giovedì 18 febbraio 2016

Manuale antibufala


Navigate, cliccate, date un'occhiata veloce, condividete ... titoli che attirano più dei contenuti, fretta e l'essere presenti senza esserlo: in metro, sul divano mentre si sta guardando la tv e parlando con qualcuno, al tavolo di un bar mentre si commenta una presunta notizia tra amici, è tutto un cliccare-condividere-arrabbiarsi. Ma abbiamo letto? Approfondito? Verificato la fonte? 
Ovviamente no, ci fidiamo. Che chi scrive faccia da filtro tra una fonte (esiste? qual è?) e il racconto, insomma un po' come il telefono senza fili. Vi ricordate quando si giocava al telefono senza fili? partiva "casa" arrivava "frutta" e nessuno era sordo nè aveva giù la voce. 
Ecco un mini-elenco di semplici accorgimenti per non cadere nei tranelli del web, nella condivisione facile e superficiale, nelle false notizie, insomma nelle bufale. 

Premessa: la maggior parte dei siti web campa sulla pubblicità. Qualunque tipo di pubblicità online, da google alle agenzie specializzate, frutta da 1 a 20 cent a click circa, per cui ogni volta che cliccate su una pubblicità state facendo guadagnare il sito, questo vale anche per i pop-up che si aprono a tradimento. Non cominciate a tirarvela "io ho il blocco pop-up" perché non c'entra, chi scrive sul sito sa che deve guadagnare in pubblicità, se su 100 visualizzazioni cliccano in 3 sulla pubblicità vuole dire che ha tutti lettori presunti intelligenti col blocco tutto, ma lui non guadagna una cippa.
Dettaglio: anche siti apparentemente attendibili pagano chi scrive in base alla pubblicità, e se nessuno ci clicca sopra comunque chi scrive guadagnerà 1-3 € al pezzo. 
Aggiunta: se uno ha già pattuito di ricevere 3 € al pezzo, e poi deve pubblicare la rettifica, la smentita, la controdichiarazione etc. guadagnerà 12 € invece che 3 € per cui comunque è incentivato a scrivere cose false così fa 4 pezzi invece che 1.

Detto questo, come capire se la presunta "notizia del secolo" spacciata come verità assoluta e inconfutabile è in realtà una bufala?

- Prima regola, ripulire la notizia o presunta tale da tutte le parole che appartengono al registro linguistico dell'opinione personale e non dei fatti. Ad esempio parole come "rapina", "uccidere", "ladri", "servi di", parole scurrili etc. appartengono all'opinione di chi scrive. Sono sicuramente legittime, ma per capire che cosa vi viene detto se il linguaggio non è appropriato allo scritto, togliete le opinioni di chi scrive e capite il contenuto effettivo. Verificate che le parole coincidano con il fatto riportato, per esempio la storia dell'adeguamento all'ISEE delle pensioni di reversibilità è stata riportata da alcuni siti come "l'ultima della spending review: eliminare le vedove" cosa destinata a generare nell'immaginario collettivo la visione di una povera vecchina di 90 anni (perché alla parola vedova ciascuno di noi associa la prima vedova che gli viene in mente) moribonda - perchè c'è scritto "eliminare". Potete verificare qui al punto 1.B la frase originaria del disegno di legge.

- Guardare sempre più di un sito se non vi pare del tutto oggettiva la prima fonte che avete consultato. Soprattutto se la prima fonte in cui siete incappati ha un url come piovegovernoladro.it o nessunovelodirà.boh che non danno esattamente la sensazione di essere siti affidabili. 

- se non siete certi dell'affidabilità del sito o blog, date un'occhiata alle altre notizie lì riportate. Se si parla di avvistamento di UFO o di scie chimiche, state certi che l'autore frequenta un ottimo pusher.

- Verificate se la notizia è già stata inserita su bufale.net un portale creato appositamente per raccogliere bufale e spiegare da dove ciascuna ha origine.

- Verificate la data in cui è stato pubblicato l'articolo, a volte le bufale si ripropongono a distanza di anni. Un caso emblematico, la storiella uscita nel febbraio 2014 sul fatto che sarebbe stata tolta la storia dell'arte dalle scuole, bufala già smentita ed inoltre riferita ad un proposta addirittura di un governo precedente al 2013, che nulla ha a che fare conl'attuale assetto della riforma della scuola che tra l'altro prevede un aumento degli insegnanti nell'ambito arte-musica del 26%, ma che puntualmente riprende a girare su tutti i social possibili e causa scandali e minacce all'indirizzo di non si sa bene chi. 

