire la propria presenza sul mercato. Occorre un cambio di rotta, perché quello che vediamo ad ogni flame proposto dal web è solo la punta dell'iceberg ma molti non stanno guardando al di sotto.  
Serve conoscenza, ascolto, maturità, e un approccio della politica volto a trovare punti di incontro, a ricomporre e non a aizzare la rabbia come avvenuto per esempio fuori dalla sede del PD romano con i tassisti. 

martedì 21 febbraio 2017

Comunicazione non ostile: come ricostruire insieme la comunicazione virtuale?

Come blogger ho sottoscritto questo manifesto, perché credo in un mondo virtuale che tiri fuori il meglio delle persone e non il peggio; in un contesto che accolga opinioni diverse e la possibilità di ascolto dell'altro e della mediazione.
http://www.paroleostili.com/

venerdì 10 febbraio 2017

Motivazioni sentenza corte costituzionale sull'italicum


La Corte Costituzionale ha depositato ieri le motivazioni della sentenza sull'italicum, da cui ripartire per scegliere i prossimi passi. Sul ballottaggio scrive: "Le modalità di attribuzione del premio attraverso il turno di ballottaggio determinano una lesione" perché per come è congegnato l'Italicum "il premio attribuito al secondo turno resta un premio di maggioranza e non diventa un premio di governabilità". Per questo tale premio deve essere vincolato all'esigenza costituzionale "di non comprimere eccessivamente il carattere rappresentativo dell'assemblea elettiva e l'eguaglianza del voto". La corte scrive inoltre che la legge elettorale con cui si andrà al voto dovrà garantire maggioranze omogenee tra Camera e Senato


mercoledì 8 febbraio 2017

Diletta Leotta e il giudizio morale sull'abbigliamento femminile

foto da La Repubblica 
Da "non puoi parlare di privacy se sei vestita sexy" riguardo all'abbigliamento di Diletta Leotta a "vestita così se l'è cercata" riferito a tanti casi di violenza sulle donne, il passaggio è breve.
La celebre conduttrice di SKY, classe 1991, ieri sera ha parlato a Sanremo riguardo al cyberbullismo e alla privacy online, raccontando anche un episodio di violazione dei dati personali (presi dal suo cloud) da lei subìto. Una ragazza giovane, sveglia e preparata, e sì, anche bella: che non è una colpa.
Ma a quanto pare la cosa ha suscitato scalpore e la necessità, per molti, di togliere autorevolezza alle sue parole. Cosa c'entra la privacy sul web e il serio problema del cyberbullismo con l'abbigliamento? Nulla. A meno che non vogliamo tornare alla preistoria e all'uomo che se vede o intravede allora .. a tutto è autorizzato. A meno che non vogliamo buttar via anni di battaglie per l'emancipazione femminile. Ora io comprendo che in un'ottica di femminismo la donna non deve sentirsi obbligata a spogliarsi per apparire, ma giriamo il ragionamento al contrario: a un uomo semivestito in un contesto in cui è previsto che lo sia, verrebbe contestata una presunta non autorevolezza su un tema specifico per via dell'abbigliamento? Non credo proprio. La giovane donna oltre che brillante è nativa digitale ed è stata essa stessa vittima di un caso di cyberbullismo che ha fatto storia, e che sta facendo anche storia di giurisprudenza riportando il concetto di violazione della privacy e appropriazione indebita dei dati a quello che è: un reato; grazie al fatto che la giovane donna ha fatto subito denuncia per le foto private divulgate senza il suo consenso in seguito ad hackeraggio del suo cloud. La conduttrice non necessita di giustifiche per il suo abbigliamento elegante e splendidamente sexy, necessita di uno sguardo meno arrapato sul corpo e di un ascolto dei contenuti di ciò che ha detto: è utile a tutti. Così come è utile a tutti comprendere che nel nostro sistema giudiziario, per fortuna, esiste una netta distinzione tra chi ha commesso il crimine - qualunque esso sia - e la vittima, per cui creare una racconto diffuso secondo cui se la vittima non ha tenuto il comportamento desiderato da altri è un po' meno vittima non fa parte del nostro ordinamento giudiziario. Questo vale per il pedone investito, per la vittima di stupro, per la vittima di un furto o rapina: è importante che si diffondano informazioni chiare sul fatto che chi ha subito il reato non è in alcun modo colpevole, se non vogliamo tornare al medioevo. Tra l'altro, nel caso specifico del cyberbullismo, trattandosi di un tema relativamente recente, è necessario anche che chi non utilizza in modo abituale il web e non ha competenze specifiche si ponga all'ascolto anche per sviluppare insieme soluzioni che funzionino e che tengano conto dei comportamenti reali delle persone e delle abitudini più diffuse. 

