martedì 17 dicembre 2019
Metro a Vimercate: lo stanziamento derubricato da impegno a invito
Dunque oggi la Lega ha deciso che i soldi per la metropolitana leggera o metrotranvia da Cologno Nord a Vimercate non sono messi a bilancio per il 2020 ma per il 2022 (!) e poi vota un ordine del giorno che "invita" la giunta ad anticipare l'erogazione della sua quota per la progettazione definitiva nel 2020 (presumibilmente durante l'assestamento di bilancio) SE i comuni coinvolti si sono nel frattempo impegnati a versare la loro parte. Lasciatevi dire una cosa: la progettazione sulla mobilità sostenibile non può e non deve essere scaricata sui comuni, Regione Lombardia ha un ruolo centrale in quella che dovrebbe essere una visione di medio-lungo periodo di tutto il sistema di trasporto lombardo, dalle metropolitane a Trenord che ha una gestione fallimentare, alle strade. Se vogliamo #metroavime per le Olimpiadi invernali 2026 occorre continuare l'iter di questi ultimi anni portato avanti in sinergia con il comune di Milano, senza introdurre ulteriori ostacoli o criticità che non ci sono: i sindaci sono stati ascoltati, le istanze sono state messe insieme ed è stata trovata una sintesi, i livelli di inquinamento hanno raggiunto delle soglie elevatissime e non si può pensare di continuare ad investire sul trasporto privato e lasciare i fondi per il trasporto pubblico sempre in standby.
lunedì 16 dicembre 2019
Metro a Vimercate: la regione tenta di frenare il progetto
Chiediamo a Regione Lombardia di passare dalle parole ai fatti e di stanziare i fondi per il finanziamento della seconda fase del progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo all'asse Cologno Nord - Vimercate per il 2020. L'incontro con i sindaci non aveva lasciato dubbi: indipendentemente dal partito di appartenenza, gli amministratori locali avevano chiesto un collegamento sostenibile ed efficiente. Rimandare di altri 3 anni non permetterebbe la realizzazione dell'opera in tempo per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. E' stato presentato un emendamento del Partito Democratico che chiede di stanziare i fondi per la progettazione definitiva dell'opera nell'esercizio di bilancio 2020, è indipensabile che tutti i partiti lo sottoscrivano anche e soprattutto le forze di maggioranza che hanno la responsabilità di governare la regione.
Emendamento al bilancio di Regione Lombardia presentato dal Partito Democratico |
In serata è arrivato anche un comunicato stampa congiunto dei sindaci di Vimercate, Agrate Brianza, Brugherio e Carugate che riporto:
APPELLO AL CONSIGLIO REGIONALE DAI SINDACI INTERESSATI DAI PROGETTI
DI PROLUNGAMENTO DELLA M2 DA COLOGNO NORD A VIMERCATE
In queste ore il Consiglio regionale della Lombardia sta esaminando, in vista della sua approvazione, tutta la documentazione relativa al bilancio di previsione 2020 – 2022. Sono in fase di valutazione anche i singoli emendamenti presentati dai diversi consiglieri regionali.
Apprendiamo con profondo sconcerto che il bilancio 2020 di Regione Lombardia non prevede risorse per il finanziamento della seconda fase del progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo allo studio per il prolungamento della linea 2 della metropolitana da Cologno Nord a Vimercate.
Sappiamo inoltre della presentazione di due emendamenti, uno da parte di un consigliere di maggioranza (che però prevede il finanziamento degli studi solo nel 2022) e uno da parte di consiglieri di minoranza (che prevede il finanziamento degli studi già nel 2020).
La decisione di Regione di non finanziare la seconda fase degli studi e l’eventuale accoglimento dell’emendamento che prevede un finanziamento solo nel 2022 sorprende e sconcerta. Regione Lombardia contraddice infatti la scelta fatta nel 2016 di reinserire l’opera nel quadro della programmazione regionale e la sua stessa compartecipazione (con 100.000 euro) al finanziamento che ha portato alla predisposizione della prima fase degli studi.
Nell’ultimo incontro del 28 novembre a Milano ci è stato confermato che per poter arrivare alla richiesta di un finanziamento per l’opera al Ministero serve che la seconda fase degli studi sia effettuata nel 2020.
Il venir meno, da parte di Regione Lombardia, al lavoro unitario ripreso dal 2016 insieme al Comune di Milano e ai Comuni coinvolti (Agrate, Brugherio, Carugate, Concorezzo, Vimercate) rischia nuovamente di vanificare gli ultimi tre anni di lavoro, e di dare ragione a tutti coloro che continuano a pensare che questo prolungamento, del quale si discute da almeno venti anni, non vedrà mai la luce.
Noi Sindaci, in rappresentanza di tutti i nostri concittadini, confidiamo che la Giunta e l'intero Consiglio regionale possano sostenere fin da subito il finanziamento dello studio e, in questa direzione, rivolgiamo un accorato appello al Consiglio Regionale perché non vengano deluse le attese di un territorio che del prolungamento della metropolitana ha bisogno per motivi di sviluppo sociale ed economico, di collegamento tra l’area milanese e quella vimercatese e, soprattutto, per il sensibile miglioramento della qualità della vita che il progetto potrebbe portare, vista la sicura riduzione del traffico ed il miglioramento di altri parametri ambientali, come dimostrano gli studi sostenuti anche dalla stessa Regione.
Simone Sironi (Agrate Brianza)Marco Troiano (Brugherio)
Luca Maggioni (Carugate)
Francesco Sartini (Vimercate)
mercoledì 11 dicembre 2019
Donare pasti ai poveri o prevenire la futura povertà dei propri lavoratori?
Da ieri mi è comparso insistentemente questo annuncio sponsorizzato su Facebook che vorrebbe che io, spinta dallo spirito natalizio, donassi dei pasti alla Caritas se e quando ordino su Just Eat. Conosco il meccanismo per cui un'azienda pensa di migliorare la propria reputazione comunicando un'immagine di sé buona, dedita al volontariato e alla vicinanza agli ultimi. Solo rilevo una percezione di "ultimi" molto singolare e poco connessa alla realtà lavorativa dei giovani di oggi. Mi piacerebbe sapere per esempio perché hanno dei riders a partita iva (monocommittente?) quindi senza malattia, maternità e ferie e in tal caso mi piacerebbe regalare un diritto a uno di loro: diritti che in realtà dovrebbero essere la base di qualunque rapporto di lavoro dipendente, le ferie infatti sono garantite dall'articolo 36 della Costituzione, la partita iva non è adatta ad un lavoro dipendente (in cui esistono dei capi, si prendono indicazioni, e si risponde a qualcuno sopra che può decidere se tenerti o no e quante ore devi lavorare e non direttamente al cliente). La partita iva si può utilizzare laddove si risponde direttamente al cliente, si promuove la propria attività e si decide se lavorare due ore al giorno o 12 a seconda dei periodi della vita e di quanto si vuole fatturare. Inoltre, la mancanza di congedi parentali retribuiti farà sì che nei prossimi anni quei giovani ragazzi ora entusiasti della "concessione" ricevuta ovvero di poter lavorare, rischino di finire essi stessi a mangiare alla Caritas o in alternativa non avranno la possibilità di farsi una famiglia. Inoltre si apprende da un loro post Facebook del 26 novembre appena trascorso, che il loro call center è in Albania, immagino non per risparmiare sul costo del lavoro. Il cambiamento parte da noi, il rispetto dei diritti degli altri parte dalle nostre scelte di consumo e dalla nostra volotà di garantire agli altri i loro diritti: non esiste un diritto a starsene sul divano d'inverno perché fa freddo e ricevere a casa un pasto portato da una persona che invece con quelle stesse temperature è fuori in strada, in mezzo al traffico, e invece di sapere che se si ammala viene pagata sa che la sua azienda vuole donare i pasti alla Caritas. Se abbiamo un extra, diamolo al rider e se ci sono giovani convinti che le partite iva monocommittenti siano legali, pensiamoci noi perché un domani quei ragazzi e quelle ragazze non potranno chiedere un mutuo, non potranno ammalarsi, non potranno andare in vacanza in sicurezza sapendo che è normale fermarsi ogni tanto e non correre dientro all'ennesima consegna, all'ennesimo cliente cafone, sotto la pioggia e sotto la neve. E soprattutto vorrei che quei giovani non finissero domani a mangiare alla mensa della Caritas.
lunedì 9 dicembre 2019
Buon lavoro alla nuova premier finlandese 🇫🇮
Da ieri Sanna Marin è la nuova premier della Finlandia 🇫🇮. Un passo avanti per una costruzione di leadership al femminile e per dare spazio alla generazione dei trentenni. Già ministra dei trasporti, è stata la prima persona nella sua famiglia a conseguire la laurea👩🎓. L'elezione di una donna giovane (ad oggi la più giovane premier al mondo) e popolare è una bellissima notizia per l’Europa 🇪🇺 e per il centrosinistra tutto. E ora spero che i più restii prendano atto che se una donna cresce in una famiglia non tradizionale può avere una splendida vita e dare un contributo al miglioramento della società: del resto, i frutti delle famiglie tradizionali li abbiamo già conosciuti, non è che siano garanzia di nulla, come non sono garanzia di nulla l'età matura, la giacca e la cravatta 👨🏻💼. Abbiamo avuto conferma che una donna può fare un figlio 🤰 mentre è ministra e diventare premier essendo mamma da poco più di un anno 👨👩👧, e sappiamo anche che non occorre provenire da una famiglia di livello per poter accedere ad un certo ambito, se la scuola è davvero per tutti. Buon lavoro!
Sanna Marin, foto dal profilo Instagram ufficiale |
sabato 30 novembre 2019
Presentato il rapporto internazionale sulla violenza ostetrica
Presentato a Roma il Rapporto dell’ONU sulla Violenza Ostetrica
L’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia, insieme alle associazioni La Goccia Magica e CiaoLapo, ha presentato la traduzione in italiano del Rapporto della Relatrice Speciale delle Nazioni Unite Dubravka Šimonović sul tema del maltrattamento e della violenza ostetrica contro le donne nei servizi di salute riproduttiva e nel parto.
La Relatrice Speciale sulla violenza contro le donne, le sue cause e le sue conseguenze del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite Dubravka Šimonović ha presentato all’ultima Assemblea Generale, tenutasi a New York il 4 ottobre 2019, il Rapporto annuale che per la prima volta affronta il tema della violenza ostetrica come violenza di genere e propone un approccio basato sui diritti umani. Il Rapporto è il risultato della collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
“Nel mio rapporto affronto le cause all’origine del maltrattamento e della violenza in cui le donne diventano vittime dei sistemi sanitari scadenti, provati dalla mancanza di tempo e di risorse, come dalle condizioni di lavoro del personale sanitario. Leggi discriminatorie e stereotipi di genere pericolosi sul ruolo naturale delle donne nella società e nella maternità giocano un ruolo anche nel parto e contribuiscono a limitare l’autonomia e l’agire delle donne. Questi stereotipi nocivi sono ulteriormente giustificati dalla convinzione che il parto sia un evento che richiede sofferenza da parte delle donne, il che porta alla “normalizzazione” dell’abuso. In aggiunta, nel mio Rapporto, affronto lo sbilanciamento dei poteri nella relazione tra i professionisti sanitari e i pazienti come ulteriore causa alla radice del maltrattamento e della violenza, incluso l’abuso della dottrina delle necessità medica che spesso viene usata per giustificare il maltrattamento e l’abuso durante il parto”.
