martedì 23 giugno 2015

Intervista di Radio Radicale all'on. Roberto Rampi sul viaggio in India di Marco Pannella

Riporto l'intervista di Radio Radicale a Roberto Rampi sul viaggio di Marco Pannella in India in occasione del compleanno del Dalai Lama.


G: Con Roberto Rampi, doppia tessera radicale e del Partito Democratico, parliamo del viaggio che Marco Pannella ha intrapreso a Dharamsala per andare a festeggiare il compleanno del Dalai Lama. Volevo parlare con lei di questo perché so quanto questo argomento le fosse caro anche prima di fare il parlamentare. E poi anche la visione politica che sottende il messaggio che il Dalai Lama manda in ogni circostanza e che Marco Pannella ha voluto ribadire, cioè libertà anche e soprattutto per i tibetani ma anche per il popolo.

R: Partiamo da due ricordi, intanto come giovane consigliere comunale tanti anni fa nel mio comune a Vimercate una delle prime iniziative prima di conoscere i radicali fu proprio sul tema del Tibet. L’approfondimento della storia tibetana e del taglio che questo Dalai Lama ha voluto dare, questa persona e non una figura teorica, alla causa tibetana, è stato uno dei motivi anche di avvicinamento al Partito Radicale perché io credo che lì dentro ci sia un’idea molto innovativa. Molti quando si parla di Tibet soprattutto diciamo nella sinistra classica vanno in crisi rispetto al fatto che se vogliamo da un lato c’è ancora un rimasuglio di ideologia maoista e quindi una simpatia, un po’ incomprensibile se vogliamo, per la Repubblica Popolare Cinese, e invece dall’altro c’è quest’idea che si tratti di una monarchia feudale, religiosa, chiusa. Ecco il Dalai Lama – questo Dalai Lama – ha portato avanti una serie di riforme - la nascita di un Parlamento elettivo, la rinuncia ai poteri temporali - di straordinaria modernità, comprendendo forse più di tutti quanto mettendosi in discussione lui stesso e la sua figura potesse fare del bene al popolo tibetano. Oggi questa idea di una autonomia dentro la Cina che diventi uno strumento però di ripensamento dell’intera Repubblica Cinese, perché in effetti la Cina ci sfida su un grande tema di cui forse dovremmo occuparci di più: come funziona una democrazia su numeri così grandi? Questo è un tema che riguarda la Cina, riguarda l’India, riguarda in altro modo se vogliamo il Brasile e riguarderebbe in realtà l’Europa, se l’Europa volesse darsi una dimensione veramente democratica come quella degli Stati Uniti d’Europa. Noi oggi abbiamo bisogno in un mondo globale da un lato di Stati grandi perché oggettivamente le questioni non si possono più gestire in confini stretti, quindi la dimensione è importante, però questa dimensione rischia di diventare problematiche rispetto all’effettiva democrazia. Quante volte si riflette sulla democraticità degli Stati Uniti, che sono il nostro modello e che al tempo stesso però si basano su una bassa affluenza al voto perché altrimenti quella democrazia non ci sarebbe, e si basa su questo meccanismo dei grandi elettori. Ecco tutte queste questioni secondo me sono sottese a questo viaggio. Poi certo c’è una grande invidia per la meraviglia di quei luoghi e per la grandezza di una figura spirituale che io ho conosciuto da studente in maniera anche un po’ casuale una notte, a una trasmissione che faceva la Rai notturna, e che mi ha colpito da laico, da non credente, neanche lontanamente buddhista ma del resto lo stesso Dalai Lama dice che per un occidentale forse il modo migliore per diventare buddhista forse non è diventare buddhista. Il Buddhismo è una via di ricerca, quindi un percorso di riflessione e poi ognuno deve trovare la sua strada. Forse noi tradizionalmente ne dobbiamo trovare altre. Però sicuramente c’è questo grande tema della ricerca dell’armonia, della ricerca della profondità, della ricerca di un baricentro in se stessi un po' meno sottoposti ai venti del giorno e della cronaca. Ecco per chi fa politica, se vuol fare davvero politica e non altro, il bisogno di cercare un baricentro e di avere in mente un disegno, una visione, di non farsi ogni volta sbattere a destra e a manca dai temporali che colpiscono continuamente la politica mi sembra un tema molto importante. In realtà riguarda qualsiasi persona infatti non è un caso che molti anche insospettabili si avvicinano a dottrine orientali di vario tipo, come può essere la pratica dello yoga anche sganciata da tutto il resto, può essere invece la riflessione buddhista. Io conosco diverse persone che non hanno un credo ma che partecipano a momenti di riflessione proprio per questa forza. Credo che Pannella come in altri casi sia profetico e quindi sia riuscito in anni assolutamente non sospetti a cogliere questa universalità, questa grandezza, questa fortuna di questa figura, di questo essere umano, il Dalai Lama. Perché il prossimo Dalai Lama chissà chi sarà, chissà chi lo sceglierà. Ecco questa figura storica temporale, questo uomo è sicuramente una figura grandissima.

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