venerdì 28 gennaio 2022

Il presidente della Repubblica non deve rappresentare una parte

Vedo emergere sempre di più nelle discussioni questa idea distorta che se il/la potenziale presidente della Repubblica non rappresenta me, non sarebbe un/a buon/a candidato/a. Credo ci sia un ragionamento distorto alla base: ci dimentichiamo che noi cittadini siamo rappresentati dai parlamentari che abbiamo eletto. A loro dobbiamo chiedere di portare avanti le nostre istanze, le nostre battaglie, proporre leggi, interrogazioni, interpellanze. Gli organismi esecutivi come il Governo sono nominati e non eletti, e il presidente della Repubblica è frutto di accordi che sono esito di una maggioranza in Parlamento che risale ormai a 4 anni fa e che assolutamente non può essere modificata a tavolino per eleggere il presidente di sinistra. Se il Partito Democratico ha 155 grandi elettori su 1009, va da sé che da soli il presidente della Repubblica non lo eleggiamo. Quindi è ora di iniziare a ragionare su profili istituzionali che a siano adatti a svolgere l'incarico, per la capacità di essere super partes e per il prestigio internazionale, anche se non ci rappresentano. Per esempio: i parlamentari scrivono le leggi, il presidente della Repubblica le firma. La maggior parte dei presidenti della Repubblica si sono rifiutati di firmare uno, massimo due disegni di legge in tutto il loro mandato. Tranne Cossiga che ne aveva respinti 22. Ecco, un presidente che fa da garante e che non vuole sostituirsi al Parlamento, per esempio, dovrebbe essere uno che non si sogna minimamente di rifiutare un disegno di legge se non gli piace. Su questo bisogna guardare il carattere, che sia un garante e non un decisore, un arbitro e non un protagonista della partita. Dopo due anni di decreti tutto abbiamo bisogno tranne che di trasformare l'Italia in una repubblica semipresidenziale.

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