mercoledì 23 marzo 2016

Prevenire gli incidenti stradali mettendo gli autisti in condizione di lavorare con più diritti e una paga certa

Due giorni, dico due, dopo che sono morte le ragazze Erasmus in gita e già accorrono speculatori che cercano di inventarsi nuovi obblighi per i passeggeri sul pullmann, cinture di sicurezza etc. ovviamente immagino con responsabilità aggiuntive per l'autista sui controlli. Non faccio il nome delle associazioni per non fare ingiuste pubblicità a chi cerca di guadagnare attraverso formazione e nuove norme onerose. 
Aspetto qualcuno che pensi alle ore di riposo obbligatorie per gli autisti, anche dei camion. Mi aspetto un caos nel sindacato dei lavoratori del trasporto, per rivedere le modalità di pagamento e il doppio autista quando il viaggio dura più di 8 ore - pagamento sicuro anche nei giorni di riposo senza preoccupazioni che dipenda dalla tipologia contrattuale. Multe per le aziende che anche solo pensano di invitare gli autisti a guidare senza un cambio per due giorni consecutivi. Invece no, accorrono gli speculatori della formazione pronti a accaparrarsi un piccolo spazio di visibilità. Immagino che il passaggio successivo sia di dare una multa alle ragazze che in gita ci vanno per divertirsi e 12 ore sedute non ci stanno senza chiacchierare o cambiare di posto, ma ovviamente senza toccare la mega azienda di autobus perché loro fanno impresa e c'è crisi quindi poverini non si può attivare il sindacato. Mi aspetto che si attivino tutti per tutelare chi lavora alla guida, e che tutti quando saliamo su un autobus per un viaggio lungo ci attiviamo per verificare che ci sia il doppio autista e protestiamo con l'azienda se non c'è o non è pagato correttamente. Con l'azienda, non con l'autista e non con i vicini se hanno o non hanno la cintura. Anche sugli aerei non c'è l'obbligo di cintura se non durante l'atterraggio o il decollo o turbolenze che vengono indicate, proprio per rendere il viaggio più confortevole. 
Nuovi obblighi non prevengono, se mai rendono più complicato e più oneroso il viaggio. 
Pensiamo a quante politiche per la sicurezza sono state fatte per le auto, e se queste hanno o no ridotto il rischio di incidenti: hanno introdotto la revisione obbligatoria, il risultato è che se non conosci il meccanico ti spennano 200 € con qualche scusa, e se anche la macchina fosse perfetta 80 € minimo, se no se ti fermano multa salatissima per revisione mancante. Hanno introdotto l'obbligo di catene a bordo in inverno, perfetto molto utile peccato che poi le persone non le sanno montare. Mettono dossi ovunque convinti di far rallentare le auto, arricchiti i meccanici che devono cambiare gli ammortizzatori. Stabiliscono una multa di 89 € per chi ha le lampadine bruciate, ma poi di anno in anno costruiscono macchine che per cambiare un anabbagliante devi smontare tutto il blocco del faro (col mio vecchio pandino bastava aprire il cofano e due minuti la lampadina era sostituita, in qualunque fascia oraria, in qualunque parcheggio a caso, senza dipendere da nessuno), in sostanza i vigili si arricchiscono della multa e ci sono in giro molte più auto senza luci di notte, alla faccia della sicurezza.
Ora visto che sulle auto non ha funzionato nulla come prevenzione, mi chiedo se sui pullmann - visto che si tratta di aziende che includono quindi un lavoro che deve essere svolto in sicurezza e adeguatamente formato - non si possa cambiare strada e invece di pensare a chi far pagare cosa e a far guadagnare chi ci specula, ragionare subito sul lavoro. Esistono per esempio furgoni che fanno consegne con p.iva pur lavorando per corrieri, è corretto? Ha senso che chi guida per lavoro debba pensare di essere pagato a consegna, a cottimo, a giornata, a chiamata o in altre modalità simili e poi ci si aspetti che quella stessa persona stia a casa un'intera giornata dopo aver guidato, che so, 12-14 ore consecutive? Se il riposo non è retribuito? Probabilmente non è il caso dell'autista del bus spagnolo, sicuramente ogni casistica è differente e non serve generalizzare, ma prevenire lo si può fare solo andando ad ascoltare le storie delle persone che lavorano nel settore e capendo come migliorare in quell'ambito, non demonizzando l'autista e pensando a come introdurre obblighi costosi che probabilmente non sarebbero comunque rispettati. 
Una postilla aggiuntiva: so già che qualcuno dirà che le auto sono private e i pullmann offrono un servizio pubblico. Non paratevi dietro un dito. Le aziende dei pullmann e dei camion e dei vari furgoni in giro per consegne sono private anche loro, altrimenti non assumerebbero con contratti assurdi e ci sarebbe un minimo di controllo sul lavoro, il motivo per cui non si fanno i controlli è che altrimenti si teme di danneggiare l'impresa, cioè il privato, che tratta le risorse umane come una merce. E le auto private saranno anche private, ma sono uno strumento di emancipazione che evita di vivere facendo i parassiti nelle vite degli altri (conosco innumerevoli persone che prima scelgono di non avere la macchina poi hanno bisogno di taxi da mattina a sera) e in molte parti d'Italia sono l'unico mezzo non solo per andare al lavoro ma anche per trovarlo. Non probabilmente in questa zona della Lombardia dove un po' di mezzi di trasporto ci sono - ma comunque non coprono come ampiezza e sicurezza tutte le fasce orarie in cui uno potrebbe voler lavorare - ma ci sono zone dove senza una macchina non arrivi neanche all'azienda più vicina. Quindi sì è un mezzo privato come lo è un pullmann di un'azienda privata, cioè con gli stessi diritti di essere utilizzato con dei costi ragionevoli e senza speculazioni aggiuntive. Se il pubblico può interferire nei costi di vita obbligatori di tutti noi, può interferire anche sui contratti di lavoro di aziende private, ovviamente c'è la volontà di farlo. 

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