giovedì 2 ottobre 2014

"io so chi sei": sicura?

Una di quelle situazioni imbarazzanti in cui ci si imbatte:

Vecchina: "ma io lo so chi sei tu!"
Io: "ah, ok" (nella mia testa: bello, perché io invece non lo so quindi è bellissimo che tu abbia la supponenza di sapere chi sono io)
Vecchina: "tu sei la nipote di tua nonna"
Io: "... beh sì"

Sfido chiunque a negare di essere il nipote di sua nonna. Abbastanza tautologica come affermazione ...
Comunque la riflessione che mi ha accompagnato nel pomeriggio di oggi e a cui non ho trovato soluzione è: abbiamo una definizione univoca del verbo conoscere? Conoscere di vista, conoscere perché si è andati a fondo a scoprire la natura dell'altro, conoscere un punto di vista su un fatto, conoscere più punti di vista su un fatto, conoscere in senso biblico?
Quante volte pensiamo di conoscere qualcuno e in realtà conosciamo di quella persona solo qualche gossip, al 3° o 4° passaggio di passaparola, e spesso informazioni riassunte a cui mancano tutti i precedenti, le parole, gli sguardi, le comunicazioni non verbali, i toni di voce, le confidenze nei momenti bui?
Mi sono guardata intorno e ho osservato un po' più attentamente, quanto vociare! Quante persone che consideriamo di fiducia ci riferiscono presunti "fatti" che poi si rivelano in realtà opinioni di altri malinformati e che hanno trasformato e trasmesso le informazioni ricevute sulla base di filtri personali, oltre che di una grande sintesi.
In anni di studio delle lingue ma anche al liceo quando si facevano i temi, ricordo di aver fatto innumerevoli riassunti. E' un classico il riassunto, come il bigino, lo schema a fine capitolo del libro di storia etc.
La caratteristica principale del riassunto, della sintesi, del bigino, dello schema in fondo al capitolo, era sempre la stessa: la mancanza di descrizione della complessità, la mancanza di contesto, la mancanza di dettagli e di tutte le sfumature.
Ricordo ancora quando all'ultimo anno di liceo il nostro prof di storia e filosofia, fancazzista e sempre malato per finta, stufo di lavorare perché gli mancava poco alla pensione, ci disse che il pezzo dal 1939 al 1945 lo avrebbe saltato perché potevamo guardarcelo su un bigino in quanto erano solo fatti (?).
Fu un piccolo trauma. 
A questo elemento "sintesi-tutto in un tweet" aggiungiamo un effetto "telefono senza filo" e il gioco è fatto.
Comunque dopo tutta questa inutile riflessione, a chi dovesse interessare posso confermare che sono in effetti nipote di mia nonna.
Anzi per precisare di entrambe, anche di quella che la signora non conosceva.

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