L'articolo completo su Sanità informazione al link sotto:
https://www.sanitainformazione.it/omceo-enti-territori/presentato-a-roma-il-rapporto-dellonu-sulla-violenza-ostetrica/
venerdì 29 novembre 2019
Donne che giudicano altre donne
Scarpette rosse. Panchine rosse. Giornata contro la Violenza sulle donne. Manifestazioni. Cortei. A volte mi chiedo se basteranno mai.
Queste due donne, la moglie dell'assassino e la commentatrice che dà della zoccola alla donna uccisa in un solo post annullano tutti gli sforzi che la società sta cercando di fare.
Nel 2019 ancora abbiamo stereotipi di genere totalmente radicati nelle aree più rurali del nostro Paese e non solo, tali per cui non vi è modo di distinguere il colpevole dalla vittima.
Non credo occorra spendere altre parole se non per esprimere la mia vicinanza simbolica alla famiglia della vittima che sta certamente vivendo ore drammatiche ma non pare ricevere le attenzioni dovute a a una splendida giovane donna, con un'intera vita davanti, innamorata e incinta.
Queste due donne, la moglie dell'assassino e la commentatrice che dà della zoccola alla donna uccisa in un solo post annullano tutti gli sforzi che la società sta cercando di fare.
Nel 2019 ancora abbiamo stereotipi di genere totalmente radicati nelle aree più rurali del nostro Paese e non solo, tali per cui non vi è modo di distinguere il colpevole dalla vittima.
Non credo occorra spendere altre parole se non per esprimere la mia vicinanza simbolica alla famiglia della vittima che sta certamente vivendo ore drammatiche ma non pare ricevere le attenzioni dovute a a una splendida giovane donna, con un'intera vita davanti, innamorata e incinta.
giovedì 28 novembre 2019
Metropolitana a Vimercate: il percorso continua
Oggi si sono incontrati i sindaci del vimercatese, comune di Milano, Città metropolitana, Provincia di Monza e Brianza e Regione Lombardia per approfondire la prima parte dello studio di fattibilità di una infrastruttura di trasporto per l'asse tra Cologno e Vimercate. Sono emersi aspetti importanti per implementare lo studio verso una soluzione progettuale capace di realizzare un sistema di trasporto alternativo alle auto, efficace per collegare questi territori tra di loro e i Comuni con Milano. Ora MM approfondirà i temi chiesti dai sindaci così che sia possibile scegliere uno scenario e su questo fare la seconda fase completando il Progetto di Fattibilità Tecnica Economica. Il PFTE è fondamentale per chiedere le risorse al governo e rendere finalmente realtà una infrastruttura di trasporto di qualità.
lunedì 25 novembre 2019
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
SE TI PICCHIA NON TI AMA, E' VIOLENZA
Se ti ha dato una sberla non è un raptus, scappa, perché è violenza e lo rifarà di nuovo.
Se ti umilia e ti toglie l'autostima non sei tu che non vali abbastanza e non è il suo stress, è violenza, indipendentemente dai presunti fatti che hanno causato quelle parole e frasi.
Se ti chiede di rinunciare a lavorare, non ti sta trattando come una regina, è un modo per sottometterti che apre le porte alla violenza, tieni il tuo lavoro e lotta per la tua libertà: se vedi altre donne che non lavorano e si fanno mantenere non invidiarle e non ambire a quella posizione, è una trappola!
Se quando è arrabbiato urla contro di te come fossi responsabile dei mali del mondo, non è il suo carattere, è violenza.
Se ti chiede di isolarti dalle amiche e dagli amici non è geloso perché ti ama, è possessivo e è il primo passo per la successiva violenza fisica, coltiva le tue amicizie in libertà e con il sorriso :)
Se ti mente e cerca di zittirti dicendo che la verità non esiste, non è normale, là fuori ci sono altri uomini che sanno rispettarti: scappa, hai il diritto di parlare, chiedere, approfondire e dialogare in modo civile senza subire manipolazioni psicologiche.
Se fa sesso con te quando sei ubriaca approfittando del fatto tu non ricorderai nulla non è furbo, non è un comportamento adolescenziale, non è un attacco di ormoni, è violenza.
Se fa sesso con te senza avvisarti di avere malattie sessualmente trasmissibili, non è un errore e non si è dimenticato: è violenza.
Se si toglie il preservativo senza chiedere, non è emotivo né comprensibile, sta violando il tuo consenso, è violenza.
Se ti chiede un ultimo appuntamento non andarci: il mondo là fuori è tutto da vivere e ci sono tanti appunto migliori.
Se vuole guardare il tuo telefonino non darglielo, controllare le tue conversazioni è il primo passo per il controllo e il possesso, per le ripicche e i ricatti, le donne non sono oggetti da possedere.
PROTEGGITI dalla VIOLENZA: non temere mai di essere te stessa, di esprimere la tua soggettività e non precluderti la possibilità di essere amata per quello che sei.
#25novembre #noviolenzasulledonne
Se ti ha dato una sberla non è un raptus, scappa, perché è violenza e lo rifarà di nuovo.
Se ti umilia e ti toglie l'autostima non sei tu che non vali abbastanza e non è il suo stress, è violenza, indipendentemente dai presunti fatti che hanno causato quelle parole e frasi.
Se ti chiede di rinunciare a lavorare, non ti sta trattando come una regina, è un modo per sottometterti che apre le porte alla violenza, tieni il tuo lavoro e lotta per la tua libertà: se vedi altre donne che non lavorano e si fanno mantenere non invidiarle e non ambire a quella posizione, è una trappola!
Se quando è arrabbiato urla contro di te come fossi responsabile dei mali del mondo, non è il suo carattere, è violenza.
Se ti chiede di isolarti dalle amiche e dagli amici non è geloso perché ti ama, è possessivo e è il primo passo per la successiva violenza fisica, coltiva le tue amicizie in libertà e con il sorriso :)
Se ti mente e cerca di zittirti dicendo che la verità non esiste, non è normale, là fuori ci sono altri uomini che sanno rispettarti: scappa, hai il diritto di parlare, chiedere, approfondire e dialogare in modo civile senza subire manipolazioni psicologiche.
Se fa sesso con te quando sei ubriaca approfittando del fatto tu non ricorderai nulla non è furbo, non è un comportamento adolescenziale, non è un attacco di ormoni, è violenza.
Se fa sesso con te senza avvisarti di avere malattie sessualmente trasmissibili, non è un errore e non si è dimenticato: è violenza.
Se si toglie il preservativo senza chiedere, non è emotivo né comprensibile, sta violando il tuo consenso, è violenza.
Se ti chiede un ultimo appuntamento non andarci: il mondo là fuori è tutto da vivere e ci sono tanti appunto migliori.
Se vuole guardare il tuo telefonino non darglielo, controllare le tue conversazioni è il primo passo per il controllo e il possesso, per le ripicche e i ricatti, le donne non sono oggetti da possedere.
PROTEGGITI dalla VIOLENZA: non temere mai di essere te stessa, di esprimere la tua soggettività e non precluderti la possibilità di essere amata per quello che sei.
#25novembre #noviolenzasulledonne
domenica 17 novembre 2019
Premio integrazione e migrazione IV edizione
Si è tenuta ieri a Milano la 4° edizione del premio integrazione e migrazione, e del convegno ad esso abbinato che riesce ogni anno a coinvolgere esponenti di tutti i livelli istituzionali insieme alle realtà territoriali che si occupano di integrazione culturale.
Le migrazioni sono un fenomeno che esiste da sempre nella storia e sono parte della natura dell'uomo in quanto tale, ma in quest'epoca più che mai sembrano essere percepite da una parte sempre più consistente della popolazione come un'emergenza.
Ecco, di fronte a questa narrazione negativa che sembra essere inevitabile, noi proviamo invece ad ascoltare le associazioni del territorio e a mettere ad un tavolo insieme chi sta cercando di trovare gli strumenti normativi per facilitare l'integrazione delle comunità migranti, chi lavora ogni giorno concretamente per risolvere i problemi, e chi prova a rendere sempre più diffuso e capillare il lavoro di mediazione culturale che permette una migliore integrazione e aggiungo anche interazione, perché la vera sfida non è inglobare chi proviene da un altrove e renderlo uguale a noi ma permettere a ciascuno di interagire con gli altri trasformando i conflitti in confronti e le differenze in una ricchezza comune.
VINCITORI IV EDIZIONE PREMIO
“ IntegrAZIONE – MigrAZIONE “ 2019
Associazione Centro islamico di Monza e Brianza
Vicepresidente Tahany Shahin
Associazione Infermieri Peruviani in Europa ASSINP
Presidente. Elvira Paredes Meza
Associazione Centro Comunità dello Srilanka
Presidente Pitigalage Kurera
Associazione Bulgara per lo scambio Culturale e Ritmika Filk Lab
Vicepresidente Ana Angelova Sotirova
Associazione NoWalls
Presidente Angela Marchisio
PREMIO INDIVIDUALE categoria:
Promozione Culturale – Sportiva: Ana Maria BobadillaVilchez.
Premio Individuale Responsabilità Sociale : Yessica Avelar
Qualche foto dell'evento qui sotto.
Le migrazioni sono un fenomeno che esiste da sempre nella storia e sono parte della natura dell'uomo in quanto tale, ma in quest'epoca più che mai sembrano essere percepite da una parte sempre più consistente della popolazione come un'emergenza.
Ecco, di fronte a questa narrazione negativa che sembra essere inevitabile, noi proviamo invece ad ascoltare le associazioni del territorio e a mettere ad un tavolo insieme chi sta cercando di trovare gli strumenti normativi per facilitare l'integrazione delle comunità migranti, chi lavora ogni giorno concretamente per risolvere i problemi, e chi prova a rendere sempre più diffuso e capillare il lavoro di mediazione culturale che permette una migliore integrazione e aggiungo anche interazione, perché la vera sfida non è inglobare chi proviene da un altrove e renderlo uguale a noi ma permettere a ciascuno di interagire con gli altri trasformando i conflitti in confronti e le differenze in una ricchezza comune.