- Soprattutto quando un tema non vi interessa di persona perché non è parte delle vostre vite, abbiate il beneficio del dubbio: una notizia apparentemente tragica e apparentemente "vera" ma che riguarda un gruppo di persone a cui non appartenete, siate sempre cauti: non sapete per che motivo quella notizia potrebbe essere stata riportata in quel modo. Per esempio, se gridano allo scandalo perché ci sono troppe persone che non raccolgono i bisogni del cane nel tal parco, e voi non abitate in quella città né siete in possesso di un cane, dal momento che non conoscete la situazione - reperibilità sacchetti, presenza area cani, cultura locale - lasciate perdere, non vi scaldate troppo. Se vi dicono che una misura serve a prevenire il lavoro nero in alcune zone d'Italia e per alcune fasce di popolazione e voi siete dei fighetti altoborghesi brianzoli abituati a lavorare per 2.000 € al mese a tempo indeterminato da 30 anni e frequentate solo persone come voi perché chi non ha un'identità professionale conclamata lo guardate dall'alto in basso (ma lo aggiungete su facebook per cui leggere gli articoli che condivide e siete pure così ingenui da pensare che tutto ciò che è su internet sia vero), evitate di condividere indignati, perché non avete la più pallida idea di come funziona la vita degli altri in questo senso, non avete idea se quella realtà descritta possa essere vera, la vostra capacità di sopportare le ingiustizie termina nella coda della business class di malpensa e non conoscete cosa ha spinto chi scrive a sbraitare arrabbiato nè l'idea che sta dietro al provvedimento riportato. L'obiettivo delle bufale è proprio quello di far sì che le persone indignate condividano il più possibile un articolo per generare introiti pubblicitari.

- Non fermatevi mai al titolo. Spesso il titolo inizia con: "che schifo, ecco cosa è successo ieri ..." se non ci cliccate sopra non leggete nulla e sicuramente avranno messo un'immagine che serva a generare schifo abbinata - soprattutto quando si tratta di cani o gatti - ma prima leggete l'articolo. Spesso l'articolo dice qualcosa di completamente diverso da quello che il titolo lascia intendere. Un esempio diverso, ma di un noto e rinomato giornale: la storia di una bimba di Firenze riportata come "la bimba malata non può andare a scuola perché i compagni non si vaccinano" leggendo l'articolo si evinceva che si trattava di vaccini non obbligatori e in più che infine avevano trovato una soluzione, ma nei commenti si son lette frasi come "togliete la patria podestà a quei genitori" da parte di ragazzine dell'università, diatribe filosofiche sul diritto allo studio violato da qualche settimana a casa d'inverno (noi come facevano? tutti bocciati per una varicella?) e minacce all'estinzione della specie umana se uno non è d'accordo.

- Seguendo lo spunto di non fermarsi mai al titolo: se non siete in grado di leggere la notizia, non condividete. Spesso le notizie non vengono lette o per fretta, o perché si stanno facendo 3 cose contemporaneamente, o perché si ha schifo proprio dell'immagine di copertina soprattutto se si tratta di decapitazioni dell'ISIS o di violenze sulle donne, e si condividono articoli che iniziano con "tutti devono sapere" ma in realtà siccome vi faceva ribrezzo l'immagine voi non avete neppure letto - io confesso di non aprire mai articoli in cui ci sono immagini di coltelli, impiccaggioni, volti tumefatti in copertina. Evitate che siano i vostri contatti social ad aprire il link, se non avete verificato cosa c'è dentro l'articolo vero. Non pensate che quello che c'è dentro sia vero a prescindere e che qualcuno dei vostri contatti ne avrà beneficio leggendo anche se voi avete avuto lo stomaco chiuso dall'immagine di presentazione, perché in realtà non sapete quali informazioni contiene effettivamente il testo completo.

- Non investite sulla rabbia, se potete investire sullo studio, la comprensione, l'approfondimento: se non sapete nulla di malaria, di ebola, di dazi doganali, di come si vive a 2.000 metri 14 tornanti sopra l'arrivo dello spazzaneve comunale, di quali sono le consuetudini di vicinato in altre aree d'Italia, ma l'articolo vi sembra che riporti un qualcosa di interessante, cogliete l'occasione per verificare altre fonti, approfondire, leggere qualcosa sul tema. Magari cercando un sito specializzato o prendendo un libro in biblioteca: approfondire spesso è gratis ma fa bene a formarsi un'opinione seria prima di diffondere o commentare a sproposito. 

- A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca: se sono riportati nomi di grandi aziende intelligenti e rinomate in modo altisonante, è possibile che stiano cercando di farsi pubblicità in modo spontaneo e gratuito sfruttando il web e innescando un meccanismo di condivisione. Ad esempio la notizia "la Apple si oppone alla richiesta di sbloccare l'iphone del terrorista di San Bernardino" che sia vera o falsa poco importa - anche perché non è in alcun modo verificabile da voi visto che né la Apple né l'FBI presumibilmente racconteranno i fatti propri a qualunque fonte. Serve a pubblicizzare Apple generando nei potenziali consumatori l'idea che protegga meglio la privacy dei clienti. Sono sicura che l'FBI sarebbe perfettamente in grado di assumere un hacker, ma per la Apple far credere di essere in grado di proteggere fino a quel punto i propri clienti è solo un vantaggio, quindi non diffondete la notizia se siete contrari alla cosa - il web pullula in questi giorni di finti santi scandalizzati - perché tra i vostri 700 finti amici di facebook c'è qualcuno che domani sceglierà iphone non perché la notizia è vera, non perché è una bufala, ma proprio perché voi l'avete condivisa, quindi avete fatto marketing gratis a un'azienda che ha un capitale sociale pari a quello di uno stato.


Nessun commento:

Posta un commento

Prima pensa, poi scrivi