martedì 13 agosto 2013

Il decreto legge per la prevenzione del femminicidio: un primo step di un lungo percorso

Giovedì scorso 8 agosto è stato varato dal governo il decreto legge per la lotta alla violenza sulle donne e la prevenzione del femminicidio. Importantissimo passo nella direzione giusta. Certo rimane molto da fare, ma le misure varate se applicate correttamente segneranno una svolta nella gestione dei casi di violenza, stalking e reati connessi sia da parte delle forze dell'ordine, sia da parte dei tribunali.
Vediamo insieme i punti principali.

Allontanamento del coniuge violento dall'abitazione: importantissimo elemento, perché previene innanzitutto la possibilità che sia la donna a dover essere allontanata dalla propria casa, dai propri legami e dai propri affetti se vittima di violenza. Non era scontato prima di adesso, molte volte l'uomo violento faceva leva giuridica sulla proprietà o meno della casa che non è rilevante ai fini della protezione della vittima di una reato. Un caso come questo per esempio si sarebbe risolto con largo anticipo dopo l'introduzione di questo decreto, mentre la donna in oggetto è stata sottoposta a 2 anni di vessazioni prima di ottenere dal giudice l'allontanamento del coniuge.

Non revocabilità della querela: importantissima, perché molte volte la vittima dopo aver sporto querela veniva pressata da famigliari (anche propri, non solo dell'(ex) coniuge) per ritirare la querela, e non ricevendo protezione alcuna alla fine doveva cedere ai ricatti. Importantissimo quindi che famigliari, vicini di casa e varie personalità che assolvono al ruolo di "consiglieri" più o meno graditi nella vita di un individuo siano messi di fronte al reato e al fatto che il reato esiste e non può essere "negato". Non può essere negato né giuridicamente né umanamente perché vi è una denuncia, non revocabile, che prova l'esistenza del fatto. Pensiamo per esempio al caso allucinante di Rosaria Aprea, la ventenne picchiata dal fidanzato che voleva perdonarlo e il cui avvocato ha dovuto rinunciare alla difesa perché la ragazza, nonostante le ripetute violenze subite e nonostante fosse finita in ospedale in fin di vita, non voleva portare avanti la denuncia. 

Assistenza legale gratuita alle vittime indipendentemente dal reddito: fondamentale, innanzitutto perché molte donne hanno un reddito personale diverso da quello dichiarato nella dichiarazione dei redditi famigliare o congiunta che può dipendere in larga parte dal reddito del marito, e poi perché un avvocato che difende una donna vittima di violenza deve portare avanti la causa per passione e non in base a quanto viene pagato.

Obbligo di arresto per i colpevoli colti in flagranza di reato: anche questo un passaggio fondamentale su cui però fa fatto un appunto, cioè che è indispensabile formare adeguatamente le forze dell'ordine, per far sì che non rimanga solo sulla carta. Forze dell'ordine non reperibili, che non rispondono al telefono o ai centralini, che una volta arrivati sul luogo del reato fanno ambigui e spesso dilettanteschi tentativi di improvvisarsi psicologi vanno assolutamente evitati e prevenuti.

Corsia preferenziale nei tribunali per questo tipo di processi e carcere per l'uomo violento: assolutamente utile a prevenire casi come quello di questa trentaquattrenne campana in cui un processo durato 3 anni non si è ancora concluso in quanto pende il ricorso in cassazione, e nello stesso tempo la vittima è stata uccisa dall'ex lasciato in libertà. Non si può lasciare in libertà un uomo che minaccia di uccidere una donna prima di aver fatto un adeguato percorso psicologico di cura e un adeguato percorso di consapevolezza a cui partecipino anche i famigliari che dovessero in qualche modo dimostrarsi non collaborativi nell'inchiesta o omertosi.

Una volta superato lo step dell'analisi degli elementi positivi di questo decreto, urge una riflessione. Perché si vada verso una società in cui ci siano sempre meno delitti di questo tipo, e più rispetto per la persona. Ognuno di noi, nell'osservare gli altri, prima di giudicare le vite altrui, prima di scadere nel gossip e nello stereotipo, ognuno di noi uomo o donna che sia dovrebbe chiedersi: cosa posso fare io per migliorare questa società che va verso la follia? Da cosa sono causati tutti questi delitti, perché l'uomo non è in grado di accettare il rifiuto e perché la donna che vuole essere amata e avere una vita felice viene spesso lasciata sola anche dai famigliari, dalla madre, dalle sorelle, dalle amiche, che antepongono il proprio quieto vivere e il perbenismo borghese dell'apparenza alla felicità di una persona a cui dicono di voler bene? Allora cominciamo noi, uno per uno, a parlare alle madri, che non educhino i figli ad essere serviti e riveriti e le figlie a comportarsi da serve. Parliamo alle vecchie signore, spiegando che invidiare l'emancipazione delle giovani donne non è la risposta, che il fatto che le donne in passato abbiano sempre subito di buon grado il ruolo imposto dalla società patriarcale non è motivo per cui questo debba accadere anche in futuro. Educhiamo i bambini, perché non giochino con le armi da quando sono piccoli, e i preadolescenti, perché non considerino "debole" il maschio che non dimostra la propria virilità in modo eccessivo e plateale utilizzando eslcusivamente la forza fisica come metro di paragone con l'altro. Facciamolo noi, io, tu che leggi, parliamone apertamente quando sentiamo discorsi assurdi da parte di colleghi e vicini di casa come "è una donna quindi...". Non facciamoci fermare dal fatto che temiamo che l'altro possa non capire. Probabilmente non capirà subito, ma si accenderà una piccola lampadina nella sua mente e avrà un altro punto di vista a disposizione nel momento in cui nella sua cerchia di amici e conoscenti entrerà in contatto con una donna vittima di comportamenti violenti di qualsiasi genere. E piano piano, sforziamoci di spiegare anche a chi non capisce che "nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà" non è e non deve essere una condanna all'ergastolo. Innanzitutto, il giuramento ufficiale con tanto di carte firmate non serve all'amore e non sancisce la durata effettiva del contratto perché l'impegno verso l'altro può essere solo un impegno RECIPROCO rinnovato quotidianamente, ma comunque la violenza non fa parte della cattiva sorte né della povertà, se mai fa parte della MALATTIA e come malattia psichica va curata. Ma come tutte le malattie, per essere curata deve essere  prima di tutto diagnosticata quindi negare l'esistenza del problema non è comunque una soluzione rispettosa neanche dei più estremi casi di bigottismo. La religione può essere se mai uno strumento per rendere l'uomo più felice e più in pace con se stesso, quindi se un uomo è psichicamente malato e soffre di disturbi da curare, probabilmente non sta vivendo una vita felice. Rieducarlo all'indipendenza e anche a rimanere solo è quindi un fatto estremamente positivo. Significa far capire all'uomo che può vivere senza quella donna, che può ricostruirsi una vita anche se non avrà accanto una compagna e che non vi è alcun disonore in questo. Così come nell'amore non vi è alcun possesso. Non si ama qualcosa perché la si possiede, si possiede un oggetto. Neppure un animale si può possedere, se mai ci fa compagnia. Figuriamoci una donna o un uomo. Proviamo, tutti noi che sappiamo che l'amore non è possesso e che la donna e l'uomo hanno pari diritto di scegliere come vivere la propria vita, a trasmettere questa nostra consapevolezza agli altri. All'amica quando ci chiede un consiglio, perché non sa come spiegare al proprio compagno che le faccende di casa sono compito di entrambi e che non vuole finire a fare la serva a vita. All'insegnante di scuola media che insinua una colpa nell'alunno che va a scuole vestito di rosa: "un po' se le cerca". Alla donna d'altri tempi che di fronte a una fanciulla in minigonna se ne esce con "se va in giro così, poi la stuprano". Alla donna incinta dopo un mese e mezzo che conosce un uomo che si sposa perché la famiglia glielo chiede. Proviamo a parlarne, a insinuare in queste persone il dubbio che il loro ruolo potrebbe aiutare la felicità di queste persone oppure determinarne la disperazione. Non ci costa molto in termini di tempo, ma semplicemente parlando e NON TACENDO abbiamo una grandissima possibilità di migliorare questa terribile situazione che si è creata nel nostro paese. Meglio una discussione in più e una vittima in meno.



lunedì 12 agosto 2013

gli F35, i loro innumerevoli problemi e gli incendi in Sardegna

Dunque facciamo un po' il punto della situazione F35, visto che la decisione sull'acquisto è ormai ufficialmente rimandata di 6 mesi. Che non significa che ci sarà automaticamente un acquisto, come molti giornali hanno riportato negli ultimi giorni, né tanto meno che l'acquisto sarà di 90 unità come in precedenza programmato.

La domanda che mi pongo, seriamente, è: non sarebbe meglio acquistare dei Canadair da destinare ai vigili del fuoco, piuttosto che investire tanti soldi in aerei inutili? 

Gli F-35B mi sembra di capire che abbiano seri problemi tecnici, se non sbaglio il famoso fatto che hanno un problema quando vengono colpiti dai fulmini? Ma sono gli unici compatibili con il ponte di volo della nostra portaerei, la Cavour, quindi se non vanno bene quelli non vorrei che poi comprassero gli altri che verrebbero comunque "prestati", per il trasporto, a portaerei altrui presumibilmente tedesche. Anche perché ho letto che in condizioni di clima caldo-umido (quando mai si combattono guerre in Islanda) gli aerei non posso atterrare su quel ponte di volo senza prima aver sganciato il materiale bellico (missili, bombe e pure il carburante), il che vuol dire che devono per forza sganciare tutte le bombe prima di tornare indietro? Cioè così a caso? Per non parlare dell'eventuale spreco di carburante?
E poi la seconda portaerei che abbiamo, la Garibaldi, quella più vecchia, non supporta proprio questi aerei.
Ma se proprio vogliamo spendere soldi per comprare aerei non si potrebbe:
1) comprare aerei per i vigili del fuoco per spegnere gli incendi, guardiamo cosa sta succedendo in Sardegna.
2) comprare degli aerei che siano adatti sia per la difesa sia per gli aiuti umanitari, cioè che possano anche portare e sganciare le derrate alimentari dall'alto? 
Intanto per fortuna hanno sospeso e rimandato l'inaugurazione dell'impianto di assemblaggio degli F35 di Cameri (Novara). Vediamo cosa succederà ad ottobre.