VINCITORI IV EDIZIONE PREMIO
“ IntegrAZIONE – MigrAZIONE “ 2019
Associazione Centro islamico di Monza e Brianza
Vicepresidente Tahany Shahin
Associazione Infermieri Peruviani in Europa ASSINP
Presidente. Elvira Paredes Meza
Associazione Centro Comunità dello Srilanka
Presidente Pitigalage Kurera
Associazione Bulgara per lo scambio Culturale e Ritmika Filk Lab
Vicepresidente Ana Angelova Sotirova
Associazione NoWalls
Presidente Angela Marchisio
PREMIO INDIVIDUALE categoria:
Promozione Culturale – Sportiva: Ana Maria BobadillaVilchez.
Premio Individuale Responsabilità Sociale : Yessica Avelar
Qualche foto dell'evento qui sotto.
giovedì 7 novembre 2019
Integrazione - migrazione: IV edizione, programma completo
Ecco il programma completo del convegno che si terrà sabato 16 novembre alla Fondazione Stelline di Milano in sala Volta, ore 18.
SALUTI ISTITUZIONALI:
Gabriele Rabaiotti- Assessore alle Politiche Sociali e abitative del Comune di Milano
INTRODUCE:
Cristina Maranesi – Blogger
MODERA:
Avv. Alessandro Giungi- Consigliere Comune di Milano
INTERVENGONO:
Eleonora Evi - Deputata al Parlamento europeo
Brando Benifei - Deputato al Parlamento Europeo in video conferenza
Roberto Rampi - Senatore
Lia Quartapelle - Deputata
Carmine Pacente - Presidente del Dipartimento Europa ANCI Lombardia
Filippo Barberis - Consigliere Comune di Milano
Angelica Vasile - Consigliera Comune di Milano
Diana De Marchi – Consigliera Comune di Milano
Helga Lorena Ramirez - Presidente Associazione Unione Solidale Donne Latinoamericane
DIBATTITO
Dibattito pubblico e interlocuzione tra rappresentanti Istituzionali - comunità migranti ed ente operanti nel settore immigrazione.
CONCLUSIONI:
Dott.ssa. Emma Mapelli, - Docente formatrice, esperta di processi interculturali di inclusione linguistico - Sociale
Segue l'assegnazione del premio 2019 per 5 associazioni impegnate sul tema dell'integrazione culturale.
SALUTI ISTITUZIONALI:
Gabriele Rabaiotti- Assessore alle Politiche Sociali e abitative del Comune di Milano
INTRODUCE:
Cristina Maranesi – Blogger
MODERA:
Avv. Alessandro Giungi- Consigliere Comune di Milano
INTERVENGONO:
Eleonora Evi - Deputata al Parlamento europeo
Brando Benifei - Deputato al Parlamento Europeo in video conferenza
Roberto Rampi - Senatore
Lia Quartapelle - Deputata
Carmine Pacente - Presidente del Dipartimento Europa ANCI Lombardia
Filippo Barberis - Consigliere Comune di Milano
Angelica Vasile - Consigliera Comune di Milano
Diana De Marchi – Consigliera Comune di Milano
Helga Lorena Ramirez - Presidente Associazione Unione Solidale Donne Latinoamericane
DIBATTITO
Dibattito pubblico e interlocuzione tra rappresentanti Istituzionali - comunità migranti ed ente operanti nel settore immigrazione.
CONCLUSIONI:
Dott.ssa. Emma Mapelli, - Docente formatrice, esperta di processi interculturali di inclusione linguistico - Sociale
Segue l'assegnazione del premio 2019 per 5 associazioni impegnate sul tema dell'integrazione culturale.
domenica 3 novembre 2019
IntegrAZIONE – MigrAZIONE : Cittadinanza attiva e diritti
L’Associazione “UNIONE SOLIDALE DONNE LATINOAMERICANE IN ITALIA “ –
U.S.D.L.I è lieta di comunicare che Sabato 16 novembre 2019 alle ore
18:00 si terrà presso il Palazzo delle Stelline - Corso
Magenta, 61 - Sala Volta, la IV Edizione del Convegno - Premio
IntegrAZIONE – MigrAZIONE : Cittadinanza attiva e diritti, politiche
per l’integrazione.
L’obiettivo del convegno è quello di promuovere l’interlocuzione tra le istituzioni locali, nazionali ed Europee e la comunità migrante in un’ottica di partecipazione cittadina attiva per l’integrazione.
Anche questo’anno il Convegno propone la IV Edizione del Premio “IntegrAZIONE -MigrAZIONE-Cittadinanza Attiva e diritti"
L’obiettivo del convegno è quello di promuovere l’interlocuzione tra le istituzioni locali, nazionali ed Europee e la comunità migrante in un’ottica di partecipazione cittadina attiva per l’integrazione.
Anche questo’anno il Convegno propone la IV Edizione del Premio “IntegrAZIONE -MigrAZIONE-Cittadinanza Attiva e diritti"
L’obiettivo del premio è riconoscere, valorizzare e incoraggiare
l’impegno significativo delle associazione e persone che operano
nell’ambito della migrazione, che si sono distinte nel promuovere
l’integrazione delle persone provenienti da diverse nazione.
Siamo convinti,che insieme possiamo costruire un futuro migliore per tutti, a tale proposito Vi aspettiamo!
A breve seguirà il programma completo degli interventi.
giovedì 19 settembre 2019
Metropolitana o metrotranvia?
Un articolo riduttivo rispetto al lunghissimo lavoro svolto in questi anni per arrivare ad un punto di incontro, che i 4 sindaci dei comuni coinvolti stanno trovando probabilmente nella metrotranvia, che costerebbe circa 1/4 della metropolitana classica. Non era la prima soluzione che avevo pensato quando, qualche anno fa, ho iniziato a raccogliere le firme per #metroavime con un gruppo di persone serie ed appassionate che si è fatto carico della battaglia facendola diventare una battaglia comune, apartitica, condivisa con una parte larghissima della cittadinanza dei paesi coinvolti e non solo. Tuttavia credo che sia da cogliere ora l'opportunità di portare avanti lo studio di fattibilità definitivo e ho fiducia nel lavoro di sintesi che i sindaci stanno facendo: entro il 2026 vogliamo andare a Milano con i mezzi pubblici, senza inquinare e in tempi rapidi! Il percorso è stato lungo ma siamo molto vicini al punto di arrivo e se l'analisi costi-benefici ha dato dei risultati diversi dalle aspettative, quello che conta è comunque il risultato e la possibilità effettiva di raggiungerlo, a questo vorrei venisse dato spazio dai giornali locali: la sinergia tra i sindaci e il nuovo Governo PD-M5S sono sicura che permetteranno una realizzazione del collegamento in tempi compatibili con i tempi di vita delle persone e con costi sostenibili anche dal punto di vista contabile. Un ringraziamento a Francesco Sartini Simone Sironi e predecessore, Marco Troiano e al sindaco di Concorezzo che stanno continuando costantemente a lavorare per concretizzare.
lunedì 19 agosto 2019
Verità per Elena Casetto, morta in un incendio all'interno del reparto psichiatrico dell'ospedale di Bergamo
Lettera aperta di Slegalo subito
Egregi,
ci rivolgiamo a voi in qualità di rappresentanti legali di associazioni promotrici della campagna nazionale .....e tu slegalo subito, per l’abolizione della contenzione meccanica nei luoghi della cura, a seguito della morte di Elena Casetto, giovane donna di 19 anni, ricoverata nel reparto di Psichiatria dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, morta carbonizzata martedì 13 agosto in un incendio divampato nel reparto. Forse partito dalla sua stanza.
Notizie di stampa e le dichiarazioni date dal reparto, dicono che la donna fosse contenuta: “La paziente deceduta era stata bloccata pochi istanti prima dell’incendio, a causa di un forte stato di agitazione, dall’équipe del reparto.” Come è pratica diffusa nella maggior parte dei reparti psichiatrici ospedalieri, lombardi, la “paziente” era stata “bloccata” attraverso contenzione meccanica e sedazione. Notizie più recenti ci dicono che la ragazza era stata legata al letto mani, piedi e fissata con una fascia toracica, dopo che aveva tentato il suicidio stringendosi un lenzuolo attorno al collo.
Sembra non possibile che da parte di tecnici della salute mentale si sia risposto alla sofferenza, alla richiesta di aiuto espressa da un tentativo di autosoppressione, con un gesto violento di negazione dell’altro quale è la contenzione meccanica. Invece di accogliere, supportare e farsi carico di quel dolore, dare attenzione, vicinanza, ascolto professionale e competente, si è ridotta la giovane donna a corpo da sottomettere e domare, togliendole dignità e rispetto. Ritorna con forza il ricordo di Antonia Bernardini, morta la notte del 31 dicembre del 1974, dopo quattro giorni di agonia, per le ustioni riportate nell’incendio prodotto nella sua stanza nel manicomio criminale femminile di Pozzuoli dov’era legata da 43 giorni (come lei stessa dirà al magistrato che la interroga “legata come Cristo in croce”). Le sue grida, imputate alla malattia, non trovano ascolto e solo dopo tempo un'infermiera sente la puzza di bruciato e accorre. Ma le fiamme sono ormai alte e Antonia è in condizioni disperate. Dopo quella morte il manicomio criminale di Pozzuoli viene chiuso.
Sono passati 44 anni da quel tragico evento, ma dobbiamo costatare che, nonostante l’Italia abbia una legge che permetterebbe di fare la migliore psichiatria possibile (Eugenio Borgna), e da 20 anni sono stati chiusi gli ospedali psichiatrici, in molte parti del paese permangono nei servizi della riforma pratiche di stampo manicomiale, violente, lesive dei diritti e della dignità di chi le subisce e chi le fa. La pratica della contenzione, seppure illegale, è contemplata e largamente utilizzata nei servizi psichiatrici ospedalieri, fatta “per il bene del paziente” come dicono i sanitari, ma che nei fatti espone i/le ricoverati/e a esiti gravi, fino alla morte, e lede la dignità e la salute fisica e mentale anche di coloro che la attuano.
Conosciamo le difficoltà nelle quali versano gli operatori dei servizi, che lavorano in troppe situazioni in condizioni di carenza di organico, ma pure sappiamo che il ricorso alla contenzione non può imputarsi solo a questo ma tanto più all’orientamento culturale degli operatori e al modello organizzativo dei servizi. L’impegno per il miglioramento delle condizioni di lavoro deve andare di pari passo alla certezza del diritto per tutti. Non possiamo non pensare che se la giovane Elena non fosse stata legata non avrebbe trovato quella terribile morte. Crediamo che sulla contenzione meccanica quindi bisogna concentrare l’attenzione da parte degli inquirenti e dei responsabili politici e tecnici. Va rilevato che in varie parti del paese esistono Servizi psichiatrici ospedalieri, circa 30, che fin dalla loro apertura (Trieste, San Severo, San Giovanni in Persiceto....) o da molti anni (Pistoia, Modena, Ravenna...) non ricorrono alla contenzione. Questi rappresentano la direzione verso la quale bisogna andare, rispettosa della Carta costituzionale (art. 13), della Convenzione e dei diritti delle persone con disabilità assunta dallo Stato italiano nella legge 18/2009 (art. 14, 15 e 17), delle raccomandazioni del Comitato nazionale di Bioetica del 2015.
