lunedì 21 marzo 2016

Se ne è andato un pezzetto della nostra Italia migliore

Un pensiero a Francesca, Elisa V., Valentina, Elena, Lucrezia, Serena, Elisa S., perché erano giovani, avevano l'età che avevo io quando sono partita per l'Erasmus. Perché stavano costruendo insieme alle altre un'Europa diversa in cui siamo tutti concittadini. Il mio pensiero va subito ai loro sogni infranti, perché quando una ragazza è in viaggio e ha aspettative sul futuro, sulla vita, ha la testa piena di sogni. Ricordo la mia partenza per Swansea, la curiosità e l'idea di trovare una casa nuova con coinquilini sconosciuti, e penso a quelle ragazze, a quanti pensieri e desideri di futuro nelle loro testoline giovani e cariche, piene di vita. 



Oggi abbiamo perso uno dei pezzi migliori dell'Italia: l'Italia veramente europea, quella che sente Bruxelles uguale a Roma e una studentessa ligure vicina come una olandese, quella delle notti a studiare prima di un qualsiasi esame poi pensando tanto andrà comunque come andrà. Quella di quando si è piccole e si crede che fare l'università ti renda importante, diversa, speciale, senza rendersi ancora conto che il mondo del lavoro non vedrà affatto tutto questo. Le chiacchiere in un inglese ostentato all'inizio, capendo poco dell'interlocutore se ha un accento diverso, poi dopo qualche mese il sentirsi davvero a casa. Abbiamo perso quel tempo che avevano speso sui libri a leggere, i progetti che stavano costruendo, le parole che avrebbero scritto, le feste a cui non parteciperanno più, lo spettacolo che non hanno visto. 
La versione di greco del mio esame di maturità di intitolava "l'uomo è cittadino del mondo", era di Epitteto. Ricordo alcuni momenti in cui dopo qualche settimana di Erasmus ripensai a quella versione e mi dissi: ma sì, è vero, ci erano arrivati quasi 2000 anni fa, ma da dove venivano le strane paure delle altre studentesse della mia università che non erano mai partite? Boh. La nuova vita ormai appariva così normale e semplice da gestire. 
Oggi abbiamo perso delle giovani menti, un piccolo pezzo della speranza del futuro del nostro Paese, un piccolo contatto con l'Europa. Ma quei sogni in continuo cambiamento sono andati persi con quelle vite? Forse possiamo continuare a farli vivere noi, nel desiderio di futuro, nella voglia di avventura e di cambiamento, nel modo in cui affrontiamo il racconto di quello che ci accade intorno, con stupore verso il nuovo, sdegno verso le ingiustizie, ancora mai rassegnati <3 

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