Vedere la maternità in modo nuovo: la chiave per una effettiva parità di genere

Oggi il Corriere riporta la storia di Martina, assunta al nono mese di gravidanza. Queste storie, seppur rare, dobbiamo raccontarle di più e farle diventare un modello di comportamento socialmente accettato e anzi incentivato. Ci sono tanti pregiudizi verso le donne quando iniziano ad avere figli, quasi che a quel punto la donna fosse "di competenza" della famiglia o del partner e non più della comunità in cui è inserita. Durante la gravidanza e l'allattamento la donna ha più che mai bisogno di certezze, di un bonifico mensile costante e di sapere che il fatto di avere un figlio a carico è un motivo in più perché l'azienda abbia comportamenti di piena responsabilità sociale e non il contrario ma è qualcosa ora come ora più eccezione che regola: raccontiamo queste storie, e soprattutto rendiamo visibile la realtà di tutte le altre non considerandola scontata né immodificabile per natura. Se una donna che viene lasciata a casa in gravidanza, anche a contratto scaduto ma con la consapevolezza da parte del datore di lavoro che così facendo la sta condannando a farsi mantenere da altri, è indispensabile che ne parli con i sindacati e con i media in modo da creare una reputazione negativa per l'azienda, e invece formare un consenso positivo intorno a quelle realtà che si fanno carico della madre tanto quanto si è fatto, per secoli, con i padri. Consapevoli che un bimbo merita una mamma felice, al sicuro, e professionalmente soddisfatta e che solo così potrà avere l'opportunità di crescere in un ambiente sereno. 

lunedì 6 febbraio 2017

K-Flex: no alle delocalizzazioni

Nei giorni scorsi è stata preannunciata la delocalizzazione della produzione dello stabilimento di Roncello (MB) della K-Flex, azienda leader nel settore degli isolanti in gomma, nel corso del 2017;
La delocalizzazione coinvolgerebbe circa 250 persone, in maggioranza over 40 e quindi con possibilità ancora minori di altri di trovare un nuovo lavoro;
Oggi è stata confermata dalla sede polacca dell'azienda la volontà di investire sulla manodopera in Polonia invece che in Italia. 


K-Flex è una multinazionale italiana a conduzione famigliare nata nel 1989 e ora presente in 60 Paesi nel mondo con 11 impianti e più di 2000 dipendenti totali, ha il bilancio in attivo ma nonostante ciò già nel 2014 ha licenziato 46 lavoratori.
Nel corso degli anni, l’azienda ha aperto diversi stabilimenti produttivi all’estero: in Europa in Germania (dicembre 2000), in Scandinavia (luglio 2005), in Polonia (dicembre 2005), nel Regno Unito (aprile 2006) e, a luglio del 2008, in Romania. Nel resto del mondo con 4 stabilimenti aperti in Cina tra il 1998 e il 2009, negli USA, in Russia, in India e in Malesia. 

K-Flex è stata sollecitata ad una sospensione della procedura di delocalizzazione della produzione dallo stabilimento di Roncello (MB), sede da cui è iniziata l’attività e da cui ha avuto poi inizio il florido sviluppo successivo, e dove oggi gli operai sono in sciopero permanente da una settimana.
Qui possiamo ascoltare le storie di alcuni lavoratori dell'azienda che ci spiegano quanto sta accadendo e il loro presidio permanente ai cancelli per impedire che i macchinari siano portati fuori: 
Settimana scorsa è già stata depositata alla Camera un'interrogazione parlamentare dell'on. Roberto Rampi (Partito Democratico) e i lavoratori hanno ricevuto solidarietà da tutte le forze politiche anche in occasione di un incontro in Regione giovedì 2 febbraio. Mercoledì 8 febbraio è previsto un incontro al MISE. 

mercoledì 1 febbraio 2017

#18app quanto siete soddisfatti?

Un breve questionario sul bonus 18enni: quali sono le difficoltà riscontrate, quali i punti migliorabili sia nella fase di registrazione sia nella fase di utilizzo dei buoni. Per tutti i nati nel 1998 e/o per chi li sta aiutando nella registrazione e nell'utilizzo del bonus #18app https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeZNxcPnh63toaiuVnvZ7uIFXdlArjTT6jnaBUdqOkr33RCeA/viewform?c=0&w=1