Va infine sottolineato che il ricorso alla contenzione non riguarda/chiama in causa solo il servizio psichiatrico ospedaliero dove principalmente si attua, ma l’intero sistema territoriale dei servizi di salute mentale, rappresentando il servizio ospedaliero di norma l’imbuto in cui arrivano le criticità dei servizi psichiatrici territoriali, le risposte inevase, rimandate o mal trattate da parte degli stessi.
Così, mentre l’indagine giudiziaria, cui spetta di accertare eventuali responsabilità penali, segue il suo corso, a nome della campagna nazionale ... e tu slegalo subito chiediamo che a partire da questa tragica morte, prenda avvio un’azione decisa nel Dipartimento Salute Mentale Bergamo che intervenga su cosa non ha funzionato, su cosa si sarebbe dovuto fare, su cosa deve cambiare perché tali eventi non succedano più.
Come campagna chiediamo agli intestati della lettera che vengano adottati provvedimenti per l’abolizione della contenzione meccanica nei Servizi psichiatrici ospedalieri lombardi e di ogni pratica “inumana e degradante” nei confronti delle persone con disturbo mentale. Chiediamo che sia data centralità alla tutela della salute mentale, diritto dell’individuo ed interesse della comunità, e rilanciato il lavoro di cura delle persone con disturbo mentale negli ambienti naturali di vita con interventi e politiche sui determinanti sanitari, socio-economici, lavorativi, culturali, ambientali, insieme ad un finanziamento adeguato dei Dipartimenti di salute mentale.
Chiediamo che vengano avviate strategie e azioni visibili e trasparenti, per una profonda rivisitazione culturale, organizzativa e gestionale nelle politiche di salute mentale che possa rendere attuale la presa in carico e la cura delle persone con problemi di salute mentale nel rispetto della dignità e dei diritti, primo quello della cura.
Nell’informarVi che come associazioni promotrici della campagna ....e tu slegalo subito valuteremo l'opportunità di costituirci parte offesa in un eventuale processo penale, salutiamo con stima e ci rendiamo disponibili ad ogni confronto e collaborazione
per la campagna nazionale ... e tu slegalo subito
Giovanna Del Giudice, presidente di Conferenza Salute Mentale Franco Basaglia – 347.3904626
Valentina Calderone, direttrice di A buon diritto Onlus – 340.1604389
Egregi,
ci rivolgiamo a voi in qualità di rappresentanti legali di associazioni promotrici della campagna nazionale .....e tu slegalo subito, per l’abolizione della contenzione meccanica nei luoghi della cura, a seguito della morte di Elena Casetto, giovane donna di 19 anni, ricoverata nel reparto di Psichiatria dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, morta carbonizzata martedì 13 agosto in un incendio divampato nel reparto. Forse partito dalla sua stanza.
l'articolo di Repubblica del 13 agosto riportato sul sito di slegalo subito |
Notizie di stampa e le dichiarazioni date dal reparto, dicono che la donna fosse contenuta: “La paziente deceduta era stata bloccata pochi istanti prima dell’incendio, a causa di un forte stato di agitazione, dall’équipe del reparto.” Come è pratica diffusa nella maggior parte dei reparti psichiatrici ospedalieri, lombardi, la “paziente” era stata “bloccata” attraverso contenzione meccanica e sedazione. Notizie più recenti ci dicono che la ragazza era stata legata al letto mani, piedi e fissata con una fascia toracica, dopo che aveva tentato il suicidio stringendosi un lenzuolo attorno al collo.
Sembra non possibile che da parte di tecnici della salute mentale si sia risposto alla sofferenza, alla richiesta di aiuto espressa da un tentativo di autosoppressione, con un gesto violento di negazione dell’altro quale è la contenzione meccanica. Invece di accogliere, supportare e farsi carico di quel dolore, dare attenzione, vicinanza, ascolto professionale e competente, si è ridotta la giovane donna a corpo da sottomettere e domare, togliendole dignità e rispetto. Ritorna con forza il ricordo di Antonia Bernardini, morta la notte del 31 dicembre del 1974, dopo quattro giorni di agonia, per le ustioni riportate nell’incendio prodotto nella sua stanza nel manicomio criminale femminile di Pozzuoli dov’era legata da 43 giorni (come lei stessa dirà al magistrato che la interroga “legata come Cristo in croce”). Le sue grida, imputate alla malattia, non trovano ascolto e solo dopo tempo un'infermiera sente la puzza di bruciato e accorre. Ma le fiamme sono ormai alte e Antonia è in condizioni disperate. Dopo quella morte il manicomio criminale di Pozzuoli viene chiuso.
Sono passati 44 anni da quel tragico evento, ma dobbiamo costatare che, nonostante l’Italia abbia una legge che permetterebbe di fare la migliore psichiatria possibile (Eugenio Borgna), e da 20 anni sono stati chiusi gli ospedali psichiatrici, in molte parti del paese permangono nei servizi della riforma pratiche di stampo manicomiale, violente, lesive dei diritti e della dignità di chi le subisce e chi le fa. La pratica della contenzione, seppure illegale, è contemplata e largamente utilizzata nei servizi psichiatrici ospedalieri, fatta “per il bene del paziente” come dicono i sanitari, ma che nei fatti espone i/le ricoverati/e a esiti gravi, fino alla morte, e lede la dignità e la salute fisica e mentale anche di coloro che la attuano.
Conosciamo le difficoltà nelle quali versano gli operatori dei servizi, che lavorano in troppe situazioni in condizioni di carenza di organico, ma pure sappiamo che il ricorso alla contenzione non può imputarsi solo a questo ma tanto più all’orientamento culturale degli operatori e al modello organizzativo dei servizi. L’impegno per il miglioramento delle condizioni di lavoro deve andare di pari passo alla certezza del diritto per tutti. Non possiamo non pensare che se la giovane Elena non fosse stata legata non avrebbe trovato quella terribile morte. Crediamo che sulla contenzione meccanica quindi bisogna concentrare l’attenzione da parte degli inquirenti e dei responsabili politici e tecnici. Va rilevato che in varie parti del paese esistono Servizi psichiatrici ospedalieri, circa 30, che fin dalla loro apertura (Trieste, San Severo, San Giovanni in Persiceto....) o da molti anni (Pistoia, Modena, Ravenna...) non ricorrono alla contenzione. Questi rappresentano la direzione verso la quale bisogna andare, rispettosa della Carta costituzionale (art. 13), della Convenzione e dei diritti delle persone con disabilità assunta dallo Stato italiano nella legge 18/2009 (art. 14, 15 e 17), delle raccomandazioni del Comitato nazionale di Bioetica del 2015.
Va infine sottolineato che il ricorso alla contenzione non riguarda/chiama in causa solo il servizio psichiatrico ospedaliero dove principalmente si attua, ma l’intero sistema territoriale dei servizi di salute mentale, rappresentando il servizio ospedaliero di norma l’imbuto in cui arrivano le criticità dei servizi psichiatrici territoriali, le risposte inevase, rimandate o mal trattate da parte degli stessi.
Così, mentre l’indagine giudiziaria, cui spetta di accertare eventuali responsabilità penali, segue il suo corso, a nome della campagna nazionale ... e tu slegalo subito chiediamo che a partire da questa tragica morte, prenda avvio un’azione decisa nel Dipartimento Salute Mentale Bergamo che intervenga su cosa non ha funzionato, su cosa si sarebbe dovuto fare, su cosa deve cambiare perché tali eventi non succedano più.
Come campagna chiediamo agli intestati della lettera che vengano adottati provvedimenti per l’abolizione della contenzione meccanica nei Servizi psichiatrici ospedalieri lombardi e di ogni pratica “inumana e degradante” nei confronti delle persone con disturbo mentale. Chiediamo che sia data centralità alla tutela della salute mentale, diritto dell’individuo ed interesse della comunità, e rilanciato il lavoro di cura delle persone con disturbo mentale negli ambienti naturali di vita con interventi e politiche sui determinanti sanitari, socio-economici, lavorativi, culturali, ambientali, insieme ad un finanziamento adeguato dei Dipartimenti di salute mentale.
Chiediamo che vengano avviate strategie e azioni visibili e trasparenti, per una profonda rivisitazione culturale, organizzativa e gestionale nelle politiche di salute mentale che possa rendere attuale la presa in carico e la cura delle persone con problemi di salute mentale nel rispetto della dignità e dei diritti, primo quello della cura.
Nell’informarVi che come associazioni promotrici della campagna ....e tu slegalo subito valuteremo l'opportunità di costituirci parte offesa in un eventuale processo penale, salutiamo con stima e ci rendiamo disponibili ad ogni confronto e collaborazione
per la campagna nazionale ... e tu slegalo subito
Giovanna Del Giudice, presidente di Conferenza Salute Mentale Franco Basaglia – 347.3904626
Valentina Calderone, direttrice di A buon diritto Onlus – 340.1604389
domenica 11 agosto 2019
Ragionando, con tutti, con responsabilità
Occorre fermarsi un attimo a ragionare, senza tifoserie. Non ho mai usato #senzadime
come strumento di affermazione di una parte e di rivendicazione di
un'identità, perché penso che stare in un partito significhi
innanzitutto ragionare e trovare soluzioni condivise che non passano dal
"se si fa così me ne vado", per cui non trovo nulla di strano nell'idea
di costruire un governo istituzionale se questa sarà la proposta di Mattarella. In generale non trovo nulla di strano nel
confronto fra varie ipotesi e nell'ascolto e nell'analisi di quelle che
possono essere le forze in campo interessate, stanti i numeri. Andare
al voto ora, con questa legge elettorale, mi sembra una follia: lasciare
il Paese in mano alle destre, con il rischio che con i 2/3 del
Parlamento possano cambiare la Costituzione senza referendum ed eleggere, fra due anni, il Presidente della
Repubblica senza bisogno di una mediazione con il centrosinistra.
Aggiungo, il ministro dell'interno dalla spiaggia non ha alcun potere di
decidere la data del voto, non diamoglielo noi: è evidente che vuole
capitalizzare! Confido nella saggezza e nell'equilibrio del capo dello
Stato, che sappia mettere le parti intorno ad un tavolo a ragionare,
anche perché non si può andare al voto ogni anno o due perché non si è
in grado di fare sintesi, o perché il risultato del voto precedente non
soddisfa qualcuno. Abbiamo il dovere di fermare l'aumento dell'IVA, di
mettere le forze di Governo attuali di fronte alla responsabilità di voler fuggire invece che
portare a termine la manovra e abbiamo ancora di più il dovere di
difendere la centralità dell'Italia in Europa
senza farci mettere ai margini e senza il rischio di governanti che ci
portino fuori dall'Europa o dall'Euro per qualche estremismo sovranista.