Ma intanto, non stiamo a guardare quello che sta succedendo in Sardegna. Cerchiamo delle soluzioni per quegli incendi, soluzioni di prevenzione ma anche e soprattutto investimenti in velivoli adatti a spegnere gli incendi quando serve, sono sicura che sarebbero soldi ben spesi e che i cittadini sardi ringrazierebbero.Al momento la Sardegna ha a disposizione 2 Canadair, è vergognoso considerato l'alto rischio di incendi di quella zona e le grandi distanze da coprire, tutti i territori abbandonati dell'entroterra, il vento estivo e tutti gli altri fattori ben conosciuti da chi si occupa, o dovrebbe occuparsi, di questa emergenza. Sarebbe il caso di affrontare questo problema degli incendi sotto forma di prospettiva futura di gestione del problema invece che sottoforma di emergenza che si ripete di anno in anno.

domenica 30 giugno 2013

Perché sosterrò Civati al congresso del PD

Visto che di questi tempi il web pullula di articoli che danno il congresso del PD come qualcosa di già stabilito, in cui i 2 possibili vincitori sono già scritti, ho ritenuto utile spiegare la mia scelta anche a chi non mi conosce.
Il PD ha bisogno di rinnovamento. Di un rinnovamento vero, profondo, di sinistra, e ha anche di ringiovanirsi.
Quindi la prima caratteristica indispensabile che dovrà avere il nuovo segretario del PD è quella è essere una persona giovane. Non è vero che l'età non conta in queste cose, perché soprattutto quando si parla di lavoro solo una persona giovane può capire davvero come funziona il nuovo mondo del lavoro. Perché ha contatti diretti e veri, non formali, con i propri coetanei, e può capire più da vicino quali sono le problematiche da affrontare e i nodi da risolvere. E perché il mondo del lavoro sta cambiando con una velocità impressionante anche per chi ci è dentro, e chi non ne fa parte da decenni in modo attivo e partecipe ha sicuramente delle difficoltà a entrare nel nuovo sistema in modo concreto.
Inoltre aggiorna ogni giorno e più volte al giorno il suo blog, con cui ci rende partecipi dell'attività parlamentare e degli sviluppi interni al PD, il tutto senza la mediazione dei giornalisti e dei media ma in modo assolutamente diretto. E' fondamentale in un periodo come questo dove molte riviste riportano punti di vista solo di parte e su molti quotidiani (sia online sia cartacei) ritrovo sempre e solo informazioni approssimative, superficiali e ogni volta da riverificare.
In pratica, se dovessi farmi un'idea della politica in base a quello che leggo ogni giorno sulle varie testate giornalistiche, mi farei un'idea spesso imprecisa quando non proprio di parte. Altrimenti, mi tocca ogni volta andare a ricercare le fonti una ad una o confrontare più testate, cosa che però non tutti abbiamo il tempo di fare. Leggendo direttamente da una parlamentare quello che sta succedendo, si saltano tutti gli step intermedi e si ha la certezza che l'informazione che arriva è corretta. Certo se i media fossero gestiti da professionisti dell'informazione seri e preparati, non sarebbe necessario, ma purtroppo ultimamente è necessario.
Ho avuto modo di leggere un libro che aveva pubblicato in tempi non sospetti, "Il manifesto del partito dei giovani" che già nel lontano 2011 delineava un futuro interessante per il PD.
Da domani esce nelle librerie il suo nuovo libro qui recensito, che leggerò a breve e che vi invito a leggere.

Quindi vorrei fare un sunto delle motivazioni per cui sceglierò Civati al congresso del PD:

- giovane età con conseguente conoscenza effettiva del cambiamento in atto nel mondo del lavoro
- conoscenza pratica del modo migliore di utilizzare internet e i social network senza averne paura ma come strumento utile e irrinunciabile di propaganda ma anche per creare occasioni di aggregazione come il politicamp di reggio emilia previsto per il prossimo weekend
- idee programmatiche espresse nel libro del 2011 "Il manifesto del partito dei giovani"
- chiarezza nella comunicazione costante agli elettori o potenziali tali attraverso il blog, comunicazione continua che non viene mai a mancare su quasi tutti gli argomenti del dibattito politico in corso
- capacità di opporsi direttamente e apertamente alle scelte del partito quando queste non sono in linea con la campagna elettorale
- volontà di confronto diretto con gli elettori non solo via web ma anche per strada e anche quando adirati senza la frapposizione di innumerevoli filtri 
- ci darà la possibilità di recuperare alcune parti dell'elettorato disperse, cioè una parte dell'elettorato che è già migrata a grillo, una parte che ora minaccia di votare Sel la prossima volta perché questo PD ha fatto l'inciucio, e tutta l'area che era pro-Rodotà e che ora guarda con sospetto ai 101 che non sono mai usciti allo scoperto e si chiede perché ci ritroviamo ancora Napolitano
- la cosa più importante: da tutto ciò che esprime attraverso i mezzi di comunicazione a disposizione, appare una forma mentis chiaramente di sinistra e laica, senza ombra di dubbio e senza possibilità di equivoco.

Vogliamo dare una svolta a questo PD?

domenica 23 giugno 2013

L'istruzione dimenticata.

Ottima iniziativa di un gruppo del PD lombardo di scrivere una lettera ad Epifani per chiedergli di prestare più attenzione alla tematica della scuola e alla formazione, uno dei temi cruciali per il futuro del nostro paese, individuando all'interno del PD una figura competente a cui affidare la responsabilità dell'istruzione e della formazione.
"Il Partito Democratico ha bisogno di avere al suo interno un punto di riferimento certo per tutti i temi che riguardano l’istruzione e la formazione. Sarà altrimenti difficile dare il nostro contributo al necessario lavoro di rinnovamento della scuola italiana. E se oggi perdiamo di vista la centralità di questo tema, saremo poco credibili quando domani ci presenteremo agli elettori dicendo che per noi democratici la scuola è davvero importante"
Il testo completo della lettera è disponibile qui: Caro Epifani, e la scuola?
Un appello che sottoscrivo appieno.

martedì 18 giugno 2013

Quanta democrazia!

La vicenda della Gambaro sta dimostrando per l'ennesima volta, se ce ne fosse bisogno, la vera natura del Movimento 5 stelle. L'assoluta incapacità di tollerare le critiche altrui, di rispettare le opinioni diverse, seppur espresse con una professionalità e un tono rispettoso che il 90% degli elettori di quel movimento non saprebbe mai adottare. Cosa che già si era intuita in campagna elettorale con i casi Salsi e Favia, ma probabilmente chi li aveva scelti e ci aveva creduto pensava che ad un certo punto il movimento potesse "crescere". Passare dalla fase adolescenziale alla fase adulta insomma. Invece no, continuano su questa strada, quella di mettere alla gogna chi non dice signorsì al grande capo. Vediamo cosa succede adesso con l'intervista della Pinna di ieri sera.
Continuate così, ci state facendo un favore perché stiamo recuperando consensi, già nel sondaggio di ieri sera di EMG per il Tg La7 stavamo recuperando una piccola percentuale di voti. Tutti voti persi dall'altra parte dal M5s, elettori di sinistra delusi 2 volte. Vediamo di non deluderli noi di nuovo.

martedì 11 giugno 2013

Pensieri sparsi sulle amministrative di domenica e sul loro ottimo risultato


La vittoria a Siena, a Treviso e a Brescia sono fonte di grande soddisfazione e mi fanno pensare che tanti italiani ancora credono in un paese migliore, anche a lungo termine, e non corrono dietro ai facili populismi. Detto questo, non ubriachiamoci della vittoria:

- Se fosse stato un referendum, non avremmo raggiunto il quorum. Attenzione a non trarre conclusioni affrettate, con un'affluenza maggiore alle urne non sappiamo come sarebbe andata a finire.

- Molti di coloro che alle elezioni politiche avevano scelto il M5s, delusi dal comportamento dei loro rappresentanti in parlamento, hanno scelto di non tornare al voto. 

- Prendendo i risultati del 24 febbraio e togliendo buona parte dei voti del M5s, il PD avrebbe stravinto anche allora.

- I partiti di sinistra sono in genere più radicati sul territorio, e il sindaco lo eleggi in base a quello che sa fare, alle sue capacità amministrative se ci sono state in caso di riconferme e a quanto frequentemente si fa vedere per strada; non certo in base a di che colore vuoi le strisce pedonali.

- I cittadini che votano a sinistra hanno più senso civico e quindi andrebbero a votare anche in una giornata di sole pur dovendo perdere qualche ora di mare o montagna, cosa che un elettore di destra non farebbe.

- Era una domenica di giugno e molte persone in possesso di seconda casa hanno fatto il weekend fuori porta. La maggior parte coloro che hanno un'attività imprenditoriale o evadono il fisco tende ad avere una seconda casa. L'operaio e il precario no. Lo studente impegnato raramente.

- Gli elettori di destra, o almeno quelli con cui ho avuto a che fare io, hanno motivazioni meno profonde per i loro ideali. Motivazioni più pratiche. Cose tipo "gli immigrati danno fastidio quindi non li voglio", mentre l'elettore di sinistra ha ragionato sull'uguaglianza delle persone per stabilire che l'uomo è cittadino del mondo, quindi le sue motivazioni saranno più radicate; non necessariamente più forti nel confronto da bar, ma più profonde; oppure "non voglio pagare le tasse", pur sapendo che in fondo non è corretto ma senza analizzare fino in fondo le conseguenze di questa sua azione, mentre l'elettore di sinistra le tasse sa che le deve pagare comunque perché gliele levano dalla busta paga, oppure ha ragionato sul tema e deciso che il senso civico deve prevalere sull'egoismo; o ancora: "la meritocrazia significa che siccome io sono meglio di te tu ti arrangi perché io valgo", mentre l'elettore di sinistra tende a ragionare prima sul fatto che ognuno di noi può eccellere in qualcosa e che è compito della società permettere a ciascuno di essere valorizzato per quello che può dare al proprio paese. L'elettore disinteressato, che ragiona per stereotipi e non formalizza il proprio pensiero in un ragionamento in genere si interessa di politica solo quando c'è una propaganda elettorale vivace e continua attraverso tutti i mezzi di informazione: televisione, internet e ancora gli antichi manifesti cartacei per strada, a seconda dell'età dell'elettore e del tipo di lavoro che svolge.

Date queste premesse, io non trovo che la nostra vittoria ci debba stupire, ma trovo che sia sbagliato darne il merito al governo di larghe intese o al PD stesso per come è strutturato nelle sue gerarchie. Diamone il merito al suo radicamento sul territorio, all'impegno che ci hanno messo le persone nella propaganda e a come la sinistra ha saputo (sempre, non solo nelle ultime settimane) valorizzare i singoli candidati invece di correre dietro al leader come fanno i nostri competitor (o alleati?). Se il PD nazionale seguirà la linea del capo di governo, sostenendo che gli elettori hanno premiato il governo di larghe intese, ecco la prossima volta sarà un flop devastante. L'elettore non ha premiato il PD nazionale, e non ha necessariamente capito l'alleanza con lo storico rivale. Più probabilmente, l'elettore di sinistra ha apprezzato i candidati sul territorio e i loro meriti, e sicuramente l'elettore di destra aveva di meglio da fare domenica che andare a votare per dei candidati che per farsi propaganda usano l'immagine di Silvio invece di se stessi.

domenica 9 giugno 2013

La crociata di Grillo contro i giornalisti

Ok, il movimento è nuovo e vuole raccogliere il consenso di tutti coloro che sono rimasti delusi dalla politica tradizionale. E siccome le persone deluse dalla politica tradizionale non sono soddisfatte delle notizie che gli vengono fornite ogni giorno dalla televisione, dire che i giornalisti televisivi sono asserviti al sistema è un ottimo modo per raccogliere consensi da parte dei delusi.
Ci sono diverse opinioni però. Criticare tutto il sistema a prescindere dalla qualità e dalla professionalità dei giornalisti è una mossa puramente demagogica. Perché è ovvio che su 7 reti televisive + la carta stampata + innumerevoli siti web di news e blog vari ci saranno un tot di destra, un tot di sinistra e un tot filogrillini. Ognuna delle opinioni è declinata in versione per persone istruite e nella versione commerciale un po' idiota per l'italiano medio-basso a seconda del canale televisivo, e ogni idea ha lo stesso diritto ad essere espressa di tutte le altre, ovviamente se si tratta di un'idea genuina e non comprata. La cosa più buffa è che se l'è presa pure con i giovani giornalisti precari e sottopagati che si sbattono con ogni tempo atmosferico a correre dietro ai cittadini 5 stelle da intervistare.
Accusare chiunque di essere comprato dimostra che in realtà non ha fiducia nel popolo italiano. Sarà mai possibile che tutti siano comprati, giornalisti, politici, economisti? E' possibile. Ma a questo punto vorrebbe dire che tutta l'Italia è in vendita e che il popolo italiano tende a non considerare le proprie idee come una merce di scambio, il che sarebbe una pessima conclusione ma anche in questo caso la demagogia non è la risposta corretta.
Inizialmente Grillo sembrava voler utilizzare la rete come strumento di intelligenza collettiva, ma piano piano sta dimostrando sempre più di voler utilizzare la rete nello stesso modo in cui il suo predecessore utilizzò le televisioni personali.  Attenzione quindi prima di pensare di poter facilmente sostituire professionisti dell'informazione (spesso con anni di gavetta alle spalle) con chicchessia che scrive in modo sgrammaticato, scorretto, senza citare le fonti e senza verificarle, con toni da arringa di tribunale su ogni argomento di confronto. Il pluralismo delle voci è una ricchezza indiscutibile, sostituire completamente l'informazione classica con l'anarchia del web non esattamente. Traiamone le nostre conclusioni se vogliamo mantenere in essere la legittimità del confronto democratico nel nostro paese. Per confronto democratico intendo quello vero e costruttivo, non le urla, gli insulti e le volgarità per attaccare l'altro senza poi portare a una sintesi. Se c'è una strategia pensata dietro a questa crociata, stiamo attenti, perché non porterà a nulla di buono. Se non c'è una strategia pensata e fa solo parte degli attacchi a chiunque, (parlamento, giornalisti, tutto ciò che ha una parvenza di casta) facciamo comunque attenzione a non correre sempre dietro a chi ci dice quello che ci sembra di voler sentir dire. A volte le informazioni corrette non sono piacevoli, ma sono vere.

martedì 4 giugno 2013

L'italiano medio e la svolta del presidenzialismo. Siamo sicuri che ci serva?

