sabato 12 marzo 2016

La sentenza del 9 marzo e la legalizzazione della cannabis: un percorso ancora possibile?

Io sono contro il proibizionismo. Sono convinta che proibire qualcosa non serva mai a nulla se non a lasciarlo in mano alle mafie e a indurre ancora più in tentazione chi vuole trasgredire. La funzione della politica è quella di normare una realtà che esiste, quella della magistratura emettere sentenze quindi è corretto che le due strade si incontrino ma non si sovrappongano. Dopo la sentenza del 9 marzo sulla coltivazione della cannabis, credo che sarebbe positivo arrivare a una legalizzazione ufficiale della cannabis attraverso una legge parlamentare, anche se si tratta di un percorso lungo. Le dinamiche del compromesso, che tanti temono su questa tematica e non solo, non sono solo le "dinamiche della politica" descritte come qualcosa di lontano da noi e cattivo: sono le dinamiche della vita. Se due realtà partono da due posizioni opposte e si incontrano, si incontrano ovviamente a metà strada. Questo implica o di vedere il bicchiere mezzo vuoto - che cosa si è perso da entrambe le parti? - o di vedere il bicchiere mezzo pieno - che cosa si è guadagnato da entrambe le parti? - avvicinandosi e trovando un punto di incontro. Passo dopo passo funziona, e si può arrivare a dei risultati concreti per tutti. Questa sentenza è probabilmente un passo non sul sentiero migliore, ma è così: quando si cammina in montagna, ci si perde, si tentano sentieri nuovi, ci si ferma a volte. Allo stesso modo quando si porta avanti una battaglia comune e si cerca di arrivare ad un risultato si troveranno degli ostacoli lungo il percorso. Non sconfitte necessariamente né muri insormontabili, ma come in un sentiero piccoli bivi, dubbi, domande irrisolte, persone semplicemente con opinioni differenti. Non sono nemici, sono parti del percorso che si costruirà solo insieme.

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