Aspettiamo e ragioniamo, oltre il bianco e nero, cogliendo la
complessità della situazione e, laddove non capiamo tutto, facciamo un
passo indietro per farne due avanti, conosciamo le nostre priorità e i
nostri ideali e sappiamo che sono minoranza culturale nel Paese oggi:
occorre un percorso lungo e complicato per ritornare ad aessere
maggiornaza, ma nel frattempo occorre evitare una decadenza culturale e
sociale ancora più grave. La buona politica non sia un megafono della
pancia del Paese, sia piuttosto attenta a mantenere alto il valore del
compromesso senza denigrarlo e senza abbassarlo a mera svendita di
valori.
martedì 9 luglio 2019
ci scusiamo per il caldo
Caro Marco,
Vorremmo frequentare gli stessi treni che frequenta lei. Quelli che non hanno problemi manutentivi, che hanno l’aria condizionata e che hanno ridotto i ritardi e le soppressioni. (firma qui la petizione per treni più efficienti).
La “flotta decisamente datata” non ci capacitiamo di chi sia, se non vostra nonché frutto delle scelte e della gestione di Regione Lombardia degli ultimi 25 anni. Eh sì, possiamo migliorare: prima di tutto immaginando un trasporto pubblico che sia all’altezza delle aspettative e delle esigenze di vita reali dei pendolari lombardi, e poi mettendosi nei panni dei lavoratori che ogni giorno vorrebbero arrivare puntuali sul posto di lavoro e per farlo sono costretti ad affidarsi alla sorte.
Anche oggi Regione Lombardia ci dimostra che manca di prospettiva e della capacità di prendere in carico le esigenze dei pendolari, dei lavoratori tutti, di chi vuole o deve rinunciare al trasporto privato per spostarsi e invece di essere incentivato viene scoraggiato da treni obsoleti, senza aria condizionata e ovviamente stracolmi visto che ne vengono soppressi in continuazione! E’ assolutamente inaccettabile che, con l’emergenza climatica in atto e il livello ormai insostenibile dell'inquinamento nell'area intorno a Milano, non si prendano provvedimenti seri per favorire il trasporto pubblico, ma qui siamo all’eccesso opposto, si mette il lavoratore nelle condizioni di non poter fare a meno del trasporto privato se vuole raggiungere il luogo di lavoro in orari consoni e tornare a casa nel rispetto dei propri tempi di vita. E visto che ci sono tutti questi disagi per qualche grado in più, non vorremmo che alle Olimpiadi 2026 arrivassimo scoprendo che d'inverno fa freddo e facendoci trovare impreparati.
Vorremmo frequentare gli stessi treni che frequenta lei. Quelli che non hanno problemi manutentivi, che hanno l’aria condizionata e che hanno ridotto i ritardi e le soppressioni. (firma qui la petizione per treni più efficienti).
La “flotta decisamente datata” non ci capacitiamo di chi sia, se non vostra nonché frutto delle scelte e della gestione di Regione Lombardia degli ultimi 25 anni. Eh sì, possiamo migliorare: prima di tutto immaginando un trasporto pubblico che sia all’altezza delle aspettative e delle esigenze di vita reali dei pendolari lombardi, e poi mettendosi nei panni dei lavoratori che ogni giorno vorrebbero arrivare puntuali sul posto di lavoro e per farlo sono costretti ad affidarsi alla sorte.
Anche oggi Regione Lombardia ci dimostra che manca di prospettiva e della capacità di prendere in carico le esigenze dei pendolari, dei lavoratori tutti, di chi vuole o deve rinunciare al trasporto privato per spostarsi e invece di essere incentivato viene scoraggiato da treni obsoleti, senza aria condizionata e ovviamente stracolmi visto che ne vengono soppressi in continuazione! E’ assolutamente inaccettabile che, con l’emergenza climatica in atto e il livello ormai insostenibile dell'inquinamento nell'area intorno a Milano, non si prendano provvedimenti seri per favorire il trasporto pubblico, ma qui siamo all’eccesso opposto, si mette il lavoratore nelle condizioni di non poter fare a meno del trasporto privato se vuole raggiungere il luogo di lavoro in orari consoni e tornare a casa nel rispetto dei propri tempi di vita. E visto che ci sono tutti questi disagi per qualche grado in più, non vorremmo che alle Olimpiadi 2026 arrivassimo scoprendo che d'inverno fa freddo e facendoci trovare impreparati.
martedì 26 marzo 2019
Giù le mani dalla 194!
Sta facendo discutere in questi giorni la nuova proposta della Lega Nord di favorire la possibilità per le donne incinte di portare a termine la gravidanza e poi dare in adozione il neonato, invece di abortire. Vi svelo un segreto: oggi è già possibile farlo non occorre una legge apposta! E chiedere a una donna di portare a termine una gravidanza non voluta e poi lasciare il bambino è una concezione della donna molto simile a quella dell'utero in affitto, con in più la negazione del diritto all'aborto previsto dalla legge 194.
Ma pare che gli autori di questa proposta di legge non abbiano idea di quali siano le motivazioni, reali, concrete, calate in un contesto di contingenza e soggettivo, che spingono le donne a scegliere la via dell'interruzione di gravidanza. Allora forse occorre riepilogare le motivazioni principali, in modo che si possa comprendere appieno l'assurdità giuridica ma anche l'inapplicabilità pratica ed operativa di questa proposta.
I fattori principali che portano una donna a fare questa scelta, sono di 3 tipi:
1) problema economico: molti casi sono di donne di 40 anni al 3° o 4° figlio, che chiaramente non potrebbero portare a termine la gravidanza comunicandolo al mondo e agli altri figli (immaginate una mamma che va dagli altri figli dicendo "non ci sono soldi, quindi regaliamo il fratellino a qualcun'altra" dopo che i bimbi/ragazzi hanno visto il pancione etc), ma si trovano impossibilitati, per il bene dei bambini che già stanno crescendo, a suddividere ulteriormente il budget famigliare; donne che hanno problemi lavorativi, contratti precari (perderebbero comunque il lavoro o i clienti portando a termine la gravidanza), una relazione a distanza che comporterebbe il fatto che uno dei due genitori del bambino debba lasciare il suo contesto sociale per portare avanti la famiglia insieme, etc. Il problema economico può essere semplicemente essere l'avere la consapevolezza che non c'è un aiuto gratuito da parte dei genitori o altri famigliari e che non si hanno le risorse per un nido, ma passa anche e soprattutto dall'aspettativa di maternità e dalla tipologia di lavoro che si sta svolgendo.
2) l'uomo con cui si è fatto il figlio: dalla casistica in cui la donna ha subìto uno stupro, al padre del bambino che non è il marito/compagno e la donna non vuole far sapere l'esistenza della relazione, o se il padre del bambino è un uomo sposato con un'altra o ha già altri figli e non può esporsi o riconoscere il bambino, o ogni caso in cui rendere pubblica la gravidanza sia di qualunque pericolo per la vita e il futuro della madre, del padre, dell'altra famiglia coinvolta.
3) l'impossibilità a vivere la maternità in tutti i suoi aspetti: ragazze di 15-16 anni, o poco più che adolescenti, che ancora studiano, totalmente dipendenti economicamente da altri, o donne inserite in una rete sociale in cui viene dato per scontato il matrimonio in caso di gravidanza o la rinuncia a tutta una serie di possibilità.
In tutti questi casi, portare avanti la gravidanza è ovviamente impossibile e la soluzione principale è solo una: contraccezione consapevole e gratuita, per tutte.
Poi esiste un problema politico più ampio che si potrebbe affrontare se volessimo "risolvere" il problema della denatalità, ovvero: chiederci se, con 7 miliardi di persone su questo pianeta, la denatalità sia davvero un problema, e rendere culturalmente spontanea la cogestione dei figli da parte di entrambi i genitori oltre alla necessità di impostare un percorso di medio-lungo periodo per superare il gender gap sui luoghi di lavoro, per quanto riguarda i salari e sicuramente anche l'apertura di più asili nido, meglio strutturati, con orari più flessibili. Tutto ciò non toglie il fatto che la proposta di legge sopracitata non tiene conto di un dato di realtà e manca totalmente nelle fondamenta ovvero nella possibilità effettiva per la donna di essere considerata al pari di un uomo soggetto attivo delle scelte che compie per sè e per le persone che ama.
Ma pare che gli autori di questa proposta di legge non abbiano idea di quali siano le motivazioni, reali, concrete, calate in un contesto di contingenza e soggettivo, che spingono le donne a scegliere la via dell'interruzione di gravidanza. Allora forse occorre riepilogare le motivazioni principali, in modo che si possa comprendere appieno l'assurdità giuridica ma anche l'inapplicabilità pratica ed operativa di questa proposta.
I fattori principali che portano una donna a fare questa scelta, sono di 3 tipi:
1) problema economico: molti casi sono di donne di 40 anni al 3° o 4° figlio, che chiaramente non potrebbero portare a termine la gravidanza comunicandolo al mondo e agli altri figli (immaginate una mamma che va dagli altri figli dicendo "non ci sono soldi, quindi regaliamo il fratellino a qualcun'altra" dopo che i bimbi/ragazzi hanno visto il pancione etc), ma si trovano impossibilitati, per il bene dei bambini che già stanno crescendo, a suddividere ulteriormente il budget famigliare; donne che hanno problemi lavorativi, contratti precari (perderebbero comunque il lavoro o i clienti portando a termine la gravidanza), una relazione a distanza che comporterebbe il fatto che uno dei due genitori del bambino debba lasciare il suo contesto sociale per portare avanti la famiglia insieme, etc. Il problema economico può essere semplicemente essere l'avere la consapevolezza che non c'è un aiuto gratuito da parte dei genitori o altri famigliari e che non si hanno le risorse per un nido, ma passa anche e soprattutto dall'aspettativa di maternità e dalla tipologia di lavoro che si sta svolgendo.
2) l'uomo con cui si è fatto il figlio: dalla casistica in cui la donna ha subìto uno stupro, al padre del bambino che non è il marito/compagno e la donna non vuole far sapere l'esistenza della relazione, o se il padre del bambino è un uomo sposato con un'altra o ha già altri figli e non può esporsi o riconoscere il bambino, o ogni caso in cui rendere pubblica la gravidanza sia di qualunque pericolo per la vita e il futuro della madre, del padre, dell'altra famiglia coinvolta.
3) l'impossibilità a vivere la maternità in tutti i suoi aspetti: ragazze di 15-16 anni, o poco più che adolescenti, che ancora studiano, totalmente dipendenti economicamente da altri, o donne inserite in una rete sociale in cui viene dato per scontato il matrimonio in caso di gravidanza o la rinuncia a tutta una serie di possibilità.
In tutti questi casi, portare avanti la gravidanza è ovviamente impossibile e la soluzione principale è solo una: contraccezione consapevole e gratuita, per tutte.