Partiamo da una premessa: il popolo italiano tende ad avere una tendenza smodata a seguire un leader senza chiedere un dibattito. A comprare un prodotto senza controllare quello della concorrenza. A fare rate per qualsiasi cosa senza prima chiedersi se poi quelle rate riuscirà a saldarle tutte. A firmare contratti senza leggerli. Ora che tutti state pensando "non io" ditemi se avete mai letto per intero il contratto della banca o la bolletta telefonica con tutte le sue postille, impiegati dei call center esclusi. E diciamocelo chiaro, negli ultimi anni non si è fatto molto per coinvolgere i cittadini nella politica e dare loro gli strumenti per analizzare la complessità della situazione economica che ora il nostro paese sta attraversando. In generale, la maggioranza degli italiani non ha neppure la voglia e il desiderio di confrontarsi in un dibattito su qualcosa di serio che non sia come sbarcare il lunario. L'attività prevalente di una larga fetta di popolazione (soprattutto in certe fasce d'età e livelli di istruzione medio-bassi) è difendere delle regole più o meno diffuse e non scritte che vengono date per assodate come: senza il posto a tempo indeterminato non si vive, il mutuo è qualcosa che nel corso della vita deve per forza capitare perché essere proprietari di un debito è un vanto di cui parlare al bar, il matrimonio è un passo che nella vita si deve affrontare per sistemarsi e l'alternativa è essere circondati di rompiscatole in continuazione, i figli vanno battezzati per quieto vivere anche se non si è credenti, e tutti gli altri luoghi comuni che fanno da base alla vita di una larga parte della popolazione. Un insieme di luoghi comuni, di elementi dati per certi che denotano una scarsa capacità del cittadino medio di ragionare sulla base della contingenza, dell'unicità delle situazioni, della complessità di ciascuna persona e di quello che dovrebbe essere lo scopo principale della vita di ciascuno di noi, ovvero la ricerca della felicità e dell'equilibrio interiore. In pratica, l'equilibrio di una gran parte di persone è basato su idee imposte da altre e accettate come proprie senza nessun tipo di analisi profonda della propria vita e/o di quella altrui. L'altra parte della popolazione (talvolta le 2 parti coincidono) invece è impegnata ad aggirare le leggi, quelle scritte però: come evadere le tasse, come aggirare i vigili quando ti fermano, come ingannare l'autovelox, come fregare l'assicurazione, come darsi malati ad agosto senza farsi scoprire, come non pagare il biglietto dell'autobus, e tutto quello che vi sta venendo in mente in tema "fatta la legge, trovato l'inganno".
Italiani che vivono secondo questi costumi e con questo senso civico, vorrebbero però decidere su scelte elevate esautorando la politica dal farlo. La storia si ripete sempre, soprattutto quando non viene insegnata e si fa di tutto per farla dimenticare o per riscriverla secondo un modo di intendere i fatti parziale e demagogico.

Aggiungiamo un fatto: siamo nel bel mezzo di una crisi economica, un milione e mezzo di posti di lavoro persi dal 2007 secondo la CGIL, il precariato impera, lo sfruttamento non parliamone, sul lavoro nero è anche inutile approfondire; abbiamo un governo di larghe intese basato su un equilibrio sottile; il livello di istruzione medio degli italiani è scandaloso, la meritocrazia nei posti di lavoro è inesistente, all'estero ci chiedono cosa ci fa il nostro ex premier ancora lì e gli amici dall'estero ci invitano ad espatriare.

Aggiungo le considerazioni personali: l'attuale sistema ci ha dato Pertini, Scalfaro e tanti altri ottimi presidenti. Tra l'altro, ci si scandalizzava tanto durante l'elezione di Napolitano perché a quanto pare alla sesta votazione era quasi impossibile non avere un presidente, ma ricordiamoci che ci furono presidenti eletti dopo 12 o 15 votazioni, e addirittura Giovanni Leone nel 1971 fu eletto dopo 23 votazioni. E non mi dite che adesso c'è una situazione di maggiore emergenza, perché nel '71 si era in una fase altrettanto delicata.

Poniamoci una domanda: è davvero necessario occuparsi di riformare il modo di eleggere il presidente della repubblica ed eventualmente i poteri da attribuirgli ora? Davvero gli italiani sono interessati a questo, per la loro vita quotidiana, al di là dei sondaggi? E' una priorità? Dati i fatti di cui sopra, serve a qualcosa a migliorare il nostro paese avere un presidente con più poteri o eletto direttamente dal popolo? O fa comodo a qualcuno che ha già un piano in mente per il lungo periodo, e come al solito noi altri non vediamo quel piano o facciamo finta di non vederlo o pensiamo che non sia così tragico, e stiamo al gioco dell'avversario, detto anche competitor, ora provvisoriamente alleato? Non è più importante occuparsi ora di riforme economiche e per il lavoro, ed eventualmente più avanti occuparsi delle riforme istituzionali? Non è meglio prevenire il gioco dell'avversario invece di lasciarlo entrare in area con il loro schema e poi lasciare che la nostra difesa si sfasci per mancanza di gioco di squadra? Perché già lo sappiamo che poi va a finire così. E' già successo con Prodi, e quando ci sarà da fare propaganda per un candidato o un altro succederà di nuovo, noi ci spaccheremo su mille opzioni, loro avranno un solo nome e gli italiani di cui alla premessa saranno tutti davanti alla tv spazzatura, e da quella prenderanno ispirazione per la loro scelta. Io cercherei altre risposte prima. Anzi, diciamo meglio: io porrei altre domande prima, alla politica al paese, a come far crescere il nostro senso civico e a come rafforzare il rapporto con le istituzioni.

giovedì 16 maggio 2013

Ormai non c'è più di niente di cui stupirsi

Beppe Grillo al comizio riportato da Servizio Pubblico: "A ottobre ce la giochiamo noi e il nano, se votate uno così vi vengo a cercare uno per uno" non credo che se la giocheranno solo loro, ma almeno ha avuto il coraggio di dire quello che tanti italiani dicono da un sacco di tempo, e quando avevo detto ai miei amici di facebook "per cortesia levatemi l'amicizia se votate silvio" ero stata criticata da tutti. Poi la stronza sono io, che scelgo gli amici in base alle idee e che non capisco, non rispetto, non blablabla. Invece normalmente in Italia le donne vengono rispettate, e gli viene notoriamente offerto un lavoro in base al loro intelletto, come nel caso delle olgettine 2500 € al mese ciascuna. E anche gli evasori, è risaputo che rispettino chi paga le tasse, c'è tanto rispetto in un evasore verso chi paga senza poter scegliere perché ha una busta paga. Davvero, non so con che coraggio lo vogliano votare, come fanno così tanti cittadini a sentirsi rappresentati da costui. Non è lui il problema, è chi lo vota dopo tutto quello che ha fatto. E' la dignità della donna andata a quel paese, un uomo politico da 20 anni sulla scena internazionale che è ricattabile da chiunque, dai fotografi dai magnacci dagli organizzatori di eventi dalle consiglieri regionali che ha messo lì lui, alle ragazzine che lo fregano dicendo di essere nipoti di chiunque e questo ci crede... poi non si chiedano perché la gente espatria. O perché la gente si vergogna di questo paese. Strauss Khan per un'ipotesi di reato si è dimesso subito, senza neanche più candidarsi e senza aspettare la sentenza del tribunale; un ministro tedesco per aver copiato parte di una tesi di dottorato si è dimessa, e qui non solo non viene neanche valutata l'ipotesi delle dimissioni ma milioni di italiani lo votano. Ancora. Vorrei andare a chiedere, uno ad uno, agli elettori di costui se fosse loro figlia, sorella, vicina di casa che prende soldi in cambio di sesso cosa penserebbe, a livello umano, di quell'uomo e di quella donna. Come li definirebbe, con parole sue. Ma quando fanno vedere in televisione che un giornalista fa questa domanda a un elettore del soggetto in questione, la risposta è sempre mancante, nessuno dice niente, ma la faccia dice tutto: la faccia schifettosa di uno che pensa che non importa, che non vuole confessare che anche lui farebbe lo stesso potendo, e che per loro quell'uomo ha dei comportamenti accettabili per questo. Se non addirittura encomiabili, perché è il mito dello stupidotto medio. Ecco poi non lamentiamoci se le giovani donne e i giovani studenti vogliono espatriare. Perché quei 9 milioni di italiani poi li si incontra in giro, ai colloqui, nei posti di lavoro, nella vita di tutti i giorni quando si trova il tizio che per risolvere un problema vuole chiarire la cosa "da uomo a uomo" e si rivolge a chi hai accanto invece che a te perché non è in grado di sostenere un discorso intelligente e portare avanti argomentazioni. Certo dopo 25 anni di tv spazzatura, non stupiamoci però. E visto che quelle donne non sono prostitute o non possono essere definite tali neanche dalla Boccassini (è un mestiere, se pagassero le tasse poi sarebbe anche riconosciuto), vorrei davvero sapere da uno di quegli imprenditori ricchi ed evasori che vedono in Silvio un mito, se gli entra un ladro in casa cosa fanno, aspettano la cassazione per definirlo ladro se no si offende?

lunedì 6 maggio 2013

Siamo tutti lavoratori imperfetti?

30 anni, laureata in architettura perfettamente in corso (non fa parte degli sfigati indicati come tali dal vice dell'ex ministro del lavoro) Simona ha fatto l'Erasmus, uno stage di 3 mesi pure all'estero e un master a Londra in architettura sostenibile. Ha scelto di fare il master dopo aver tentato di passare l'esame di stato e non averlo superato, per provare a dare un senso ai suoi studi e per trovare una nuova strada sempre nell'ambito dell'architettura, magari nell'ambito della ristrutturazione o del fotovoltaico. L'anno scorso le hanno proposto un lavoro, 300 € al mese + provvigioni, in un'azienda informatica (nulla a che fare quindi con l'architettura) che definendosi una start up può assumere con contratti fuffa di questo tipo. Il lavoro è durato un mese, perché Simona ha diverse qualità, è una donna estremamente intelligente, brillante, propositiva ed energica, molto portata per il lavoro non solo nel campo dell'architettura ma anche del design e di altri settori vicini che io non conosco sufficientemente bene per parlarne, ma non intenzionata a vendere a qualsiasi prezzo un prodotto in cui non crede a clienti che non lo vogliono. Io che la conosco, ci metterei la mano sul fuoco che una cosa non puoi metterla a vendere, forse in un colloquio di un quarto d'ora perché il selezionatore non ci arriva. E' tanto grave, non voler fregare il cliente o intortarlo? Ora lavora in una pizzeria qualche ora a settimana. 

