lunedì 8 giugno 2015

L'italiano divertente a Expo #Expo2015

Ogni giorno incontro persone diverse, con diverse problematiche e domande, esigenze e dubbi esistenziali. Una piccola carrellata di casitiche simpatiche che ho raccolto, giorno dopo giorno.

La signora in trasferta della domenica: tipologia identificabile già nell'avvicinamento, parecchio frequente  

signora: "mi scusi signorina, io devo uscire, da dove esco?"
io: "dipende da dove è entrata, ha una mappa?"
signora: "sì ma è in borsetta" (!) nel frattempo arrivano altre 3 amiche della stessa età
io: "ok da dove siete arrivate? vi ricordate da quale ingresso?" (tiro fuori io una nuova mappa per segnare dove siamo e capire dove devono uscire)
signora: "eh ... perché non c'è un ingresso solo?" (iniziano con una serie di descrizioni improbabili dal pullmann, a come l'autista le avrebbe abbandonate, qualcuna si lamenta del cellulare che non sa usare ancora perché è nuovo, mancano due ore all'appuntamento con gli altri ma intanto devono ritrovare la strada)
io: "mi dica, che cosa avete visto come prima cosa entrando in expo?"
signora: "un teatro, una piazza, abbiamo camminato troppo, ma dobbiamo davvero rifare tutto quel ponte a piedi?" (a quel punto identifico il parcheggio del bus come ingresso Merlata e glielo indico sulla mia mappa, poi dando indicazioni con le braccia dal punto in cui ci troviamo, è molto vicino, non devono camminare tanto)
"bene grazie, lei è così gentile, allora andiamo di lì ma tanto l'appuntamento è tra due ore arrivederci"
si allontanano andando dalla parte opposta e lasciando giù la nuova mappa per loro :/ perse per sempre suppongo.

L'italiano senza documenti 


"devo fare 8 biglietti, io e mia moglie, 2 figli di 8 e 11 anni, uno di 2 anni, la cognata e due nipotini hanno 6 anni e uno 6 mesi mi pare" 
"ok sono qui? posso vedere i bambini"
"no ci mancherebbe ho fatto la coda solo io" (coda di circa 2 persone non di più) "sono là aspettano ai tornelli mi dia i biglietti"
"ha i documenti dei bambini?"
"no ma se le dico quanti anni hanno lo saprò io no?" (scocciatissimo quasi offeso)
non si sa perché gli stranieri quando vogliono gli sconti sui biglietti arrivano già con i documenti in mano ... ora va bene che uno straniero è in viaggio quindi i documenti ce li ha per forza, ma non è che manca del senso civico nella persona nel momento in cui identifica il bambino come "mio figlio" o "mio nipote"?  invece che come una persona che in quel preciso momento deve semplicemente provare la sua età al fine di ottenere un legittimo sconto? (anche perché non presente lì davanti perché io possa effettivamente vedere che è in carrozzina/passeggino etc)

L'italiano che vuole solo contanti sempre e comunque

dopo 10 minuti a scegliere il settore, a chiedere dello spettacolo e guardare la mappa:
signora: "prendo 5 biglietti per lo spettacolo" (tira fuori le banconote, con accanto un immenso cartello con scritto "solo carte di credito e bancomat")
io: "mi scusi qui solo carta di credito o bancomat"
signora: "ma i soldi non li vuole?"
io: "no signora, è che in questa postazione si paga solo con carta o bancomat"
signora: "e come mai?" (scema io, che ogni volta che in qualche cassa mi hanno detto che non accettavano carte di credito, non mi sono mai permessa di chiedere come mai e ho tirato fuori i contanti - scocciata ma senza fare il lavoro dell'altro, che ingenua)
io: "perché è una postazione senza cassa, è un servizio extra la vera biglietteria è esterna e io sono qui da sola, all'aperto, non sono assolutamente autorizzata a prendere contanti"
- spesso a questo punto la discussione finisce in uno sbuffo e la persona caccia la carta, singolare un caso in cui la cosa è andata avanti -
signora: "io non ho la carta, non le compro i biglietti" con tono minaccioso
io: "signora mi dispiace magari qualcuno del gruppo ha la carta?"
Se ne va senza rispondere né salutare, torna poco dopo col marito. Un'arringa sui contanti contro le carte, alla fine mi propone di "darmi qualcosa in più" se avessi accettato i contanti e se glieli pagavo io (?) rimango sempre più basita, lo invito a capire che ci sono delle procedure da rispettare, arriva uno degli altri 5 del gruppo, presumibilmente il figlio data la differenza d'età, imbarazzato paga con la carta per fortuna scusandosi per i due compagni di avventura.