Poi esiste un problema politico più ampio che si potrebbe affrontare se volessimo "risolvere" il problema della denatalità, ovvero: chiederci se, con 7 miliardi di persone su questo pianeta, la denatalità sia davvero un problema, e rendere culturalmente spontanea la cogestione dei figli da parte di entrambi i genitori oltre alla necessità di impostare un percorso di medio-lungo periodo per superare il gender gap sui luoghi di lavoro, per quanto riguarda i salari e sicuramente anche l'apertura di più asili nido, meglio strutturati, con orari più flessibili. Tutto ciò non toglie il fatto che la proposta di legge sopracitata non tiene conto di un dato di realtà e manca totalmente nelle fondamenta ovvero nella possibilità effettiva per la donna di essere considerata al pari di un uomo soggetto attivo delle scelte che compie per sè e per le persone che ama.
Donne: etica e valori nello sport venerdì 29 marzo 2019
Donne: etica e valori nello sport, è il tema del convegno, aperto al pubblico, che si terrà venerdì 29 marzo alle 20.45 presso la Sala Carver, al secondo piano del Binario 7 a Monza. L’evento è promosso dalla UPF insieme al Comitato brianzolo della UISP, in collaborazione con altre associazioni e con il sostegno del Comune di Monza.
Lo sport come veicolo di valori etici, come strumento di dialogo e integrazione, di crescita personale e di costruzione di legami. Il tutto declinato al femminile. Questo il filo conduttore e lo spirito del convegno, condotto dalla giornalista di sport Serena Scandolo e da Carlo Chierico, presidente UPF Monza Brianza, che vedrà i contributi di tante donne di sport impegnate in modi differenti nella pratica sportiva, nel territorio brianzolo e su scala nazionale e internazionale, tra cui un contributo della campionessa mondiale e olimpionica Josefa Idem, la donna che in assoluto ha partecipato a più Olimpiadi, mentre apriranno i lavori l’Assessore allo Sport del Comune di Monza Andrea Arbizzoni e la campionessa di sci Claudia Giordani, ora Delegata CONI.
Sono previste le testimonianze di queste atlete: Antonella Mauri, già campionessa europea e mondiale di pattinaggio a rotelle; Vissia Trovato, già campionessa europea e mondiale di pugilato; Francisca Cristina Martinez, allenatrice di una squadra salvadoregna di calcio femminile; Eleonora Bellani e Dalia Saad, giovani atlete della squadra di pallavolo GSO Regina Pacis; Silvia Arnaboldi, atleta e allenatrice sezione atletica leggera della Forti e Liberi; Cecilia Cuscunà e Giulia Valtorta, giocatrici di calcio nella Fiammamonza, Mariza Perucci e alcune giocatrici della Sanfru Basket, sezione baskin (basket inclusivo).
Inoltre domenica 31 marzo dalle 14.30 alle 18.30 si terrà la nuova edizione del Trofeo della Pace al femminile, con il torneo interetnico di pallavolo, che vedrà la partecipazione di 6 squadre formate da ragazze e giovani mamme del territorio, presso la palestra della scuola media Bellani di Monza, con entrata libera dal cancello di via Silvio Pellico.
Per info: Carlo Chierico, tel. 3396438535 mail carlo.chierico@icloud.com
martedì 19 marzo 2019
Dal 21 marzo al giorno del voto esponiamo la bandiera europea
Il Partito Democratico aderisce all’iniziativa lanciata da Romano Prodi di esporre la bandiera europea in tutto il Paese a partire dal 21 marzo e fino alle elezioni europee. Vogliamo coinvolgere le persone in una grande mobilitazione per una nuova Europa più vicina ai bisogni delle persone e quindi più equa e più sostenibile.
“L’Europa si salva se cambia e dobbiamo dare subito un nuovo segnalerivolgendoci ai cittadini in tutto il Paese”, ha detto il Segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti.
“Chiedo a tutti – ha aggiunto – di raccogliere l’appello lanciato da Romano Prodi, di farlo nostro. Noi ci saremo. Nelle Università, nelle scuole, nei mercati, nei posti di lavoro. È una battaglia prima di tutto culturale, perché solo la costruzione di una nuova sovranità e di un’Europa federale potrà difendere la sovranità italiana“.
Il Pd si è già attivato in tutta Italia con banchetti e iniziative.
È già stata inviata una comunicazione ai Segretari regionali, provinciali, alla Federazioni e ai Segretari di circolo per coordinare e moltiplicare iniziative e mobilitazioni in tutto il territorio nazionale.
Ora tocca a tutti noi!
Esponi la bandiera dell’Europa e manda la tua foto a: europa@partitodemocratico.it
“L’Europa si salva se cambia e dobbiamo dare subito un nuovo segnalerivolgendoci ai cittadini in tutto il Paese”, ha detto il Segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti.
“Chiedo a tutti – ha aggiunto – di raccogliere l’appello lanciato da Romano Prodi, di farlo nostro. Noi ci saremo. Nelle Università, nelle scuole, nei mercati, nei posti di lavoro. È una battaglia prima di tutto culturale, perché solo la costruzione di una nuova sovranità e di un’Europa federale potrà difendere la sovranità italiana“.
Il Pd si è già attivato in tutta Italia con banchetti e iniziative.
È già stata inviata una comunicazione ai Segretari regionali, provinciali, alla Federazioni e ai Segretari di circolo per coordinare e moltiplicare iniziative e mobilitazioni in tutto il territorio nazionale.
Ora tocca a tutti noi!
Esponi la bandiera dell’Europa e manda la tua foto a: europa@partitodemocratico.it
domenica 17 marzo 2019
Rigenerare l'ambiente, generare lavoro: se ne parla il 4 aprile a Ronco Briantino
Cambiamenti
climatici e crisi ambientale, sono evidenze che troppo spesso vengono vissute troppo
spesso con atteggiamenti acritici per cui essere pro o contro a prescindere dal
merito delle questioni. Le ripercussioni del nostro agire sull’ambiente sono
così complesse e di una portata così vasta che il semplice tifare per una parte
o l’altra non può portare ad una soluzione.
C’è però un’altra
possibilità davanti ai cori da stadio: parlare
e approfondire. Non è vero che la cura dell’ambiente è una zavorra per
l’economia, né che l’unico modo per inquinare meno sia una “decrescita felice”.
Possiamo generare lavoro, migliorare quelli esistenti, rigenerando l’ambiente.
Le due cose vanno a braccetto. Ma non è facile!
Per
questo, un gruppo di giovani di Ronco Briantino, Bernareggio, Sulbiate, Merate
si sono rivolti all’esperienza di tre persone dalla profonda competenza in
materia di ambiente e lavoro: don Walter Magnoni, responsabile servizio per la
pastorale sociale e del lavoro della Chiesa di Milano; Mauro Gattinoni,
direttore API Lecco e Marco Bentivogli, segretario nazionale FIM-CISL.
Insieme
incontreranno i giovani di questo angolo verde della Brianza per parlare delle
ricadute sociali dello sviluppo sostenibile, delle sfide e opportunità per
imprese e lavoratori.
Quando?
Giovedì 4 aprile, presso il Cineteatro di Ronco Briantino. L’iniziativa è
sostenuta dalle ACLI di Ronco Briantino e Vimercate, dal Comitato Mobilità Ecosostenibile del vimercatese e FIM-CISL. È patrocinata
dai Comuni di Ronco Briantino, Bernareggio, Carnate e Sulbiate.
giovedì 14 marzo 2019
Mozione respinta in commissione trasporti per non ostacolare il lavoro già in corso per il prolungamento delle MM
Gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione Lombardia.
COMUNICATO STAMPA
Metropolitane
PONTI E BUSSOLATI (PD): “BOCCIATA LA MOZIONE CHE FACEVA SOLO PROPAGANDA E NULLA DI CONCRETO PER LA M2”
È finita con una bocciatura la seduta della V Commissione Infrastrutture del consiglio regionale dove si è a lungo discusso della mozione sulla costituzione di un tavolo di lavoro per il prolungamento della linea metropolitana M2 da Cologno Monzese a Vimercate, non senza colpi di scena. La mozione, presentata ancora l’anno scorso dal M5s in Aula e rimandata in Commissione su indicazione dell’assessore regionale ai Trasporti Terzi, è stata via via modificata con l’inserimento nel dispositivo del progetto di prolungamento della M3 fino a Paderno Dugnano.
“La mozione, nata come una richiesta per trovare un punto di incontro sulle varie soluzioni relative al prolungamento della M2, è stata stravolta da aggiunte che ne hanno modificato il senso originario poiché mischia progetti le cui tempistiche di attuazione sono molto diverse – spiega Gigi Ponti, consigliere regionale del Pd –. E i 5 stelle non hanno accettato i nostri emendamenti che avrebbero consentito di rispettare i tempi in modo molto concreto per far giungere al Ministero dei Trasporti la domanda di finanziamento. L’effetto pratico è che ora si ritarda ulteriormente l’approfondimento sullo sviluppo della metropolitana Monza-Vimercate”.
Il consigliere dem Pietro Bussolati aggiunge: “Da tempo siamo impegnati per sostenere il prolungamento delle linee MM nell’area metropolitana. Io stesso sono stato primo firmatario del finanziamento dello studio di fattibilità del prolungamento a Paderno, ma è inaccettabile che le mozioni vengano usate per mettere inconsistenti bandierine politiche quando i gruppi di lavoro già esistono e a giorni ci sarà il nuovo incontro tra azienda e Comuni interessati al progetto M2 fino a Vimercate”.
Per gli esponenti Pd “approvare la mozione avrebbe rischiato di rallentare un lavoro già in corso. Per questo abbiamo proposto senza successo ai cinquestelle di trasformare questa mozione nella costituzione di un gruppo di lavoro trasversale per risolvere i problemi che potrebbero sorgere. Perciò, non ci fermeremo e oggi stesso depositeremo proprio la richiesta del gruppo di lavoro che presidi la realizzazione di infrastrutture importanti per il territorio e accelerino la richiesta di finanziamenti al Governo già promessi e che ora devono essere stanziati per poter inserire le opere nei piani triennali”.
Milano, 14 marzo 2019
COMUNICATO STAMPA
Metropolitane
PONTI E BUSSOLATI (PD): “BOCCIATA LA MOZIONE CHE FACEVA SOLO PROPAGANDA E NULLA DI CONCRETO PER LA M2”
È finita con una bocciatura la seduta della V Commissione Infrastrutture del consiglio regionale dove si è a lungo discusso della mozione sulla costituzione di un tavolo di lavoro per il prolungamento della linea metropolitana M2 da Cologno Monzese a Vimercate, non senza colpi di scena. La mozione, presentata ancora l’anno scorso dal M5s in Aula e rimandata in Commissione su indicazione dell’assessore regionale ai Trasporti Terzi, è stata via via modificata con l’inserimento nel dispositivo del progetto di prolungamento della M3 fino a Paderno Dugnano.