30 anni, laureata in lingue, Francesca ha fatto l'Erasmus e uno stage di 6 mesi in Germania. Poi è tornata e ha iniziato a lavorare in diverse aziende della Brianza, un paio anche di quelle che ti vendono come bellissime. Quelle con la mensa interna e lo stipendio come da CCNL, insomma di quelle rare. Ha avuto un paio di contratti come segretaria, poi un altro diverso ma nella nuova azienda ha rischiato un esaurimento nervoso, cosa che dopo averla psicologicamente provata è riuscita a superare, grazie al compagno, a una terapia psicologica e alla possibilità di coltivare nuovi interessi per liberare la mente. Poi si è trasferita a vivere col compagno, cosa che le ha permesso di non vivere più a stretto contatto con la madre tutto il giorno, perché dopo un anno e mezzo abbondante all'estero la possibilità di tornare a vivere con i genitori può essere valutata solo se si lavora 9 o 10 ore al giorno e la comunicazione è al minimo, nel suo caso invece ha acuito la depressione. Alla fine, ne è venuta fuori. Trasferendosi dall'altra parte di Milano col compagno, così ha anche cambiato il giro delle agenzie interinali, che ancora non la conoscono e non possono giudicare negativamente le sue esperienze passate, e quindi è riuscita piano piano a affrontare la possibilità di andare di nuovo ad un colloquio. Detta così sembra una storia a lieto fine, ma ancora il lieto fine non c'è. Il mese scorso ha fatto il primo colloquio in azienda (non in agenzia interinale) da quando è tornata ad essere felice e sorridente, insomma pronta per una nuova vita lavorativa. Il tizio del colloquio non capiva niente di risorse umane, era il classico capo di un'azienda a conduzione famigliare dove non sanno nulla di rapporti con le donne giovani. Le fumava in faccia, parlava nervosamente in modo molto poco accogliente. Si trattava di un contratto di 2 mesi in un piccolo spedizioniere. Trasporti e logistica? Uno dei migliori CCNL in assoluto, con 14esima già prevista? No, 800 € al mese a progetto, e un sacco di pettegolezzi su perché le ragazze prima erano state licenziate e su come la disponibilità oraria dovesse essere totale. Per fortuna, Francesca, per ora ripresasi dalla crisi è riuscita a mandare a quel paese, in modo diplomatico, il soggetto in questione. Ma quando me lo ha raccontato, mi è venuta voglia di scrivere questo post. Solo perché a volte mi piacerebbe che anche gli altri si rendessero conto che hanno di fronte una persona imperfetta, e che se è disoccupata in genere non è al massimo per quanto riguarda l'autostima e il buonumore.

29 anni, laureata in psicologia alla Cattolica di Milano, triennale + specialistica, Eleonora ha deciso dopo il termine dei suoi studi di non esercitare la professione di psicologa. Forse non voleva tentare l'esame di stato, o forse non si sentiva adeguata alla professione. Allora, ha scelto di provare la strada delle risorse umane, apparentemente adatta a una psicologa. E dal momento che la conosco, anche secondo me avrebbe potuto essere adatta a lei. Peccato che dopo 3 mesi in un'agenzia interinale l'abbiano lasciata a casa perché non portata per quel lavoro. In pratica, riassumendo quanto accaduto, lei doveva fare la selezione del personale ma non era abbastanza "commerciale". In teoria il ruolo del commerciale sarebbe distinto dalla selezione del personale all'interno dell'agenzia, ma chiaramente non è così, perché per l'agenzia il candidato non è una persona da valorizzare e quindi far rendere sul posto di lavoro, ma una risorsa, diciamo pure un prodotto da piazzare sul mercato, cioè presso il loro cliente. La famosa "azienda utilizzatrice" del contratto. Quindi non serve nessuno psicologo, servono solo persone con predisposizione alla vendita. Ma la nostra amica non si è scoraggiata, e ha tentato un'altra strada, quella dell'educatrice d'infanzia. Ora per fortuna sta lavorando, con contratti di cooperativa di sostituzione delle malattie altrui, ma il lavoro le piace. Piccolo particolare: prende uno stipendio indegno di essere qui riportato, e spesso si trova con colleghe e tempo indeterminato fancazziste che non hanno più l'energia per lavorare e non vedono l'ora di andare in pensione. Ma questo, si sa, capita ovunque, anche negli uffici. Il particolare che veramente mi ha fatta imbestialire quando me lo ha raccontato. Una volta, nel sostituire una malattia in un asilo che stava passando dalla gestione pubblica a cooperativa per ragioni economiche, si è trovata circondata da vecchie, affaticate dal lavoro, che non avevano più nessuna voglia di gestire i bambini, e che non volevano assolutamente passare sotto cooperativa perché credevano di aver vinto al lotto essendo dipendenti pubbliche. E costoro, pretendevano la sua solidarietà. In pratica passavano il tempo a lamentarsi della loro situazione lasciandole la sola alternativa di essere d'accordo con loro (anche perché si sa altrimenti finisce in mobbing, già visto), senza minimamente preoccuparsi della sua laurea quinquennale e del fatto che se a giovani persone brillanti vengono richiesti dei sacrifici, forse forse voi anziane non potete pretendere di essere trasferite in un ufficio comunale, e che forse una che si sveglia tutte le mattine alle 7 senza neppure sapere se lavorerà  in attesa di una telefonata, non è il miglior interlocutore a cui dire che voi sotto cooperativa non potete certo lavorare. In pratica le vecchie signore avrebbero voluto essere trasferite in un ufficio comunale (!) pur non avendone assolutamente i requisiti pur di mantenere il loro lauto stipendio. Inutile precisare che normalmente per lavorare in comune o in una biblioteca ci sono concorsi in cui si iscrivono in 150 e ne assumono 1, non si capisce perché dovrebbero metterci una che a 50/55 anni non ha un diploma, non sa neppure usare il pc e non ha molti margini di miglioramento.

33 anni, laurea triennale in Economia del turismo, madre di 2 bellissimi bambini educati, Amina parla 3 lingue. Per davvero, non come quelli che scrivono sul curriculum "inglese buono" e poi li vedi che traducono le mail aziendali col traduttore di google e che non mettono la S alla terza persona singolare. Amina è nata in Eritrea, ha la doppia cittadinanza e è sposata, ha a disposizione persone che la aiuterebbero con i bambini e ha la testa piena di sogni, progetti da realizzare. Potrebbe creare un progetto per la valorizzazione del suo paese d'origine dal punto di vista turistico, oppure lavorare nella mediazione culturale, visto che parla italiano, inglese e tigrino perfettamente. Al momento è disoccupata e l'unico lavoro che ha trovato negli ultimi anni è stato da un commercialista, per qualche mese, tramite un aggancio.

31 anni, diplomata, ha iniziato l'università senza poi terminarla, Giovanna ha un bambino ormai di 2 anni. E' stata lasciata a casa da un call center al 6° mese di gravidanza, alla scadenza del suo contratto interinale. Niente di illegale, la scadenza del contratto non era all'interno della maternità obbligatoria e non c'è stato alcun licenziamento. Non si è potuto fare nulla. Da 2 anni fa colloqui, quasi ogni mese, ma nessuno la assume, nonostante sia automunita, libera da subito e disponibile a straordinari come si esige in ogni colloquio. Il compagno lavora per 700 € al mese circa, con un contratto a progetto. Per fortuna ci sono i genitori che aiutano, ma si sa, questo causa una serie di compromessi a cui si deve sottostare perché non c'è alternativa, quando non si hanno soldi. Il bambino intanto cresce felice, ancora inconsapevole della situazione in cui si trova. I genitori della ragazza per esempio, pressavano per far battezzare il bambino, e abitando nella stessa casa è difficile dover ripetere ogni giorno "io non sono credente, mio figlio sceglierà da grande la religione da seguire", perché chiaramente questo elemento non piace agli anziani di famiglia, e in una situazione del genere si dipende dagli anziani di famiglia, sia economicamente che psicologicamente. Per ora resistono, poi si vedrà. Intanto, Giovanna continua a fare colloqui.

31 anni, laureato in filosofia col massimo dei voti, Ivan insegnava italiano agli stranieri come volontario da anni. Anche come insegnante di sostegno nella scuola pubblica, di pomeriggio, ma sempre come volontario. Un lavoro bellissimo, una passione, questa infatti è una storia diversa dalle altre precedenti, perché Ivan a differenza degli altri casi analizzati in precedenza sapeva cosa voleva fare e non ha mai sbagliato strada.  Ora Ivan insegna italiano in un'università in Australia da circa 3 anni. E lo pagano quanto meritano i suoi studi e la passione che ci mette nel suo lavoro.

(Trovate le differenze).

Chissà se un giorno il nostro mercato del lavoro troverà un posto anche per questi lavoratori imperfetti. Per quanto riguarda i lavoratori perfetti, quelli che a quanto pare non possono assolutamente rinegoziare il loro stipendio, non possono essere giudicati se sono informaticamente analfabete, quelli che possono arrivare in ritardo di mezz'ora o darsi malate ad agosto e possono permettersi doti relazionali di dubbia qualità, ne parliamo in un prossimo post.

Ps: le storie sono tutte reali e tutte di mie amiche, i nomi sono stati volutamente sostituiti con nomi fittizi. Ogni riferimento a cose, persone, aziende o agenzie interinali è puramente casuale.

sabato 20 aprile 2013

Houston, abbiamo un problema (ma dai?)

Stavo scrivendo questo post ieri sera, a caldo, dopo l'inizio dello sfascio. Poi quando ho sentito delle dimissioni della Bindi e di Bersani ho aspettato, perché ho pensato che ancora non avessero toccato il fondo. Infatti. Prodi era una bella opportunità. Ieri pensavo non potesse andare peggio, evidentemente mi sbagliavo. C'è una questione che da superare urgentissimamente: c'è una parte di loro (parlamentari del PD) che vede Grillo allo stesso modo in cui la nostra parte (altri parlamentari del PD da cui mi sento rappresentata) vede Silvio. e come per noi non c'è partita, con Silvio mai, per loro è lo stesso: con Grillo mai. E non vogliono saperne di Rodotà per principio, non perché non sia di sinistra ma perché l'ha candidato Grillo. il punto è che Giorgio è stato implicitamente per 2 mesi dalla parte loro. O anche esplicitamente. D'Alemiani? Non saprei, forse una corrente più ampia, di persone che di fronte al passaggio dalla seconda alla terza repubblica vogliono a tutti i costi rimanere attaccati ai loro privilegi e alle loro poltrone. Persone che vivono su un altro pianeta a quanto pare, che considerano il popolo dei social network come gente a parte, marziani. Sentendo alcune interviste di ieri, parlano come se i mezzi di comunicazione non fossero una straordinaria opportunità di acquisire velocemente nuove informazioni e testare il polso del partito e dell'elettorato, ma una specie di pericolo che può far allontanare i rappresentanti da noi eletti dagli intrighi di palazzo e farli sentire orgogliosi di rappresentare i propri elettori. Pensa, che stranezza, per persone come la serissima rappresentante del nostro popolo che giovedì sera, intervistata dal programma di Santoro, ha detto: "quale base? io la base non la sento". Ecco forse dovresti. Anche perché la base non è una faccenda di social network. La base era lì intorno a te, erano quelli che stracciavano le tessere mentre stavate facendo la riunione per candidare Marini. O forse i "franchi tiratori" di ieri sono solo persone che hanno perso la propria dignità e moralità e quindi considerano Silvio accettabile, quindi in realtà non volevano Prodi perché Prodi era un candidato veramente di sinistra e hanno voluto giocare un brutto scherzo a Bersani per affossarlo. O hanno già in mente un altro nome improponibile con cui cercare di riportare la linea politica dalla loro parte. Mentre aspettano l'inciucio con Silvio, essendo lontano dalla base non riescono più neanche a capire perché la gente ha votato 5 stelle e come aiutarci, da soli, a riconquistare quei voti. Va svecchiato il partito, cambiata la cordata che sale. Spero non venga in mente a qualcuno di mettere alla prova D'Alema o Amato perché farebbe la fine di Marini e Prodi. C'è qualcosa che perdono i leader o aspiranti tali dopo un tot di anni che si frequentano tra di loro e non vivono più vicino ai problemi del popolo: perdono la capacità di ascoltare. Non è troppo tardi, ascoltateci, ascoltatevi tra di loro, ragionate insieme. Date una nuova linea al partito, nessuno ci perderà, e lo dico da convinta elettrice del PD: mai come oggi capisco i grillini. Non li voterei, ma li capisco pienamente nelle loro motivazioni e in tutte le urlate contro il sistema e la casta che hanno spopolato sul web, in tv e tra la gente negli ultimi mesi. State consegnando il paese a Grillo. Spero che una volta portato a termine il disastro decidiate, almeno, di passare finalmente il testimone a chi è lì che ha mille proposte da fare, leggi Civati & co., e che non è parte della squadra che ha mandato a picco questo partito.

