Oltre 4 milioni e mezzo gli italiani residenti all’estero, più di 94 mila emigrati nell’ultimo anno
La Fondazione Migrantes ha presentato oggi, 7 ottobre, a Roma, il Rapporto Italiani nel Mondo 2014 (ed. Tau). Giunto alla nona edizione, il RIM è uno strumento culturale che si propone di trasmettere informazioni, nozioni, conoscenze sull’emigrazione italiana del passato e sulla mobilità degli italiani di oggi ad un pubblico vasto con un linguaggio semplice e immediato.
Per una maggiore comprensione delle partenze di oggi dall’Italia, che hanno raggiunto nel 2013 il numero di 94.000 persone – cifra superiore ai flussi dei lavoratori immigrati in Italia -, in questa edizione, oltre i dati del consueto database centrale dell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, si sono analizzate e descritte anche le iscrizioni all’AIRE con la sola motivazione dell’espatrio avvenute nel corso del 2013.
Questi dati, insieme alle riflessioni sull’emigrazione interna, sulla mobilità per studio e formazione e dei ricercatori italiani, dei frontalieri nel Canton Ticino e il confronto con gli spostamenti degli italiani nell’ambito dei principali paesi europei, offrono un quadro articolato sul significato della mobilità italiana di oggi, sulle sue caratteristiche, sui trend che segue e sulle novità che emergono.
La prospettiva storica è prerogativa fondamentale di questo annuario soprattutto perché affiancata alla riflessione sull’attualità con indagini non solo su specifiche situazioni territoriali di partenza e di arrivo, ma anche sull’idea che i media trasmettono della mobilità, il desiderio di partire e quello di tornare dei nostri connazionali. Alle indagini seguono le riflessioni su temi particolarmente attuali, che vengono poi riferite al territorio attraverso le testimonianze di esperienze contemporanee.
Segue lo Speciale Eventi in cui la prima parte è dedicata alla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato e la seconda che, in previsione dell’Expo di Milano del 2015, ospita una serie di saggi che testimoniano sia la storica presenza della Chiesa alle Esposizioni nazionali e internazionali (i vescovi Bonomelli e Scalabrini, la madre Cabrini) che l’impegno e il legame dell’Italia emigrata con la ristorazione e il cibo (l’identità culinaria, la globalizzazione di piatti tipici e la prospettiva linguistica di italianismi e marchi associati al mondo della nutrizione e il contributo italiano alla cooperazione allo sviluppo nel settore dell’alimentazione).
Il caso italiano è emblematico: la diaspora del secolo della grande migrazione (1876-1976) è stata il più importante veicolo di diffusione di un modello alimentare che è penetrato nelle cucine dei molti paesi di destinazione. La cucina italiana non è stata esportata solo da una minoranza di professionisti dell’arte culinaria, ma è stata creata nei molti luoghi raggiunti dall’emigrazione dei connazionali nella dimensione privata, largamente inconscia e trasmessa oralmente.
Nella parte finale del volume, la sezione degli allegati in cui si è voluta inserire, a corredo delle numerose tabelle riassuntive, la bibliografia ragionata delle pubblicazioni editate dalla chiusura editoriale del Rapporto Italiani nel Mondo 2013.
Nel mondo sono 4.482.115 i cittadini italiani residenti all’estero iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) al 1° gennaio del 2014.
L’aumento in valore assoluto rispetto al 2013 è di quasi 141 mila iscrizioni, il 3,1% nell’ultimo anno. La maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio (2.379.977) e per nascita (1.747.409).
Lungo il corso del 2013 si sono trasferiti all’estero 94.126 italiani – nel 2012 sono stati 78.941 – con un saldo positivo di oltre 15 mila partenze, una variazione in un anno del +16,1%.
Per la maggior parte uomini sia nel 2013 (56,3%) che nel 2012 (56,2%), non sposati nel 60% dei casi e coniugati nel 34,3%, la classe di età più rappresentata è quella dei 18-34 anni (36,2%). A seguire quella dei 35-49 anni (26,8%) a riprova di quanto evidentemente la recessione economica e la disoccupazione siano le effettive cause che spingono a partire. I minori sono il 18,8% e di questi il 12,1% ha meno di 10 anni. Il Regno Unito, con 12.933 nuovi iscritti all’inizio del 2014, è il primo Paese verso cui si sono diretti i recenti migranti italiani con una crescita del 71,5% rispetto all’anno precedente. Seguono la Germania (11.731, +11,5% di crescita), la Svizzera (10.300, +15,7%), e la Francia (8.402, +19,0%)
Dall’Italia dunque non solo si emigra ancora, ma si registra un aumento nelle partenze che impone nuovi interrogativi e nuovi impegni. Ed è questo l’impegno che la Fondazione Migrantes si è imposta soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi e dell’incremento numerico degli spostamenti che riguardano oggi migliaia di giovani, mediamente preparati o altamente qualificati, con qualifiche medio alte o privi di un titolo di studio.
Solo quando ci si convincerà delle opportunità che un italiano ha fuori dell’Italia di arricchire e valorizzare il Paese in cui è nato, probabilmente si capirà cosa significhi effettivamente parlare di “risorsa migrazione”, dove per ricchezza non si intende solo quella economica, ma anche tutto ciò che di positivo ritorna in termini culturali.
Per oltre un secolo l’associazionismo italiano all’estero ha supplito all’assenza dello Stato e sovente ancora oggi è rintracciabile questa peculiarità di mutuo soccorso tra i membri, una tradizione di solidarietà reciproca che è entrata a far parte di un modo di essere e di operare dell’italiano fuori dei confini nazionali. Dopo un lungo periodo di riflessione, 16 Federazioni nazionali delle associazioni degli italiani all’estero, assieme al Coordinamento delle consulte regionali dell’emigrazione, hanno lanciato il percorso di avvicinamento agli Stati Generali dell’Associazionismo di emigrazione che si svolgerà all’inizio del 2015.
Resta, inoltre, prioritario il rinnovo degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero e l’effettivo ripensamento, in termini di migliore razionalizzazione, degli interventi a favore dei connazionali fuori dei confini italiani sia per il loro sostegno se in condizione di deprivazione e disagio, che per la promozione della lingua, della cultura italiana e del made in Italy all’estero e per le opere di internazionalizzazione.
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