“La mozione, nata come una richiesta per trovare un punto di incontro sulle varie soluzioni relative al prolungamento della M2, è stata stravolta da aggiunte che ne hanno modificato il senso originario poiché mischia progetti le cui tempistiche di attuazione sono molto diverse – spiega Gigi Ponti, consigliere regionale del Pd –. E i 5 stelle non hanno accettato i nostri emendamenti che avrebbero consentito di rispettare i tempi in modo molto concreto per far giungere al Ministero dei Trasporti la domanda di finanziamento. L’effetto pratico è che ora si ritarda ulteriormente l’approfondimento sullo sviluppo della metropolitana Monza-Vimercate”.
Il consigliere dem Pietro Bussolati aggiunge: “Da tempo siamo impegnati per sostenere il prolungamento delle linee MM nell’area metropolitana. Io stesso sono stato primo firmatario del finanziamento dello studio di fattibilità del prolungamento a Paderno, ma è inaccettabile che le mozioni vengano usate per mettere inconsistenti bandierine politiche quando i gruppi di lavoro già esistono e a giorni ci sarà il nuovo incontro tra azienda e Comuni interessati al progetto M2 fino a Vimercate”.
Per gli esponenti Pd “approvare la mozione avrebbe rischiato di rallentare un lavoro già in corso. Per questo abbiamo proposto senza successo ai cinquestelle di trasformare questa mozione nella costituzione di un gruppo di lavoro trasversale per risolvere i problemi che potrebbero sorgere. Perciò, non ci fermeremo e oggi stesso depositeremo proprio la richiesta del gruppo di lavoro che presidi la realizzazione di infrastrutture importanti per il territorio e accelerino la richiesta di finanziamenti al Governo già promessi e che ora devono essere stanziati per poter inserire le opere nei piani triennali”.
Milano, 14 marzo 2019
lunedì 11 marzo 2019
Sui diritti delle donne e degli omosessuali, non un passo indietro!
Il 29 marzo si aprirà a Verona il tredicesimo congresso organizzato da associazioni anti-femministe, il World Congress of Familie (Congresso Mondiale delle Famiglie).
L'evento è pensato, organizzato e indirizzato a estremisti religiosi, anti-abortisti, anti-divorzisti, anti-femministi ed attivisti contro i diritti delle persone omosessuali.
Nel manifesto dell'evento è chiaramente visibile il patrocinio della Regione Veneto e del Ministero della Famiglia oltre al logo della Presidenza del Consiglio.
Fra i relatori del Congresso spiccano il Ministro dell’Interno Matteo Salvini e il Ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana oltre al presidente moldavo Igor Dodon, il ministro per la Famiglia ungherese Katalin Novak, il Patriarca della Chiesa Cattolica sira e Theresa Okafor, attivista nigeriana che nel 2014 voleva criminalizzare, e rendere reato, le relazioni tra persone dello stesso sesso, le effusioni in pubblico delle stesse coppie e addirittura frequentare locali e associazioni gay.
C’è poi Lucy Akello, che ha sostenuto la legge ugandese antigay, che prevedeva l’ergastolo o la pena di morte per gli omosessuali.
Qui puoi leggere le loro posizioni, tratte da fonti attendibili https://verona.wtf/it/
Diamo una mano a chiedere la revoca dei patrocini, firma qui https://go.allout.org/it/a/wcf-verona/.
La prossima volta che deciderai di esprimere il tuo voto ricordati delle posizioni espresse dai partiti di governo.
L'evento è pensato, organizzato e indirizzato a estremisti religiosi, anti-abortisti, anti-divorzisti, anti-femministi ed attivisti contro i diritti delle persone omosessuali.
Nel manifesto dell'evento è chiaramente visibile il patrocinio della Regione Veneto e del Ministero della Famiglia oltre al logo della Presidenza del Consiglio.
Fra i relatori del Congresso spiccano il Ministro dell’Interno Matteo Salvini e il Ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana oltre al presidente moldavo Igor Dodon, il ministro per la Famiglia ungherese Katalin Novak, il Patriarca della Chiesa Cattolica sira e Theresa Okafor, attivista nigeriana che nel 2014 voleva criminalizzare, e rendere reato, le relazioni tra persone dello stesso sesso, le effusioni in pubblico delle stesse coppie e addirittura frequentare locali e associazioni gay.
C’è poi Lucy Akello, che ha sostenuto la legge ugandese antigay, che prevedeva l’ergastolo o la pena di morte per gli omosessuali.
Qui puoi leggere le loro posizioni, tratte da fonti attendibili https://verona.wtf/it/
Diamo una mano a chiedere la revoca dei patrocini, firma qui https://go.allout.org/it/a/wcf-verona/.
La prossima volta che deciderai di esprimere il tuo voto ricordati delle posizioni espresse dai partiti di governo.
domenica 10 marzo 2019
A pranzo con l'Europa
Da Bruxelles a Varedo con l'europarlamentare Brando Benifei: pranzo di autofinanziamento del circolo del Partito Democratico di Varedo sabato 16 marzo 2019 ore 13.
L'Europa deve essere una opportunità per i giovani e per l'economia brianzola.
Si avvicinano le elezioni europee iniziamo a confrontarci per UNA NUOVA EUROPA e vogliamo iniziarlo a fare con un giovane Europarlamentare.
Rifletteremo insieme su una riforme delle politiche e delle istituzioni europee, sulle buone pratiche nell’utilizzo dei fondi europei per i comuni e per le aree dismesse come l'area snia
Costo 25 € a testa, per gli under 25 solo 15 € a testa!
Vi aspettiamo!
L'Europa deve essere una opportunità per i giovani e per l'economia brianzola.
Si avvicinano le elezioni europee iniziamo a confrontarci per UNA NUOVA EUROPA e vogliamo iniziarlo a fare con un giovane Europarlamentare.
Rifletteremo insieme su una riforme delle politiche e delle istituzioni europee, sulle buone pratiche nell’utilizzo dei fondi europei per i comuni e per le aree dismesse come l'area snia
Costo 25 € a testa, per gli under 25 solo 15 € a testa!
Vi aspettiamo!
sabato 9 marzo 2019
Una piuma sul baratro: maratona di poesia
A Milano, il 16 e 17 marzo, al Teatro Edi Barrio’s e Barrio’ s Live, una nuova edizione
speciale de la Piuma sul baratro; 27 ore ininterrotte di poesia e arte per scongiurare la
chiusura di Radio Radicale (e consentire, quindi, il proseguimento delle dirette
parlamentari), a cura di Massimo Silvotti e Sabrina De Canio, rispettivamente direttore e
direttrice didattica del Museo della Poesia di Piacenza, e con la collaborazione di Mauro
Toffetti, poeta e trait d’union con la Radio. La manifestazione, che per caratterizzazione
qualitativa e durata non ha eguali nel panorama poetico e artistico internazionale, in
questa nuova edizione si arricchisce di nuovi ed inediti significati. E’ la prima volta,
credo, che la polis chieda aiuto alla poesia e all’arte. E’ questo aspetto, estremamente
simbolico, che mi ha fatto decidere di accettare una sfida così peculiare per valori
espressi e complessità organizzative, ha commentato Massimo Silvotti. Centoquaranta
poeti, musicisti, artisti e performer di fama anche internazionale, tutti accomunati, per
una volta, dalla volontà di privilegiare l’ascolto, anziché la propria auto referenzialità
artistica. Anche qui, come si vede, sono numerose le affinità tra la Piuma sul baratro
(ideata nel 2016 dallo stesso Silvotti e inserita nella cornice del Realismo terminale) e il
ruolo giocato in tanti anni da Radio Radicale. La Poesia e l’Arte semplicemente non
potrebbero esistere senza la necessaria libertà espressiva; così come la democrazia, la
quale non potrebbe sussistere senza le voci degli altri da sé. Non sappiamo se questa
originale manifestazione contribuirà veramente a scongiurare la chiusura di una Radio
che ha fatto del Servizio Pubblico il proprio imperativo morale, ma invitiamo a riflettere
sul senso di una operazione culturale, la quale mette al centro del proscenio politico, il
coraggio e la generosità della Poesia, quale baluardo di democrazia. A pensarci bene la
Piuma sul baratro è quasi un ossimoro che fotografa assai bene l’eterna transizione della
nostra cara democrazia; tanto più la Piuma si trova nei pressi di un baratro, tanto
maggiore essa stessa trova dentro di sé, l’orgoglio per ritornare a volare.
la locandina dell'evento di sabato 16 marzo a Milano |
martedì 26 febbraio 2019
Combattere gli stereotipi di genere fin dalla scuola
La discriminazione di genere è fondata sugli stereotipi, e gli stereotipi vivono nella trasmissione alle nuove generazioni, rinascono e si rigenerano nel continuo dare per scontati dei ruoli associati al genere. Questo testo, di un libro di seconda elementare, dice molto sul lavoro da fare che, oltre a partire dagli insegnanti, dovrebbe passare anche dalla scelta dei messaggi da veicolare negli esercizi scolastici.
martedì 8 gennaio 2019
Più Erasmus per tutti i futuri cittadini europei
Dati da cambiare: la generazione Erasmus non fa l'Erasmus. Occorre investire maggiormente negli scambi culturali alle scuole superiori, negli scambi universitari Erasmus e non, nel servizio civile europeo per permettere a tutti di maturare con una piena consapevolezza del proprio essere cittadini europei. Incontrare i propri coetanei di altri Paesi, imparare a contare sulle proprie risorse, prendere in considerazione l'idea di avere degli amici "solo per un po' ", studiare le lingue fuori dai libri ma la cosa più bella, abituarsi al suono di sottofondo in ogni luogo pubblico di una lingua non propria: credo siano esperienze bellissime che tutti dovrebbero avere l'opportunità di vivere per crescere. Vivere all'estero per un po' aiuta a capire quanto è piccolo il proprio posto nel mondo, quanto è limitato il proprio punto di vista, quanto è chiuso lo schema da cui proveniamo. Credo che quando critichiamo i giovani bamboccioni o i neet, quando ci sono mamme chioccia convinte che il proprio figlio a 30 anni non sia in grado di mettersi su un piatto di pasta o giovani poco più che ventenni rilasciare dichiarazioni di identità definite basate sulla propria origine geografica (generalmente regionale o provinciale) dovremmo tutti capire che per rafforzare l'identità europea è indispensabile che le persone imparino a vedere orizzonti là dove un pezzo ben costituito del nostro provincialismo cerca di vedere muri. Spero che tutti i giovani di domani possano avere sempre lo sguardo pieno di sogni e lo zaino pronto, e gli strumenti per scegliere guardando sempre da più punti di vista lo stesso fenomeno.
lunedì 7 gennaio 2019
Se fosse tuo figlio
Se fosse tuo figlio…
Se fosse tuo figlio
riempiresti il mare di navi
di qualsiasi bandiera.