martedì 16 aprile 2013

La Gabanelli: bravissima giornalista, lasciatela dov'è

La Gabanelli come presidente della Repubblica non ce la vedo. Non perchè non sia brava, ma chiediamoci: brava in politica? è una giornalista bravissima e una gran donna con coraggio da vendere. "Le querele ricevute da certi personaggi sono come medaglie da esporre" è la sua frase che meglio rappresenta la stima che ho per lei. Ma oggettivamente, togliere una così brava giornalista alla televisione italiana per farle fare un altro mestiere non mi sembra una grande idea. Il giornalismo ci perde, la Rai ci perde, i telespettatori ci perdono e di conseguenza il paese nel suo complesso, perchè il suo modo di fare informazione fa bene al paese. E' una di quelle giornaliste troppo brave per fare altro, perchè nel suo campo ha dato il massimo, quindi togliendola dal suo campo e portandola in politica non sarà mai la stessa cosa. Come con Monti che prima era una professore, e tutto il suo entourage, e poi in politica non ha dimostrato le stesse capacità che aveva come docente. Come con imprenditori prestati alla politica, o magistrati. Le persone che mettono impegno e passione nel proprio lavoro e così facendo raggiungono livelli alti vanno lasciate dove sono perchè da quel ruolo possono migliorare il paese e da quel ruolo possono anche influenzare positivamente le giovani generazioni, insegnando loro il mestiere.O almeno questo è il mio parere. Togliere la Gabanelli dal giornalismo sarebbe come togliere Mentana dal giornalismo, la Boccassini dal tribunale di Milano o Saviano dal fare lo scrittore. E' il paese che ci perde, in qualunque altro luogo li si mandi.

lunedì 15 aprile 2013

La truffa della solidarietà Telecom

Il paese rischia lo sfascio, abbiamo 2000 miliardi di debito pubblico, la crisi morde, siamo senza governo, le piccole e medie aziende chiudono, e la più grande azienda italiana di telecomunicazioni, con 53000 dipendenti, ha trovato la soluzione all'italiana: sguazzare nella crisi e vedere dove e come si riesce ad approfittarsene, e recuperare soldi. E non perchè sono in crisi anche loro, ma per pagare i dividendi agli azionisti (Generali, Mediobanca, Intesa San Paolo) e i bonus ai manager.  Il 27 marzo è stato approvato un accordo per la solidarietà dopo una lunga trattativa. A volte sarebbe bello vedere queste trattative in streaming, sia mai che prendano il caffè tutti insieme allo scopo di far notte e poi dichiarare che la trattativa è stata difficile. Comnque, l'accordo prevede il 7,8% di ore di solidarietà (in media) per 32000 dipendenti. In pratica, tenendo conto che lo stipendio medio di un dipendente Telecom è di 44000 € all'anno, togliendo il 7,8% delle ore a ciascuno x 32000 persone, si risparmiano 110 milioni di €. Un po' di fondi arriveranno dall'INPS, che ha già una situazione finanziaria pessima dopo aver acquisito tutti i pensionati ex pubblici (baby-pensioni & co.) e un po' arriveranno dallo stato, per la precisione la tranche annuale prevista è di 22 milioni di €. Il fatto oltre a essere a dir poco vergognoso e passato sotto silenzio dai media, stupisce perchè il rappresentante della CGIL che ha firmato l'accordo (sì persino la CGIL) ha dichiarato di non aver avuto alternative perchè altrimenti l'azienda avrebbe licenziato 2500 persone. Non credo proprio. Si prendevano le carte, bilanci alla mano, e si dimostrava che i soldi per i manager c'erano e anche quelli per i dividendi dei grossi azionisti. E settimana scorsa si parlava persino di una scalata all'H3G (con conseguente rialzo in borsa), che poi non si farà perchè a quanto pare saranno i cinesi a comprare Telecom e non viceversa. A volte, ingenuamente, vorrei dire a questi appassionati sindacalisti che fanno del loro mestiere una missione di vita, che l'alternativa c'è. Un'azienda grande come Telecom, se licenzia 2500 persone finisce su tutti i giornali, e il braccio di ferro non finisce lì. E sicuramente i licenziamenti non sarebbero andati a buon fine se il sindacato li avesse portati in tribunale dimostrando che i soldi per pagare gli stipendi c'erano eccome. Meno ingenuamente, a volte mi piacerebbe che facessero davvero le trattative in straming per capire che cosa veramente si sono detti e come hanno fatto a convincere il sindacato che in un momento di crisi come questo si possano pagare gli extra e non i salari. Con che parole hanno spiegato che i soldi guadagnati col lavoro hanno un potere contrattuale inferiore rispetto a quelli della finanza. E soprattutto in che punto della trattativa il potere contrattuale dei lavoratori si è perso. Con la conoscenza si impara. E i prossimi che si dovranno occupare di questa faccenda, conoscendo veramente i fatti e chi c'è dietro, potranno fare meglio.

giovedì 11 aprile 2013

La questione dei prefabbricati per i rom a Milano

Ultimamente su facebook e non solo vedo un sacco di articoli-post-critiche sulla scelta di Pisapia di fare un investimento per dei prefabbricati per la popolazione Rom di Milano. 1 prefabbricato costa 30000 €. Ragazzi non scadiamo nella guerra tra poveri con la scusa della crisi, e non facciamo diventare lo straniero un nemico come se noi italiani fossimo migliori o diversi, siamo tutti cittadini del mondo. Avere una casa, seppur prefabbricata, serve come prevenzione alla criminalità, serve a dare una dignità alle persone e a far sì che possano avere una vita più simile alla normalità. Che possano mandare a scuola i loro figli senza che siano considerati diversi dai compagni di classe perchè non si lavano e vivono in condizioni di degrado. Serve a dare un indirizzo a queste persone, perchè possano presentarsi dignitosamente ad un colloquio di lavoro. 
E non dare nulla con la scusa che non ci sono soldi non è un modo per risolvere il problema, cacciare le persone da una città grande come Milano significherebbe solo scaricare il problema su altri comuni più piccoli di periferia e non risolverlo. La proposta di Pisapia rappresenta un primo, piccolo passo verso l'integrazione completa di queste persone, e questo razzismo che dilaga anche tra miei amici e conoscenti mi preoccupa, per questo ci tengo a condividere con voi la mia idea personale sul fatto che il diverso è e deve essere un'opportunità di confronto e non qualcuno da mandar via, da cacciare o da considerare cittadino di serie B. Quando ho fatto l'esame di maturità la mia versione di greco, di Epitteto, si intitolava "L'uomo è cittadino del mondo". L'ho preso per un buon augurio, per il mio futuro di studentessa di lingue e di viaggiatrice. E se mi capitasse di vivere all'estero in futuro, mi piacerebbe essere accolta con comprensione e voglia di confronto, non con rabbia. I paesi dove ho trovato più ospitalità nel corso dei miei viaggi finora sono stati i più poveri. L'importante è che la povertà non diventi criminalità, e per questo ci vuole prevenzione. E nel momento in cui il comune di Milano ha problemi di bilancio, la prevenzione alla criminalità e la tutela della dignità delle persone rimangono al 1° posto, sempre e comunque.

domenica 7 aprile 2013

Fenomeno Renzi-Meloni-Tosi e altri futuri in arrivo

I vecchi dei partiti, di qualsiasi partito, PD-Pdl-Lega o qualsiasi altro vi venga in mente, sono invidiosi dei giovani DEL LORO STESSO PARTITO perché hanno paura che i loro stessi giovani riescano a fare delle cose che loro non sono riusciti a fare, tipo: guadagnare più voti, risparmiare sui costi della politica, cambiare linea e riuscire a mantenere le promesse, dire cose nuove, essere applauditi, dimostrare con i fatti che la buona politica parte dal locale, non attaccarsi alle vecchie ideologie e alle cordate preconfezionate per le scalate interne al partito stesso. E siccome hanno invidia di questi giovani, per qualche motivo creano situazioni tali da distruggerli per tenersi le loro poltrone. Sarebbe un fenomeno da analizzare dal punto di vista psicologico, non assomigliano vagamente alle vecchie sciure invidiose delle donne giovani ed emancipate che fanno di tutto per rovinare loro la vita e spiegare che quello che vogliono è impossibile, solo perché loro non l'hanno avuto? Il fenomeno per me è simile. Che qualche psicologo o sociologo si occupi di studiarlo e scrivere qualche libro per spiegare a questi vecchi che la pensione è bella e non è una sconfitta. E che in giovani cresciuti in seno loro dovrebbero essere il loro orgoglio, come dei figli, e non il loro principale nemico.

giovedì 14 marzo 2013

Siamo sicuri che la soluzione sia nella politica?

Commento molto post-voto, diciamo più che altro che è uno sfogo per questo paese in questa situazione di incertezza. 
I politici che ci siamo scelti ci rappresentano, è inutile che ci giriamo intorno.
Sì anche i ladri che ci sono ai vertici ci rappresentano, magari non rappresentano me e te che stai leggendo, ma rappresentano una certa parte dell'Italia. Gli evasori sono ben rappresentati da un evasore, e quegli elettori che come ha denunciato Saviano hanno venduto il loro voto per 30 €, per la ricarica di un telefonino o per 2 kg di mozzarella, anche quelli sono rappresentati, dai vari Scilipoti, De Gregori e altri migranti da un gruppo all'altro. Del resto, se l'elettore "vende" il proprio voto, con che diritto poi vuole un rappresentante onesto?
Mi sono molto stupita del risultato ancora positivo di Silvio. Pensavo onestamente che dopo tutti gli episodi degli ultimi anni, soprattutto dopo la vicenda delle olgettine & co, almeno le donne non lo avrebbero più votato. O meglio speravo, credevo in questi italiani e in queste italiane miei concittadini.   
Evidentemente tanti italiani non pagano prostitute, ma poi il viale delle industrie là fuori ne è pieno. Nessuno guarda amici, uomini e donne, e altri programmi simili, ma poi fanno milioni di spettatori. Nessuno corre dietro agli status symbol perchè si dice che i valori siano altri, ma poi gli italiani sono tutti straindebitati con carte di credito in perenne rosso e rate per qualsiasi cosa di assolutamente irrinunciabile come la scavolini-l'iphone-la palestra superfiga che costa il quadruplo dell'altra ma fa le rate. Tutti sommersi di rate, e tutti che offrono da bere al bar per non "sembrare" poveri. 
A questo punto mi chiedo: ha senso scaricare tutte le responsabilità della nostra italianità sulla politica? Non è che siamo che dobbiamo cominciare a cambiare, piano piano, nei nostri comportamenti quotidiani e nel modo che abbiamo di gestire i rapporti interpersonali, spesso con ipocrisia e omertà sottese a qualsiasi nostra scelta o affermazione? 
Nella mia ingenuità, sono davvero convinta che se cominciassimo, tutti, ogni giorno e ognuno nell'ambito di vita in cui si trova, a essere noi stessi e a non vendere mai un ideale o un'immagine diversa di noi stessi per nessun prezzo, automaticamente anche i nostri rappresentanti, di sinistra o di destra che siano, sarebbero persone oneste. Cioè rappresentative del nostro popolo e della maggioranza degli italiani. Esattamente come lo sono ora, e come lo sono stati negli ultimi decenni.  