La persona che lancia frecciatine sperando in un favore 

Sulla navetta: "eh però questi giovani, una volta si alzavano per fare posto agli anziani ..."
Ovviamente fingendo di non vedere divise anche di guardie che magari hanno passato 8 ore sotto il sole in piedi e stanno tornando a casa. Ora, la cortesia è sempre una bella cosa, ma non esiste una priorità di seduta sull'autobus della categoria anziani-mamme con passeggino-simili presunti privilegiati, a quanto pare si è spesso passati dalla cortesia alla pretesa, quasi che il normale lavoratore non debba avere la stessa possibilità di sedersi tranquillo 5 minuti tra una corsa e l'altra. Ricordo una grande donna di colore americana, Rosa Parks, che un giorno tornando dal lavoro si rifiutò di fare sedere sull'autobus un bianco come la legge imponeva e diede origine a una rivoluzione. Qui non c'è neppure una legge, solo una presunzione di fragilità di una persona rispetto ad un'altra, cosa assolutamente non provata perché spesso le signore di una certa età non hanno mai lavorato un giorno in vita loro men che meno con la precarietà tipica dei lavoratori di oggi. Tra l'altro, le stesse persone anziane quando alle 3 del pomeriggio sotto il sole vedendole stanche e affaticate propongo loro di noleggiare dei motorini a tre ruote/altri aiuti per spostarsi con facilità ti dicono subito: "no no ma io non sono disabile non ho bisogno di quello" quando in realtà non si tratta di carrozzine per disabili, ma di tre diverse opzioni per persone con difficoltà a muoversi a piedi. Si tratta pur sempre di quasi 2 km da una parte all'altra di Expo, ci sta che una persona anziana voglia muoversi comodamente, ma è alquanto surreale che si rifiuti di avere gli aiuti offerti e pensati apposta per loro e ne pretenda altri non dovuti.


La persona che pone domande surreali

un caso su tutti:
"mi scusi signorina, mio figlio deve fare pipì dove posso portarlo?"
bambino con faccia vergognosa: "vogliamo sapere dov'è il bagno"
piccole generazioni crescono 

Le maestre che portano in giro classi di bimbi in "autogestione" totale

maestra: "bambini, andiamo in bagno?" trascinando 30 pargoli di 9-10 anni tutti insieme nel nostro bagno
bimba: "maestra questo è il bagno delle donne i maschi non entrano qui, devono andare di là"

maestra: "allora qui ho una mappa adesso vediamo insieme dove andiamo"
bimba: "maestra la mappa è al contrario"

bimbi tutti insieme (una ventina abbondante) ammassati sull'infopoint prendono mappe, se le tirano dietro, addirittura uno inizia a farne una a pezzetti il tutto sotto gli occhi della maestra.
io - rivolgendomi alla maestra "mi scusi ci sono dei clienti che devono avvicinarsi qui al bancone, ma c'è l'area kinder qui a fianco i bambini dai 5 agli 11 anni possono entrare gratuitamente"
maestra: "sì ma io ho caldo qui c'è l'ombra"
è bello fare la cassiera baby-sitter. 






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