mercoledì 1 ottobre 2014

Il TFR in busta paga? Una fregatura.

"Meglio un uovo oggi che una gallina domani" si sente dire, ma se le uova non ci fossero più per nessuno poi?
A parte il fatto che:

- il trattamento di fine rapporto matura interessi nel corso degli anni, cosa che non accadrebbe riscuotendo subito
- la tassazione del tfr è diversa da quella dello stipendio, quindi bisognerebbe poi verificare che per volontà o errore non si finisca con un livellamento su una tassazione unica, che poi finisce con l'essere la più alta
- a scadenza di contratto, fa comodo avere un gruzzolo da spendere tutto insieme, anche fossero pochi mesi di lavoro, perché con quei soldi si tira avanti nei mesi tra un contratto e l'altro
- qualora una persona venisse licenziata, il tfr insieme alla buonuscita permette di avere una somma più consistente con cui una persone può almeno valutare di aprire un'attività in proprio, o se si tratta di 20 o 30 anni di lavoro anche magari di estinguere il mutuo.
- per le piccole aziende sostenere questo costo potrebbe tramutarsi in un boomerang, perché dovrebbe indebitarsi per pagare quel poco in più di stipendio, o rinunciare magari ad altri investimenti. Non credo che in un periodo come questo sia sano chiedere alle aziende di rivolgersi sempre più alle banche, un'impresa che vuole stare in piedi da sola non deve aver bisogno delle banche per sopravvivere, è parte di un sistema economico malato che va corretto e che deresponsabilizza gli imprenditori incapaci senza necessariamente andare a premiare quelli capaci.

Detto questo, credo che il problema fondamentale sia che come al solito in Italia fatta la legge, trovato l'inganno, e qui l'inganno a me sembra molto visibile:
un datore di lavoro (per es. nel CCNL metalmeccanico) che sa che pagandoti un 4° livello finisce col darti 60 € in più al mese, il prossimo giovane che assume lo mette al 3° livello invece che al 4°. Punto. E già sappiamo che a molti giovani non è mai concesso il passaggio dal 5° al 6° livello per via di tutti gli anziani precedenti che una volta raggiunti il 6° e 7° livello se ne sono approfittati, lavorando poche ore e non facendo straordinari nonostante quei livelli avessero una grande maggiorazione di circa 200 € di differenza tra il 5° e il 6° prima degli 80 € di Renzi che per fortuna hanno livellato un po' aumentando il 5° e lasciando il 6° così com'è perché il limite dei 26.000 € lordi all'anno cade proprio tra i due.
Ora ci manca solo che i datori di lavoro inizino ad assumere giovani al 3° o al 4° livello, per mansioni talvolta anche molto più utili al fatturato dell'azienda di chi stabile e fancazzista rimane ai piani alti ...

Nessun commento:

Posta un commento

Prima pensa, poi scrivi