"La democrazia non può avere successo se coloro che esprimono le proprie scelte non sono preparati a farlo con oculatezza. La vera salvaguardia della democrazia è dunque l'istruzione." (Franklin Roosevelt)

giovedì 21 febbraio 2013

La partecipazione è già possibile, se volete

"si è presentato come l'antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odii, dei desideri. è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno stato bene ordinato e amministrato".

Uno dei punti di forza del M5s è la partecipazione di tutti alla cosa pubblica. Ma partecipazione di chi e a cosa? Perchè volendo, gli strumenti per partecipare ci sono già e ci sono sempre stati. Il punto è: chi vuole partecipare? Io, riferendomi solo ed esclusivamente alla mia esperienza personale, quando ho avuto il desiderio di dire la mia l'ho sempre fatto. Reclamando, contestando, informandomi e confrontandomi con chi di dovere.


E' facile dire: "mi fregano", quando magari tu che leggi sei il primo che quando si trova la busta paga sbagliata non va a chiedere spiegazioni perchè il sindacato no e perchè io non sono uno che protesta, già che mi hanno dato i soldi; e che quando non gli fanno lo scontrino non lo chiede neppure, se no sembra che rompo, però poi sono tutti ladri e c'è l'evasione fiscale; che quando vede gli operai sul tetto di casa che lavorano senza casco non avvisa nessuno, perchè non sono fatti miei; che quando firma il contratto telefonico non legge quello che sta firmando, perchè il venditore gli ha già detto tutto; che non paga l'assicurazione della macchina e poi va in giro tamponando le persone e sperando di "aggiustarsi" invece di firmare la constatazione amichevole; che fa le rate per tutto, dall'iphone alla cucina alla palestra perchè tutto è necessario in questo mondo consumistico, anche la borsetta a noleggio pur di avere la borsa di marca; poi però si arrabbia con la banca perchè è ladra e lo frega, e magari la banca non voleva neanche fargli il prestito perchè non aveva i requisiti e quindi si è rivolto lui a una di quelle società di prestiti che fanno tassi da usura. In che cosa è affascinante questo messaggio del "distruggiamo tutto", nel fatto che è una scorciatoia per far urlare ad altri da un palco quello che voi non siete stati in grado di chiedere gentilmente in 20 o 30 anni di vita semplicemente facendovi rispettare?

Io quando ho voluto partecipare ho sempre trovato i modi per farlo. Ho ancora il ricordo di quando 3 anni fa mandai una mail in comune, ho avuto 9 notifiche di lettura da 9 persone diverse prima della risposta.
E quando ho avuto bisogno del sindacato, ci sono stati, anche se ero interinale. Sì, certo, sono dovuta andare a chiedere, non è che mia abbiano inseguita per offrirmi assistenza. Ma ho chiesto e ho ottenuto. E mi sono state raccontate innumerevoli esperienze positive in questo senso con tutti e 3 i maggiori sindacati nazionali, alla faccia del messaggio a 5 stelle sul fatto che i sindacati non servono.

Anche la questione del ridurre l'inquinamento, parliamone. Cominciamo noi, io e te che leggi, a utilizzare una macchina che non abbia più di 1100 o 1400 di cilindrata. Cosa ve ne fate di un suv 3.0 TDI e un sacco di cavalli? Per utilizzarla come status symbol? Bene siete degnamente rappresentati già dal ricco imprenditore che ha governato l'Italia per gran parte dell'ultimo ventennio, non vi serve Grillo.
Inquinare meno non è un progetto solo politico, è prima di tutto un impegno che noi possiamo prenderci con i nostri piccoli gesti quotidiani, per esempio comprando auto meno inquinanti. Semplice. Elementare. Riduce anche il problema dell'indebitamento di un sacco di famiglie visto che le rate di un'utilitaria sono più basse di quelle di un macchinone.

Non parliamo poi del programma della candidata alla regione Lombardia: meno cemento, e fin qui ci può stare; meno energia, e qui mi piacerebbe sapere come fai a convincere veramente le persone a risparmiare sull'energia, anche adesso abbiamo la possibilità di farlo a partire dal non lasciare luci e spie inutilmente accese tutti i giorni in casa, non serviva una proposta politica per spiegarlo; e poi, meno sanità. sì avete capito bene, meno sanità. Copio direttamente la frase perchè a riassumerla rischio di travisarne il senso: "Con un obiettivo ben preciso, la Costituzione italiana ci chiede di tutelare la salute del cittadino e poi di curarlo. In Regione Lombardia abbiamo dedicato l’80% del bilancio regionale a curare i cittadini, facendoli ammalare prima e quindi dedicando poi ingenti risorse alla cura del cittadino". E quindi? Prima vediamo se tra 20 anni l'incidenza delle malattie tra i cittadini lombardi è diminuita, poi se questo sarà vero e supportato da fatti, taglieremo la sanità. Non prima. E poi la parte finale: "Meno ipocrisia e meno soldi in politica". Ok, anche questo è bellissimo sulla carta, per quanto riguarda la regione Lombardia posso anche essere d'accordo, anche se in realtà la nostra regione aveva un bilancio in attivo di 40 miliardi nonostante l'evasione fiscale quindi non credo che abbiamo un vero problema di bilancio.

Sulla questione dei "meno soldi in politica" a livello nazionale però permettetemi un appunto. Sono un'opinione personale che spero sia un timore infondato. Innanzitutto tutti i partiti hanno proposto un abbassamento dei costi dei parlamentari ed altri costi della politica perchè ora sono eccessivi, e ovviamente sono d'accordo. Ma la cifra che propone il M5s a me sembra davvero eccessivamente bassa, trattandosi di 2000 €/mese totali se non ho capito male. Onestamente, io credo che la priorità per il benessere del paese sia che un politico o in generale qualsiasi persona che si trovi in un ruolo di comando non sia in alcun modo corruttibile. E ovviamente sperando di sbagliarmi, temo che lasciare con pochi soldi delle persone che si trovano a Roma non abituate al tenore di vita di Roma e con una famiglia altrove, non sia un modo per rendere queste persone chiaramente incorruttibili. Ovviamente ci si appella all'onestà delle persone e al fatto che nessuno dovrebbe mai permettersi di "comprare" un'idea, nè un politico dovrebbe mai "vendere" i suoi ideali, perchè si tratterebbe per come la vedo io di prostituzione intellettuale. Ma si sa, siamo in Italia, e anche se non fossimo in Italia se avete visto il film Lincoln (un capolavoro) sapete di cosa sto parlando. Quindi attenzione prima di proporre tagli indiscriminati, ricordate che tante altre leggi erano state pensate ed approvate con le migliori intenzioni e poi all'atto pratico si sono rivelate fallimentari se applicate al contesto sociale in cui viviamo.

In compenso, nel programma del M5S la parola lavoro appare solo 2 volte, di cui una nella forma "telelavoro", come se avessimo bisogno di altre forme alternative di lavoro non garantite. Non si parla mai di cultura (solo due volte viene usato l'aggettivo culturale ma per parlare d'altro). La parola donna o femminile non appare nemmeno una volta, così come la parola mafia, che è uno dei principali problemi in Italia e da cui nasce tutta la questione meridionale e tante altre problematiche derivate.
Nel programma di Grillo sono presenti per un totale di 24 volte le parole divieto, vietare, proibire, proibizione, abolire. Vogliamo un paese pieno di divieti che non saranno rispettati? Perchè già lo sappiamo che in Italia fatta la legge, trovato l'inganno. E già sappiamo che proibire qualcosa porterà i cittadini a trovare lo stesso risultato in altro. Abolisci il fumo, la gente si dà all'alcol. Non hai risolto il problema alla radice. Abolisci l'IMU, poi i soldi li devi trovare da un'altra parte. Vogliamo un paese in cui tutto verrà cancellato perchè non va bene senza essere sostituito concretamente da qualcosa di meglio? O vogliamo un paese in cui si costruisca qualcosa di nuovo per il futuro? Un progetto preciso, un piano per il lavoro?

Intanto per quanto riguarda le fantastiche idee di risparmio energetico, tutela dell'ambiente, gestione dei soldi in modo consapevole e rapporto col mondo del lavoro cominciamo noi a essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, come diceva Gandhi. Facciamo la raccolta differenziata e spieghiamo al vicino di casa come farla se non è in grado, o all'amica che ancora butta i cartoni della pizza nel secco; non compriamo cose a rate ovunque se non abbiamo fiducia nelle banche o se non abbiamo tempo e voglia di leggere un contratto e valutarne i pro e i contro; non accettiamo lavori pagati 300 € al mese + provvigioni visto che non vi è chiaramente alcun guadagno, perchè il mercato del lavoro è stato inquinato anche da questo, da persone che lavorano per pagarsi la benzina e il cibo per andare al lavoro pur di passare 9 ore della giornata in qualsiasi posto ma non in compagnia di se stessi. Certo il mondo del lavoro non è stato rovinato dal sindacato.

P.S: la citazione tra virgolette all'inizio del post non è tratta da un'intervista a qualche giornalista di sistema, e il giorno in cui è stata scritta non era riferita al M5s come avete tutti pensato. E' una frase di Gramsci del 1921 riferita al neonato partito fascista.

mercoledì 6 febbraio 2013

Dilettanti allo sbaraglio

In ogni mestiere ci vuole passione.
Partiamo da questo concetto basilare, che se tutti applicassero nella scelta del proprio lavoro e della strada da intraprendere nella vita sicuramente avremmo un paese migliore.

Il veterinario ama gli animali? è la conditio sine qua non, ovvio che un veterinario debba amare gli animali altrimenti non avrebbe scelto quel mestiere. Poi però studia 5 anni all'università e fa un periodo di affiancamento prima di essere lasciato da solo ad operare o eseguire diagnosi delicate. Siamo sinceri, non affiderei il mio gatto a un veterinario che non ha mai preso in mano una siringa, pur non avendo dubbi sul fatto che ami gli animali. A maggior ragione se il gatto è in fin di vita.

All'architetto interessa veramente costruire case, lo fa per passione? Spero proprio di sì, ma se dovessi scegliere una persona a cui far costruire la mia casa, quella in cui devo vivere per i prossimi decenni, non sceglierei uno studente di architettura al 1° anno, per quanto gli interessi progettare case e per quanto possa avere le migliori intenzioni di costruire per me una casa bellissima e adatta alle mie esigenze. Probabilmente sceglierei un architetto che abbia quanto meno fatto 3 anni di praticantato e superato l'esame di stato. Poi se il terreno dove voglio costruire la casa ha dei problemi, per esempio un fiume vicino che potrebbe straripare da un momento all'altro o è in zona sismica, chiederei delle referenze all'architetto per capire se è in grado di costruire su un terreno instabile una casa che stia in piedi a lungo.

L'avvocato ci mette passione quando fa un'arringa? Certo che sì, altrimenti perderebbe tutti i clienti quindi è ovvio che se una persona sceglie di fare l'avvocato, ha voglia di battersi per una causa e ha una buona capacità di problem solving. Ma se dovessi scegliere un avvocato che mi difenda, non sceglierei uno appena laureato che non ha ancora terminato il praticantato se potessi sceglierne un altro che invece ha già terminato i suoi anni di praticantato e ha superato l'esame di stato. A maggior ragione se la causa legale in cui mi imbarco è complessa e difficile da vincere.

