lunedì 18 maggio 2015

La polizia sequestra 56 piante di marijuana a Rita Bernardini, intervista a Roberto Rampi (Pd) di Giovanna Reanda

Intervista di Radio Radicale.

G: Con Roberto Rampi, doppia tessera radicale e del Partito Democratico, parliamo di un fatto avvenuto oggi, cioè sono state sequestrate le piantine di marijuana che Rita Bernardini coltivava sul suo terrazzo e per cui si era più volte autodenunciata. Un’iniziativa non violenta e antiproibizionista volta proprio a smuovere l’attenzione su questo tema. Tra l’altro ricordiamo che queste piantine erano per uso terapeutico perché erano state piantate insieme a La Piantiamo che è questa associazione di malati.

R: Stiamo commentando in queste settimane diversi passi in avanti direi innanzitutto di natura culturale e poi politica che si stanno facendo anche qui alla Camera con questo gruppo di lavoro sulla legalizzazione. Ecco io credo che un passaggio come questo possa contribuire, purtroppo. Dico purtroppo perché non dovrebbe essere così,  però è accaduto anche in altri temi, cioè ad un certo punto le leggi di questo Paese vengono messe alla prova nella loro assurdità, perché se noi davvero oggi dovessimo pensare di perseguire legalmente con l’obbligo tra l’altro dell’azione penale, tutti coloro che semplicemente coltivano magari per uso terapeutico che è considerato un aspetto positivo ma io dico anche per uso personale, salterebbe il sistema giuridico, intaseremmo i tribunali per cose che non fanno danno veramente  a nessuno, anzi sottraggono al mercato illegale - che esiste e che funziona e che non ha nessunissimo problema a vivere - un pezzo di clienti e quindi di risorse e di denaro. Azioni come queste che fanno parte da sempre della storia radicale fanno esplodere una contraddizione del sistema e quindi magari danno un sollecito di cui ha bisogno il legislatore, che oggi può essere più sensibile che in passato ad accogliere per riordinare delle norme. Come abbiamo sempre detto non per liberalizzare le droghe: le droghe sono più che libere in Italia, ma per legalizzare le droghe che è una cosa diversa e che è un fatto di cultura del diritto.

G: Questo intergruppo parlamentare sta crescendo, siete circa cento.

R: sì sono numeri importanti, io vorrei tenere insieme un ottimismo della presenza della cultura un po’ più libertaria o forse un po’ più di cultura del diritto un po’ più moderna in questo Parlamento, che oggettivamente c’è, però sono convinto che la strada da fare per arrivare al risultato sia ancora un po’ lunga e quindi non consideriamo questo come un risultato.  Certo se pensiamo ad anni passati in cui veramente in pochi sollevavano questo tema, se pensiamo alle battaglie storiche dei radicali, di Marco Pannella anche in questo Parlamento avere un gruppo che supera i cento deputati è un fatto veramente significativo. Vediamo se riusciamo poi a concretizzare su qualche provvedimento

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