Vorresti che tutte insieme
a milioni
facessero da ponte
per farlo passare.
Premuroso,
non lo lasceresti mai da solo
faresti ombra
per non far bruciare i suoi occhi,
lo copriresti
per non farlo bagnare
dagli schizzi d’acqua salata.
Se fosse tuo figlio ti getteresti in mare,
te la prenderesti con il pescatore che non presta la barca,
urleresti per chiedere aiuto,
busseresti alle porte dei governi
per rivendicare la vita.
Se fosse tuo figlio oggi saresti a lutto,
anche a rischio di odiare il mondo,
i porti pieni di navi attraccate.
e chi le tiene ferme e lontane
e chi, nel frattempo
sostituisce le urla
con acqua di mare.
Se fosse tuo figlio li chiameresti
vigliacchi disumani, gli sputeresti addosso.
Dovrebbero fermarti, tenerti, bloccarti
perché una rabbia incontrollata potrebbe portarti
a farli annegare tutti nello stesso mare.
Ma stai tranquillo, nella tua tiepida casa
non è tuo figlio, non è tuo figlio.
Puoi dormire tranquillo
E sopratutto sicuro.
Non è tuo figlio.
È solo un figlio dell’umanitá perduta,
dell’umanità sporca, che non fa rumore.
Non è tuo figlio, non è tuo figlio.
Dormi tranquillo, certamente
non è il tuo.
(S. Guttilla)
Se fosse tuo figlio
riempiresti il mare di navi
di qualsiasi bandiera.
Vorresti che tutte insieme
a milioni
facessero da ponte
per farlo passare.
Premuroso,
non lo lasceresti mai da solo
faresti ombra
per non far bruciare i suoi occhi,
lo copriresti
per non farlo bagnare
dagli schizzi d’acqua salata.
Se fosse tuo figlio ti getteresti in mare,
te la prenderesti con il pescatore che non presta la barca,
urleresti per chiedere aiuto,
busseresti alle porte dei governi
per rivendicare la vita.
Se fosse tuo figlio oggi saresti a lutto,
anche a rischio di odiare il mondo,
i porti pieni di navi attraccate.
e chi le tiene ferme e lontane
e chi, nel frattempo
sostituisce le urla
con acqua di mare.
Se fosse tuo figlio li chiameresti
vigliacchi disumani, gli sputeresti addosso.
Dovrebbero fermarti, tenerti, bloccarti
perché una rabbia incontrollata potrebbe portarti
a farli annegare tutti nello stesso mare.
Ma stai tranquillo, nella tua tiepida casa
non è tuo figlio, non è tuo figlio.
Puoi dormire tranquillo
E sopratutto sicuro.
Non è tuo figlio.
È solo un figlio dell’umanitá perduta,
dell’umanità sporca, che non fa rumore.
Non è tuo figlio, non è tuo figlio.
Dormi tranquillo, certamente
non è il tuo.
(S. Guttilla)
giovedì 3 gennaio 2019
Sintesi della mozione Martina-Richetti: fianco a fianco, diversamente
10 PROPOSTE PER CAMBIARE IL PD #DIVERSAMENTE
1. 2/3 liste nazionali scelti dal territorio, albo degli elettori e Primarie.
2. Referendum tra gli iscritti e conferenza programmatica annuale.
3. Piattaforma digitale di partecipazione.
4. Erasmus per giovani democratici e scuole di formazione per tutti.
5. Direzione nazionale eletta al 50% dai territori.
6. La metà del 2x1000 al PD dei territori.
7. Progetti di comunità e innovazione dei luoghi idea(li) per i circoli.
8. Conferenza nazionale delle donne.
9. Un segretario che fa solo il segretario e Governo ombra per l’alternativa.
10. Via alla conferenza dei democratici italiani.
NOI E L’ITALIA
1. Dobbiamo raccogliere il forte messaggio arrivato dalla nostra ultima manifestazione di Piazza del Popolo: una richiesta di unità, apertura e cambiamento del Partito Democratico, per essere l’alternativa forte alla deriva che il Paese sta rischiando con entrambe le forze nazional-populiste.
2. Un cambiamento che non è un giudizio sul passato ma un passo decisivo per andare incontro al
futuro, senza rinnegare i principi affermati nella nostra azione di governo ma ridiscutendo con coraggio gli strumenti messi in campo.
3. Sarà necessario promuovere un governo ombra aperto alla società e ai soggetti disponibili a costruire un’alternativa autorevole e visibile al governo 5 Stelle-Lega e una costituente di tutti i democratici e i riformisti italiani unendo le loro energie. Partire dal Partito democratico per arrivare ai democratici. Questo lavoro dovrà svilupparsi anche in Europa a partire dalla famiglia socialista.
4. Vogliamo costruire un partito che sappia essere, ovunque, incubatore di civismo e di cittadinanza attiva a partire dai bisogni di chi ha di meno. Un partito forte delle sue radici nei principi scolpiti nella Costituzione della Repubblica nata dalla Resistenza.
NOI E IL MONDO
1. “Dobbiamo essere idealisti senza illusioni” (J.F.Kennedy)
2. Dobbiamo innovare, non guardare indietro. Siamo di fronte ad una crisi di valori. Il rapporto tra persone è vissuto come un ostacolo.
3. Si è creato un Quinto Stato, sempre più ampio fatto di persone che vivono nella precarietà di diritti e tutele.
4. Proteggere la democrazia vuol dire anche innovare i corpi associativi intermedi in modo che lo “sciame digitale” che si è sviluppato con internet e i social network si faccia massa capace di incidere sulle scelte per il proprio futuro.
5. Da un’epoca di slegatura dobbiamo passare ad una di stagione di rilegatura sapendo che lo spazio pubblico è la risorsa per vita di relazione di una società. Vogliamo costruire una società pienamente generativa.
IL NOSTRO RIFORMISMO RADICALE
1. UN PARTITO CHE SI BATTE PER L’UGUAGLIANZA
Per tutti: il cuore del nostro impegno deve ripartire dal rendere universale ciò che è solo per
qualcuno. Oggi, in Italia, la lotta alle disuguaglianze e la difesa delle classi medie passa
soprattutto dal contrasto a tre grandi fratture: generazionale, di genere, e territoriale.
Per i giovani proponiamo: «credito giovani», un conto individuale vincolato, utilizzabile da chi diventa maggiorenne; abolizione stage o tirocini non retribuiti; intendiamo introdurre un compenso minimo anche per i praticanti nelle professioni e incentivi per il loro inserimento.
Per noi il primo punto delle politiche di genere è il tema del lavoro, come strumento di emancipazione delle donne da una persistente discriminazione che obbliga a decidere tra carriera e maternità. Una delle nostre priorità è quella di portare avanti una lotta senza quartiere alla violenza sulle donne, a partire dal rafforzamento dei centri anti-violenza ovunque sul territorio.
E ancora: sostegno per il Sud; rafforzamento del Reddito d’Inclusione; metodologie innovative e partecipative per la scuola; unica imposta su tutti i redditi realmente progressiva; minimun tax sugli utili prodotti dalle multinazionali estere; rivoluzione del sostegno alle famiglie con figli attraverso l’erogazione di un unico assegno universale; aumento dell’indennità in base ai bisogni effettivi delle persone non autosufficienti, introducendo sia un assegno di cura sia un budget di cura, favorendo così il riconoscimento professionale e la regolarizzazione degli assistenti familiari; un piano nazionale sulle liste d’attesa prevedendo, tra l’altro, l’aumento del numero dei professionisti dove c’è maggiore criticità e possibilità di visita sette giorni su sette.
2. UN PARTITO ECOLOGISTA
Dobbiamo mettere urgentemente al centro della nostra agenda la rapida transizione verso uno sviluppo sostenibile, un principio che crediamo debba entrare anche in Costituzione.
È cruciale assumere l’obiettivo di zero emissioni di gas serra entro il 2045, lavorando per il taglio delle emissioni del 60% entro il 2030, partendo dalla produzione e dall’uso dell’energia pulita e dall’efficienza energetica.
Per il futuro, è necessario immaginare e progettare una nuova stagione infrastrutturale che si
fondi su tre grandi assi: quello ferroviario, quello marittimo e quello ciclabile.
3. UN PARTITO EUROPEISTA
Si tratta di costruire una nuova sovranità intorno a temi strategici che non avranno soluzione se
non a livello sovranazionale.
Serve un Presidente eletto dai cittadini europei, un Parlamento che legifera, strumenti di partecipazione permanenti, un budget a gestione politica che completi l’unione monetaria con un’unione fiscale.
Vogliamo costruire gli Stati Uniti d’Europa.
4. UN PARTITO DEL LAVORO CHE CAMBIA
Non c’è futuro per un Paese che spende più per interessi sul debito che in istruzione. Dobbiamo rendere meno costoso il lavoro di qualità, con un taglio del cuneo contributivo sul tempo indeterminato di almeno 4 punti (per una riduzione di circa il 12 percento).
Dobbiamo gestire le transizioni da un’occupazione all’altra, con una rete di welfare 4.0 in cui far
confluire in maniera integrata e personalizzata tutte le politiche attive e passive.
Dobbiamo introdurre un salario minimo legale e una legge sulla rappresentanza per contrastare il dumping salariale.
Ci impegniamo a implementare l’equo compenso per il lavoro autonomo.
Vogliamo potenziare i meccanismi strutturali di sostegno alla partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa attraverso il principio della co-gestione aziendale.
5. UN PARTITO CHE SI BATTE PER LA DEMOCRAZIA
È di fondamentale importanza il riordino dei tributi e l’istituzione della «local tax» rivendicata
dai comuni. Occorre poi una «Carta delle autonomie» che ridefinisca in modo organico il rapporto fra gli enti costitutivi della Repubblica.
Siamo contro il disegno di legge Pillon perché è retrogrado e punitivo nei confronti delle donne e tratta i minori come pacchi postali.
Il nostro riformismo radicale vede nella legalità, nel garantismo e nella lotta alle mafie i cardini della propria azione.
Se si vogliono prevenire femminicidio, reati ai danni di soggetti deboli, reati ambientali, truffe
ai danni di anziani e famiglie e morti sul lavoro occorre incentrare una riforma penale
radicale che faccia perno sulla prevenzione prima ancora che sulla repressione.
Aveva ragione il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa quando diceva che per sconfiggere
le mafie bisogna dare come “diritto” ciò che esse offrono come “favore”.
Per noi, chi nasce e studia in Italia è italiano.
L’immigrazione non è un’invasione da bloccare ma una risorsa da governare. Per questo proponiamo di cancellare la legge Bossi-Fini e il decreto Salvini, per scrivere un nuovo testo unico sull’immigrazione, gestendo le migrazioni anche per ragioni economiche governando un sistema nazionale di accoglienza integrata per l’autonomia.
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