Credo che lo stesso discorso valga per molte attività lavorative diverse e molto complesse, in cui entrano in gioco non solo le conoscenze teoriche e l'entusiasmo ma anche capacità pratiche acquisite sul campo.
A maggior ragione in politica, ora, nel 2013, con la crisi in corso, il problema dell'occupazione e la complessità della situazione economica che abbiamo ereditato nostro malgrado dai precedenti governi, se devo scegliere delle persone che lavorino per il bene del paese ho dei seri dubbi che una persona che non ha mai visto il bilancio di un comune e non ha mai portato avanti una trattativa in modo diplomatico in ambito pubblico sia in grado di fare scelte sagge e oculate in ambito legislativo a livello nazionale.
Guardando i video dei candidati al parlamento del M5s mi sono sorti dei dubbi sulla preparazione di queste persone a governare il nostro paese con un bilancio in rosso, una spesa pubblica di 800 miliardi e una corruzione che non ci invidia nessuno, per non parlare del problema della mafia, dell'interazione col Vaticano sulle tematiche etiche (hanno mai preso posizione sul tema?) e della trattativa costantemente in corso con Bruxelles e con le banche.
Non è che manderemo dei dilettanti allo sbaraglio e poi ne pagheremo le conseguenze di nuovo?

martedì 29 gennaio 2013

Orientarsi nel caos

Per orientare un po' amici e conoscenti indecisi sul voto ho raccolto qui tutti i link che rimandano ai vari programmi elettorali dei principali partiti in corsa per le elezioni del 24-25 febbraio 2013. Non sapendo in che ordine creare l'elenco, ho guardato l'ultimo sondaggio di ieri e ho messo i vari partiti in ordine come sono nei sondaggi, da quello che si suppone avrà più preferenze a quello che ad oggi si ritiene che ne avrà di meno. Vi ricordo comunque che alcuni partiti sono in coalizione tra loro, per esempio Lega nord, Pdl e Fratelli d'italia sostengono tutti insieme la coalizione di centro-destra e anche PD e Sel costituiscono un'unica coalizione di sinistra per il progresso del paese, infatti in occasione delle primarie hanno sottoscritto insieme l'appello "Italia per il bene comune". La differenza è che i partiti che sono parte di una coalizione possono entrare in parlamento anche col 2% mentre per esempio ciò non accadrebbe per partiti come quello di Giannino che presentadosi da solo non entra in Parlamento se non ottiene almeno il 4%. Da specificare che il minimo per il senato è invece dell'8%, per esempio se la Rivoluzione Civile non dovesse ottenere l'8% ma solo il 5% come indicano gli ultimi sondaggi non potrà essere presente al senato.
La maggioranza degli allegati sono in pdf quindi serve adobe reader per visualizzarli.

programma elettorale del PD:
http://www.partitodemocratico.it/doc/248839/il-nostro-programma.htm colonna a destra da cui si può cliccare sulle tematiche che più vi interessano oppure una versione completa in pdf:
http://www.partitodemocratico.it/Allegati/il-programma-dei-democratici-e-dei-progressisti.pdf 

programma elettorale del PDL:
http://www.ilpopolodellaliberta.it/speciali/programma-elettorale-2013.pdf

programma elettorale del Movimento 5 Stelle:
il blog di beppe grillo http://www.beppegrillo.it/ è la sede principale del movimento che contiene, oltre al programma, anche tutto lo storico degli eventi e del movimento.

programma elettorale della lista Monti, sostenuta da Casini, Fini e Montezemolo:
http://agendamonti.s3.amazonaws.com/UnAgenda-per-un-impegno-comune-di-Mario-Monti.pdf

programma elettorale del movimento arancione di Ingroia altrimenti chiamato Rivoluzione Civile (così lo troverete indicato sulle schede elettorali):
http://www.rivoluzionecivile.it/sintesi-del-programma-di-rivoluzione-civile/

programma elettorale della Lega Nord:
http://www.leganord.org/index.php/elezioni/elezioni-politiche/programma-politiche-2013
(cliccare sul link in centro pagina con scritto programma per scaricare il file).

programma elettorale di Fare per fermare il declino di Oscar Giannino:
http://www.fermareildeclino.it/ il sito viene aggiornato periodicamente ma c'è uno schema rosso con i 10 punti principali nella home page.

programma elettorale di Fratelli d'Italia:
http://www.fratelli-italia.it/ è il sito del partito, non c'è ancora un link diretto al programma definitivo.

Vi invito a riflettere sulla fattibilità di quello che è scritto nei programmi e sulla credibilità di chi li presenta, e di riflettere su chi volete che vi rappresenti e nello stesso tempo sia in grado di governare questo paese prima di scegliere. Vi invito inoltre a riflettere sul fatto che non votare non porta in ogni caso alcuno beneficio al paese, al di là delle motivazioni più o meno valide che vi porterebbero a questa scelta. A disposizione per un confronto con chiunque abbia domande, dubbi e perplessità. Buona lettura a tutti!

venerdì 18 gennaio 2013

Caos pre-elettorale

Ultimamente ne leggo di ogni. Credo che dovrei smettere di seguire la campagna elettorale fino alla data del voto, mantenendo la mia scelta originale e che idealmente mi appartiene dal momento che credo in una sinistra che in futuro, forse, sarà migliore, rinnovata e ringiovanita, altrimenti viene voglia di votare scheda nulla. Ora pure Pannella che si allea con Storace. Il PD invece di combattere per vincere prepara l'inciucio con Monti, poi qualcuno deve avergli spiegato che così facendo si perdebbe l'elettorato di Vendola che si sposterebbe su Ingroia & co e allora hanno smentito tutto, nessun compromesso col centro. O forse sì, Monti non è un avversario ma un competitor. Se un ragazzino di 14 anni leggesse sommariamente i programmi elettorali e i capisaldi di SEL e di Italia Futura capirebbe nel giro di 5 secondi che un governo così non reggerebbe più di un anno, ma a quanto pare ci è voluto un consulente per spiegarlo ai promotori della campagna elettorale e ritrattare la dichiarazione. La visione del lavoro, della differenza di genere e diritti civili delle coppie di fatto, il trattamento degli immigrati e il rapporto con le banche della sinistra e dell'agenda Monti c'entrano tra loro come i cavoli a merenda. Poi Fini è diventato di centro; un ex MSI di centro? Insieme a ex democristiani e a esuli del PD?
Tra l'altro, nessuno si pone il problema di come un elettore della sinistra laica possa sentirsi tradito all'idea di trovarsi rappresentato da una maggioranza comprendente Casini nè di come un elettore della Lega potrebbe, per esempio, sentirsi tradito dalla rinnovata alleanza col più famoso B. d'Italia. La maggior parte delle persone di sinistra che conosco sono restie a votare il PD e gli ex-elettori della Lega che conosco sono indirizzati a Grillo o alla scheda nulla, ma io non faccio la sondaggista e non uso raffinate tecniche di metodologia della ricerca sociale. Diciamo che per la maggior parte ci saranno voti dati controvoglia, forse nell'ingenua speranza che stavolta vada meglio, che si siano resi conto di come è veramente questo paese e del fatto che il cittadino che manda te in parlamento a rappresentarlo sta compiendo un gesto di fiducia.
Sì, un gesto di fiducia. Io voto chi rappresenta al meglio le mie idee e modus vivendi, e siccome mi fido che porterà avanti un percorso simile a quello che avrei portato avanti io, lo voto. Ma mi fido veramente?
Mi viene in mente il principe di Salina, quello del Gattopardo: bisogna che tutto cambi, perchè tutto rimanga uguale. Non è che anche stavolta vogliono rifilarci ore e ore di campagna elettorale per venderci un prodotto che è esattamente uguale al precedente e neanche tanto confezionato meglio?
Intanto che continuo a pormi domande inutili su quanto mai potrà stare in piedi un governo così caoticamente composto e presumibilmente senza maggioranza al Senato, vi invito tutti a sottoscrivere l'appello contro la corruzione: http://www.riparteilfuturo.it/
Serve a chiedere a tutti i candidati alle elezioni politiche di sottoscrivere 5 impegni fondamentali al rinnovamento del nostro paese:
  1. Potenziare la legge anticorruzione entro i primi 100 giorni di governo, inserendo l'obiettivo nel programma elettorale
  2. Rendere pubblico il Curriculum Vitae con tutti gli incarichi professionali ricoperti
  3. Dichiarare potenziali conflitti di interesse
  4. Dichiarare eventuali procedimenti giudiziari in corso e/o passati in giudicato
  5. Rendere nota la propria condizione patrimoniale e reddituale
Vi invito a prendere visione dell'appello e contribuire a diffondelo tramite facebook, twitter e altri mezzi di comunicazione a voi congeniali. Per firmare è semplice non servono username o password solo nome, cognome e indirizzo email. Richiede 10 secondi ma insieme possiamo contribuire a rendere più trasparente la cosa pubblica.

domenica 13 gennaio 2013

Perchè la sentenza della cassazione sull'affidamento di un bambino alla madre lesbica fa tanto scalpore?

Un paio di giorni fa la Corte di Cassazione si è pronunciata in favore dell'affidamento alla madre di un bambino conteso dai genitori. La notizia che potrebbe passare sotto silenzio ha invece destato scalpore e lo sdegno dei vertici della Chiesa in quanto la madre convive con un'altra donna, un'educatrice. Inoltre la Cassazione ha tenuto conto del fatto che il padre, musulmano, si è rifiutato di seguire un corso di educazione alla genitorialità come richiesto dagli assistenti sociali nonostante il bambino avesse assistito a episodi di violenza, il che dimostra che non aveva alcuna intenzione di crescere il figlio con un affidamento congiunto sano e basato su un rapporto di rispetto reciproco tra i due genitori naturali del bambino e che non aveva alcuna intenzione di riconoscere che un bambino non può e non deve mai assistere ad episodi di violenza per nessun motivo.
L'avvocato Raffaella Richini, che ha assistito la madre nel processo, ha dichiarato: "La mia assistita si è battuta per dimostrare di essere una buona madre". Ora, onestamente, a quante madri viene richiesto di dimostrare in 3 gradi di giudizio di essere una buona madre per poter mantenere la custodia del proprio figlio?
Leggendo vari commenti sul web ho più che altro l'impressione che si cerchi di portare avanti una battaglia ideologica più che per il bene stesso del piccolo, infatti i giudici hanno dichiarato che "si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare per il bambino". Anche qui, rimane il fatto che in molti altri casi in cui i genitori sono violenti o tossicodipendenti o alcolizzati o che entrano ed escono dal carcere non viene tolto l'affidamento ma piuttosto si chiede al genitore di consentire la presenza di educatori e assistenti sociali che affianchino il processo di crescita sano ed equilibrato del bambino.
Quindi se nel momento in cui al padre viene chiesto di seguire un corso di genitorialità e di permettere l'affiancamento di un esperto nel costruire il rapporto con suo figlio egli si rifiuta, che cosa dobbiamo dedurre?
E altra domanda: siamo sicuri che in altri casi in cui non viene chiamata in causa l'omosessualità la Chiesa sarebbe così sollecita nel preoccuparsi dello sviluppo psicologico del bambino? Quante donne ci sono ancora in Italia che pur subendo violenza fisica o psicologica di fronte ai loro figli non possono porre fine facilmente al loro matrimonio o allontanare in qualche modo il padre dei loro figli dai bambini perchè le persone che frequentano la parrocchia locale non vedono di buon occhio le separazioni o a causa del perbenismo bigotto di alcuni piccoli paesi?
Durante un matrimonio in chiesa a cui ho assistito recentemente ho sentito dire dal prete durante l'omelia che il divorzio non è previsto per il sacramento che si compie davanti a Dio, e che l'impegno preso davanti a Dio è per sempre e che dal momento che la coppia diviene una cosa sola è poi indivisibile, in pratica ha spaventato gli sposi facendogli capire che sarebbero stati incastrati a vita. In quel caso dal momento che la sposa era cattolica praticante sul momento non si è spaventata, probabilmente si aspettava un'omelia di quel tipo.
Ok, ad un primo sguardo parrebbe molto romantico come pensiero, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia etc etc. Ma all'atto pratico, qualora il comportamento di uno dei due coniugi dovesse non rivelarsi sano per lo sviluppo del bambino per esempio se uno dei due commette violenza, o si rifiuta di curarsi se malato psichico magari perchè alcolizzato o spacciatore (quindi sicuramente non educativo per il figlio) o se sperperasse tutti i suoi soldi nel gioco d'azzardo invece che utilizzarli per mantenere i figli in una sana crescita e negli studi, come mai la chiesa non interviene con altrettanta sollecitudine per promuovere un intervento che stabilisca qual è il male minore per il bambino? Diciamo la verità, la differenza di genere per la Chiesa è ancora un tabù, così come lo è il superamento di una società basata sul patriarcato.
Dal mio modesto punto di vista, se un bambino ha di fronte uno o 2 genitori felici, soddisfatti della propria vita ed entusiasti, è sempre la soluzione migliore anche se non tutti i bambini hanno l'opportunità di crescere con modelli di persone adulte felici, forti e piene di vita. Un genitore che ama la vita e conserva lo stupore per le cose anche in età matura, un genitore che svolge il suo lavoro con passione e sa ridere e sorridere con sincerità e non per finta è il miglior modello in assoluto qualunque siano il suo credo, il suo conto in banca e le sue preferenze sessuali.

giovedì 3 gennaio 2013

La forza delle idee

Ieri Monti ha detto "la destra e la sinistra sono ormai superate", dice che vuole lavorare insieme per le riforme (quali? quelle di destra o di sinistra?), che vuole creare un nuovo movimento popolare (ma allora sei di destra?) e ha incassato il sostegno del Vaticano però vuole unire credenti e non credenti. E sulle questioni etiche come la mettiamo? Inoltre stamattina ha ribadito il concetto sostenendo che Bersani dovrebbe tagliare le ali alla parte estrema della sinistra inglobata nel suo partito.
Eh no, apprezzo lo sforzo di riportare lo spread sotto il 287 visto che nessuno ci era riuscito dal novembre 2010, possiamo cantare vittoria ce l'abbiamo fatta, e apprezzo anche la capacità di ridare credibilità all'Italia a livello internazionale, ma le idee non sono in vendita e lo spread non è tutto ciò su cui si gioca la partita elettorale.
La sinistra ha dei valori fondanti, come suppongo li abbia la destra nonostante io non li condivida e da entrambe le parti questi valori non sono negoziabili. La sinistra crede nell'uguaglianza di diritti. Un uomo di sinistra fa propria la scritta che capeggia nelle aule dei tribunali "la legge è uguale per tutti" e ambisce ad un mondo in cui gli operai e gli imprenditori siano considerati uguali nei loro diritti umani fondamentali e nella loro dignità, così come riconosce pari dignità all'immigrato, al profugo, alle donne, agli omosessuali e a qualsiasi altra categoria di tutte quelle che le nostre leggi spesso tendono ad emarginare o considerare "il diverso", come per esempio chi non è parte di una lobby o chi non è rappresentato da un sindacato. Ok, ogni tanto si dimenticano dei precari perchè dal momento che i politici sono per lo più over 60 si sono dimenticati della nostra esistenza, ma questa è semplicemente un'altra categoria di persone che deve ancora essere rappresentata e sicuramente col tempo si lavorerà anche per aiutare noi giovani. La sinistra nel corso degli anni ha portato avanti delle battaglie che hanno equiparato le donne agli uomini nella loro possibilità di scegliere (vedi referendum sull'aborto e sul divorzio), e porterà avanti le stesse battaglie per equiparare i diritti degli omosessuali quando sarà possibile. La sinistra ha agevolato il diritto di studio per tutti aprendo le porte dell'università anche a chi non aveva fatto il liceo nel 1968, e la destra dalla sua parte ha degli ideali che non pubblicizzo dal momento che non sono i miei ma che tuttavia esistono e hanno un valore per chi si sente da essi rappresentato.
Democrazia, dal greco δῆμος = popolo e κράτος = potere, significa che chi governa è il popolo. Non la finanza, le banche o le lobby. Altrimenti sarebbe una mercatocrazia (esiste questo concetto in politica? Non ancora) o al massimo oligarchia, visto che quello a cui ambisce il centro è il governo di pochi. Ogni cittadino italiano ha il diritto di sentirsi rappresentato da qualcuno e l'esistenza di destra, sinistra, laici e cattolici, moderati ed estremi, dà la possibilità a quasi tutti i cittadini italiani leggendo il programma di governo prima del voto di esprimere una preferenza quanto meno in linea con il proprio stile di vita, con il proprio lavoro, con i propri interessi ed ideali.
Insomma, se tornassimo a vedere la destra e la sinistra come due schieramenti con idee ben distinte, e il concetto di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato come qualcosa di inderogabile e su cui non si cede a compromessi, eviteremmo tutto il moderatismo senza parte che sta in mezzo e causa incertezza e malessere in chi non si sente rappresentato in quanto portavoce solo della finanza e non del popolo. Il compromesso non deve essere la base di partenza prima delle elezioni, il compromesso deve avvenire dopo le elezioni e dovrà essere la sintesi di più voci in capitolo, in seguito all'espressione del diritto di voto da parte del popolo che potrà scegliere liberamente se è pronto per diventare più simile alla Germania e alla Gran Bretagna oppure no. Ovvio che per governare serve una mediazione, ma la mediazione si farà sulle singole leggi e affrontando una ad una le singole problematiche e discutendone insieme in parlamento.
Nella politica ci vuole prima di tutto consapevolezza della nostra storia, entusiasmo e passione per le idee che si seguono. Non è tutto solo economia, quello è un elemento. C'è il lavoro, i diritti fondamentali, la giustizia, la lotta alla mafia, le posizioni diverse in tema di bioetica e di religione. Poi sicuramente ci saranno degli italiani che la pensano diversamente e che sosterranno il centro moderato in quanto pensano che il dio denaro sia l'elemento fondamentale per la felicità delle persone. Ma sarà il voto democratico a stabilirlo, a mostrarci se davvero gli italiani ritengono superati gli ideali di uguaglianza e parità dei diritti della sinistra, non sarà certo Bersani a silenziare la voce del popolo.

mercoledì 5 dicembre 2012

Perché si ha paura del cambiamento?

Domanda ingenua: ma noi della sinistra vogliamo veramente mandarlo a casa il nano di Arcore? perchè onestamente di occasioni ce ne sono state e tuttavia è ancora lì, e sembra persino che voglia ricandidarsi. Ho fatto 5 anni di Università dal 2001 al 2006 durante i quali il principale discorso politico tra studenti era perchè fosse necessario un rinnovamento politico e perchè il premier non fosse adatto a governare l'Italia, per non parlare del conflitto d'interessi. C'è stato l'episodio in cui B. al parlamento europeo ha detto a Schulze che lo proponeva per un film che si stava girando in Italia per il ruolo di kapo. La questione del conflitto d'interessi sembrava riguardare chiunque, insomma chi può dire che con un premier con 3 televisioni personali a disposizione l'informazione potrà essere corretta e imparziale? ovviamente nessuno, e all'epoca sembrava così scontato che non appena la sinistra fosse andata al governo la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata la legge sul conflitto d'interessi. Invece niente, in 2 anni di governo non sono riusciti a farla quella legge (o non hanno voluto?) e così il nostro rivale si è ricandidato. Nel frattempo ha definito la Merkel con aggettivi poco raffinati nei confronti di una donna e dopo la prima elezione di Obama lo ha definito "abbronzato" per non dire nero (!). Durante l'ultimo governo della destra c'è stata la questione del processo Ruby, con il bunga bunga italiano spiattellato su tutte le prime pagine dei quotidiani mondiali. Siamo stati derisi da tutti pure dai comici spagnoli. Abbiamo mostrato al mondo l'arretratezza del modello culturale italiano, dando un'immagine della donna in Italia che non corrisponde alla realtà dei fatti ma solo a una piccola fetta di popolazione che ancora tratta la donna come una prostituta.
In questi mesi si è aperta un'altra possibilità per un rinnovamento, ovvero la candidatura di Renzi a sinistra in modo che contrapponendo un candidato giovane, con ottime capacità comunicative e con 39 anni di meno dell'ex premier. 39 anni di meno che si vedono nel modo di ragionare, nel modo di trattare le donne dal momento che ha una moglie insegnante e non ex attrice di film da 4 soldi (la scelta di una donna intelligente e in grado di ragionare denota la capacità di un uomo di relazionarsi con le donne che esprimono le proprie idee) e dal momento che aveva proposto un governo con 5 ministri uomini e 5 donne. Che non sono le quote rosa, significa che è un leader capace di gestire un team misto o meglio ancora che ha capito che sia gli uomini che le donne tirano fuori il meglio del loro potenziale se messi a confronto nel modo di porsi e di parlare e pertanto vuole gestire un team misto. La maggior parte delle persone che conosco, uomini e donne, giovani all'anagrafe o nel modo di pensare, ha sperimentato personalmente che gestire un team misto, all'incirca al 50% femminile, migliora il lavoro del team stesso qualunque esso sia, che si tratti di un ufficio, di una redazione o di qualsiasi altro progetto di lavoro.
Le idee che serpeggiano tra le giovani menti erano chiare e visibili anche nei progetti di Renzi per rendere più europeo il nostro paese, per esempio aveva proposto di rifinanziare l'Erasmus in modo che fosse accessibile al 25% degli studenti universitari. Inoltre aveva spiegato chiaramente durante il dibattito televisivo su Rai1 del mercoledì precedente al ballotaggio che il motivo per cui il nostro paese deve perseguire gli standard europei non è fare un favore alla Merkel quanto piuttosto siamo noi che vogliamo essere veramente europei. O almeno, i giovani lo vogliono, forse c'è qualcuno che non lo vuole mi viene questo dubbio.
Ora che ha vinto Bersani faccio ovviamente i miei migliori auguri al vincitore e spero che tenga conto del 40% che aveva scelto Renzi nel preparare il suo progetto per il rinnovamento dell'Italia.
Tuttavia, tutti da sinistra a destra avevano intuito che se il vincitore delle primarie fosse stato Bersani, a destra avrebbero ricandidato B., mentre contro Renzi non si sarebbe mai ricandidato per l'impossibilità a vincere contro un uomo nuovo, giovane, con idee vincenti e che gli avrebbe portato via una grossa fetta di elettorato. Ma allora perchè? Io mi chiedo perchè la sinistra non è in grado di coalizzarsi con una strategia vincente per ridare credibilità a questo paese in un'era che sia veramente post-berlusconiana?
La mia domanda rimane senza risposta immagino, o forse un'ipotesi in testa ce l'ho: che la sinistra non sia in grado o non voglia costruire una campagna elettorale per proporre come rendere questo paese migliore, ma voglia solo costruire il suo progetto sul suo contrastare B. trovando tutti i difetti dei rivali ma senza poi lavorare per risolvere la situazione vincendo le elezioni con un governo forte o facendo sì che il rivale abbandoni il ring per anzianità.
E la stessa cosa vogliono fare dall'altra parte: convincere gli elettori che l'unico motivo per cui devono essere votati è per non far andare al potere gli altri. Il titolo de Il Giornale di lunedì mattina dopo il ballottaggio era eloquente: "ancora comunisti". Ma vogliamo una volta per tutte superare questa antica distinzione e traghettare finalmente il paese verso il cuore dell'Europa? Vogliamo impegnarci tutti insieme per avere uno stile di vita come la Germania o la Gran Bretagna? O ai giovani che vogliono un paese diverso toccherà espatriare?
Dove andremo a finire così?